La casa dell’angelo – 5 artisti per Ugo Marano

Informazioni Evento

Luogo
COMPLESSO MONUMENTALE DELLO SPIRITO SANTO
84080 Capriglia, Pellezzano, Italia
Date
Dal al

INAUGURAZIONE SU INVITO 11 SETTEMBRE 2020 ORE 18.30

APERTURA AL PUBBLICO SABATO 12 SETTEMBRE 2020 ORE 17
dal giovedì alla domenica, dalle ore 17 alle 22

Ingresso libero

Per gli eventi prenotazione obbligatoria

Vernissage
11/09/2020

ore 18,30 su invito

Curatori
Marco Alfano
Generi
design
Loading…

La mostra presenta 30 opere di Ugo Marano tutte provenienti dalla collezione degli Eredi, tra cui tre sculture in ferro (1968), sei vasi in ceramica di 160 cm ed alcuni capolavori, come La casa dell’angelo (1984), oltre ad una serie inedita di 16 progetti-disegni.

Comunicato stampa

Prosegue l’impegno di Scabec S.p. A. per la valorizzazione dei tesori culturali della Campania attraverso una serie di iniziative che sono a supporto di Comuni e di realtà associative di tutto il territorio regionale per contribuire alla promozione e allo sviluppo delle potenzialità in chiave artistica e culturale e di attrattori turistici di siti e luoghi di interesse storico-monumentale, un impegno già realizzato con la recente Mostra di William Kentridge che ha permesso la riapertura dell’Antico Arsenale della Repubblica di Amalfi e che conferma ora con la mostra “La casa dell’angelo – 5 artisti per Ugo Marano”.

Venerdì 11 settembre, alle 18,30, presso il Complesso Monumentale dello Spirito Santo di Pellezzano (SA), sarà inaugurata la mostra “La casa dell’angelo - 5 artisti per Ugo Marano”, programmata e finanziata dalla Regione Campania, realizzata e promossa dalla Scabec S.p.A. con il Comune di Pellezzano.

All’inaugurazione interverranno Francesco Morra, Sindaco di Pellezzano, Andrea Marino, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Pellezzano, insieme a Marco Alfano, Storico dell’Arte e curatore della mostra e Pasquale Persico, dall’Università degli Studi di Salerno.

A cura di Marco Alfano, la mostra sarà visitabile fino all’11 ottobre 2020, proponendo 30 opere di Ugo Marano tutte provenienti dalla collezione degli Eredi, tra cui tre sculture in ferro (1968), sei vasi in ceramica di 160 cm ed alcuni capolavori, come La casa dell’angelo (1984), oltre ad una serie inedita di 16 progetti-disegni.

LA CASA DELL’ANGELO – 5 ARTISTI PER UGO MARANO intende rendere omaggio, a quasi dieci anni dalla scomparsa, al Maestro Ugo Marano, attraverso le opere di cinque artisti: Paolo Bini, Antonio Buonfiglio, Federica D’Ambrosio, Christian Leperino e Ivano Troisi.

La mostra guarda all’interno della grande esperienza dell’artista, nato nel 1943 nel borgo di Capriglia di Pellezzano, tracciando una linea di attenzione espressa da Marano alla sacralità della creazione artistica, quale trasposizione evocativa di un percorso che dal mondo altamente metaforico delle sue creazioni – esperienze spirituali e sociali, e quindi profondamente umane - come in alcuni capolavori in mostra come ad esempio l’evocativa La casa dell’angelo (1984) - giunge a delineare un pensiero radical-progressivo che ripensa totalmente la scultura, la pittura, il design, l’arte urbana, qui ripercorso in una serie di grandi disegni-progetti, per la maggior parte inediti.

La mostra, organizzata in occasione della celebrazione dei 200 anni del Comune di Pellezzano vuole estendere l’idea rivoluzionaria di Ugo Marano proponendo negli spazi dell’antico Eremo dello Spirito Santo – oggi totalmente recuperato e destinato ad eventi culturali – cinque progetti site-specific di giovani artisti campani già affermati a livello nazionale ed internazionale che sono stati invitati a confrontarsi con i pensieri e le opere in mostra di Marano: da Paolo Bini ad Antonio Buonfiglio, da Christian Leperino ad Ivano Troisi e Federica D’Ambrosio.

“Come Amministrazione Comunale – ha dichiarato il Sindaco di Pellezzano Francesco Morra – siamo ben lieti di attuare il progetto voluto dalla Regione Campania, promosso e organizzato da Scabec, contribuendo positivamente a valorizzare l’immagine turistica e il prestigio culturale del nostro territorio, nonché di divulgare le idee artistiche e rivoluzionarie di Ugo Marano, proponendo negli spazi del Complesso dello Spirito Santo, cinque progetti site-specific di giovani artisti Campani che si confronteranno, sul tema della sacralità della creazione artistica, con le opere esposte del Maestro Marano, nato a Capriglia di Pellezzano e vissuto da sempre a Cetara, fino alla sua scomparsa avvenuta nell’ottobre del 2011, al quale, oltre alle tante opere note, si accompagna un consistente numero di opere e progetti rimasti irrealizzati”.

“L’antico Eremo dello Spirito Santo continua a rappresentare per tutti i cittadini - osserva Andrea Marino, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Pellezzano - un luogo caro a tutta la comunità locale e rilancia oggi la sua anima culturale con opere di valore inestimabile di uno dei suoi grandi figli. Le creazioni del Maestro Ugo Marano, non sono solo opere d’arte, ma documenti preziosi di umanità, di incontri, di relazioni; tramite esse, si schiude la "storia" di una comunità ma anche quella che guarda al Mondo, con l’auspicio che tutti possano “ascoltarle” il suono della sua voce che potente ricordava a tutti la necessità che ripropone l’immaginazione quale possibilità di futuro”.

All’interno del percorso espositivo troverà luogo un’inedita installazione multimediale dedicata a Ugo Marano, oltre ad un montaggio dei più importanti materiali audiovisivi sull’artista, a cura del regista Licio Esposito.

Nell’ambito della mostra una sezione speciale sarà dedicata all’attività letteraria ed editoriale di Ugo Marano, centrando in particolare l’attenzione sul rapporto con il poeta salernitano Marco Amendolara (1968-2008), un sodalizio umano e artistico che ha prodotto libri poetici e opere tematiche: se ne parlerà nel corso di un prossimo evento-incontro organizzato in collaborazione con l’Associazione “Marco Amendolara”, l’Archivio Storico del Comune di Salerno e il Dipartimento di Studi Politici e Sociali/DISPS dell’Università degli Studi di Salerno, con interventi di Alfonso Amendola, Rino Mele ed Alfredo Nicastri.
Ugo Marano | Capriglia 1943 – Cetara 2011 | Frequenta l’Accademia del Disegno presso la Reverenda Fabbrica di San Pietro nella Città del Vaticano a Roma e l’Accademia del Mosaico di Ravenna. Sin dagli anni di formazione la sua ricerca tende allo stravolgimento radicale del linguaggio per cercare di sviluppare un nuovo codice di lettura del reale e il piatto di terracotta diviene mezzo per una comunicazione collettiva e osmosi sociale. Seguendo la sua idea radical-concettuale nel 1971 crea il progetto “Museo Vivo” facendo nascere, in un piccolo parco nascosto tra gli alberi, un opificio della ceramica basato su una architettura “esistenziale”, luogo che deve essere ricco di “radicalità positiva”. Nell’ambito di questo progetto nasce il sodalizio con Karlheinz Stockhausen, una collaborazione che produce alcune opere notevoli. Nel 1975 è invitato ad esporre alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia nel 1976. Nel 1977 viene chiamato a progettare ed eseguire personalmente il restauro dei mosaici del Duomo di Amalfi, della cripta di epoca romana del Duomo di Potenza e del Duomo di Salerno. Nel 1979 espone alla Triennale di Milano, dove nel 1980 tiene anche una conferenza. Nel 1980 è di nuovo alla Biennale di Venezia (“Il tempo del museo”). In questi anni nasce il progetto la “Fabbrica Felice”, nel quale studia lo spazio di esistenza dell’uomo nuovo, l’uomo di natura. L’uomo trova nell’interazione con l’oggetto d’arte un rapporto profondo ed inconscio che lo motiva e lo sostiene nella vita quotidiana. Nel 1982 espone al Centre Pompidou di Parigi il suo “Manifeste du livre d’Artiste” e nello stesso anno realizza il primo “antimonumento” in Italia, a Salerno, per i martiri del terrorismo.

Nel 1990 espone alla Triennale di Milano e al Groninger Museum in Olanda, dove gli viene riservata una sala personale. Nel 1991 è alla XVIII Triennale di Milano. Nello stesso anno crea un’associazione di vasai che chiamerà “Vasai di Cetara” con lo scopo di svolgere un lavoro creativo libero da preclusioni accademiche o da schemi dogmatici. Nel 1995 espone a Parigi al Carrousel du Louvre. Nel 1996 progetta e realizza due utopie urbane a Salerno: la Fontana Felice e il Museo Città Creativa a Rufoli di Ogliara. Nel 1997 elabora con l’economista Pasquale Persico progetti per la risemantizzazione dei luoghi della vita dell’uomo e ne realizza alcuni presso il Parco Nazionale del Cilento e il Vallo di Diano, località che sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’Umanità, composte da cento paesi su un territorio di circa 300.000 ettari. Progetta quattro piazze sulle montagne della Campania con l’intento di unificare la regione. Nasce così il progetto della “Città Moltiplicata”. Successivamente, pienamente convinto della necessità sociale dell’arte, partecipa al Piano Strategico per l’associazione di sei comuni intorno a Copparo, in provincia di Ferrara, con progetti per un territorio di 50.000 ettari. Nasce così il Museo Fabbrica Creativa, progettata con Pasquale Persico, che ha portato alla realizzazione di opere d'arte all'interno delle fabbriche dei Comuni di Copparo, Berra, Jolanda di Savoja, Tresigallo, Formignana e Ro. Nel 1997 viene invitato ad esporre una personale a Napoli, nella sala Carlo X del Maschio Angioino. Nel 2001 seguendo le linee del suo progetto artistico realizza, a Cetara, la Fontana di Napoleone e crea una galleria d’arte contemporanea, la “Piazza della Ceramica”: si tratta di un “pensatoio” che si estende per tre vie della città, una “zona franca di meditazione” in pieno centro cittadino. Nel 2002 espone alla mostra internazionale I Capolavori, a Torino, e viene chiamato dall’architetto e designer Alessandro Mendini a realizzare due grandi opere per la metropolitana di Napoli, presso la stazione “Salvator Rosa”. Nel 2003, a sessant’anni, a seguito della sua ricerca di nuovi linguaggi espressivi gli viene conferito la laurea e il dottorato honoris causa dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Salerno. Nel 2004, in collaborazione con il gruppo STS (Latz und Partner, Studio Pession Associato e Studio Cappato Associato) vince il concorso internazionale per la realizzazione del Parco Dora Spina 3 a Torino ed espone in Francia, nella mostra Mosaïque de design. Nel 2005 partecipa alla mostra Mundus Vivendi, insieme a Sottsass, Branzi, Coppola e Hosoe, realizzando un intero pavimento dipinto. La sua ricerca artistica si esprime attraverso grandi opere in ceramica, vasi alti fino a 3 metri e di soli 6 millimetri di spessore, naturalmente musicali. I “vasi del terzo millennio” hanno richiesto l’apposita costruzione di un forno da Enzo Santoriello esperto tecnico della cottura che ha collaborato per realizzare opere "impossibili" anche di Miquel Barcelò ed Enzo Cucchi. Quest’opera viene scelta dal MIAAO, il primo museo dedicato in Italia alle arti applicate contemporanee, per la sua apertura ufficiale nel 2006, in concomitanza con la prima giornata di gare dei XX Giochi Olimpici Invernali, per una mostra personale dell’artista che viene intitolata Sette vasi per la casa sacra. Nel 2006 partecipa alla Triennale di Milano con il “bestiario”, un pavimento in monoliti di 60x120 cm. Nel 2011 è invitato alla mostra Lo stato dell’arte - Campania nell’ambito del Padiglione Italiano della 54a Biennale di Venezia. Muore a Cetara nel 2011.

Paolo Bini | Battipaglia 1984 | Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli. È stato artista in residenza al GRAD Kultural Center di Belgrado (2010), all’ARP-Artist Residency Project, Cape Town (2013) e all’ISCP International Studio & Curatorial Program di New York (2019). La sua ricerca artistica spazia dalla pittura all'installazione e le sue opere sono state esposte in istituzioni nazionali ed internazionali, si segnalano: CaMusAC, Cassino (2020); Gallerie d’Italia, Milano (2020); ISCP, New York (2019); Museo Riso, Palermo (2018); Museo MADRE, Napoli (2017); Reggia di Caserta (2016); Palazzo Reale, Milano (2016); Casa Ariosto, Ferrara (2014); Provenance House, Cape Town (2013); CAMeC, La Spezia (2013); Palazzo Ducale, Genova (2013); Museo San Francisco de Asys, La Habana (2010); Palazzo Bianco, Genova (2010); Centro Di Sarro, Roma (2009). Ha inoltre esposto in gallerie private in Italia e all’estero, tra cui: Galleria Nicola Pedana, Caserta (2020); Galleria Alberto Peola, Torino (2018); CIRCA Gallery, Johannesburg (2018); Everard Read Gallery, Cape Town (2016); SMAC Gallery, Cape Town (2013). Nel 2016 vince la XVII edizione del Premio Cairo. Di recente, nell’ambito di MiArt 2019, la direzione del Progetto Cultura Intesa Sanpaolo, gli ha dedicato una personale dal titolo Spazi immensi, a cura di Luca Beatrice, e successivamente ha acquisito una sua opera.

Antonio Buonfiglio | Nocera Inferiore 1972 | Dopo gli studi presso l’Istituto d’Arte di Salerno e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, si stabilisce a Francoforte, dove lavora come grafico fino al 1996. Nel 2001 partecipa alla mostra Cantiere 39, tenutasi a Todi, e l’anno seguente tiene una mostra personale presso il Gruppo Artistico Perseo di Taormina e al Teatro Imperiali di Francavilla Fontana (Brindisi). Del 2003 è la mostra personale, dal titolo Kunst im Kreisehaus, allestita a Nordhorn (Germania); dello stesso anno è la commissione del monumento Sintesi di equilibrio, oggi a Perugia presso la sede dell’Azienda Perugina della Mobilità. Del 2004 sono le personali all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda e presso la Accademisch Medisch Centrum di Amsterdam; dello stesso anno è la presenza a Todi alla collettiva I maestri e i giovani nel piccolo formato e la personale di scultura allestita alle Cisterne Romane. Nel 2006 espone nella personale dal titolo Insideout alla Necropoli del Crocifisso di Tufo ad Orvieto e presso la Biblioteca di Villa Mercede di Roma. Nel 2007 espone a Palazzo della Corgna di Città della Pieve e partecipa alla mostra collettiva Terra di maestri a Villa Fidelia di Spello (Perugia). Dal 2002 collabora con gli artisti Bruno Ceccobelli e Beverly Pepper. Nel 2009 espone alla Galleria Selective-Art di Parigi e lo stesso anno vede una sua mostra personale di sculture dal titolo Light Metal, presentata in catalogo da C. B. Pepper. Del 2011 è la personale del titolo Light Textures, a cura di Marco Alfano, allestita nell’ambito della rassegna “Apollonia Ateliers” all’Ex-Chiesa di Sant’Apollonia a Salerno.

Federica D’Ambrosio | Salerno 1982 | Dopo la maturità classica, s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si laurea nel corso sperimentale di arredo urbano Scenografo dell’Urbano del Paesaggio. Nel 2001 ha lavorato con Ugo Marano ad un progetto artistico di intervento urbano a Stio Cilento. All’attività artistica affianca quella di illustratrice grafica; in tale ambito, da ultimo, ha progettato e realizzato l’immagine del manifesto dell’edizione 2020 del Giffoni Film Festival (per il quale ha realizzato i manifesti anche nel 2007 e nel 2008), e del relativo logo per i cinquant’anni della kermesse. Nel 2009 tiene la sua prima personale dal titolo Io sono terra, nell’ambito della rassegna “Apollonia Ateliers”, presso l’Ex-Chiesa di Sant’Apollonia a Salerno; del 2014 è l’ultima personale dal titolo Viaggio Lunare, a cura di Antonello Tolve, tenutasi al Lavatoio Contumaciale di Roma.

Christian Leperino | Napoli 1979 | Fin dagli esordi spazia dalle tecniche tradizionali della pittura alle sperimentazioni con i new media, come dimostra in occasione delle prime partecipazioni ad eventi artistici internazionali (Biennale dei giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo, Sarajevo, Bosnia, 2001) e della sua prima personale (Rawe off, Napoli, 2001). Nel 2003 vince il premio Arte Fiera Under 30 (Bologna) grazie al quale studia e lavora presso il KunstWerke di Berlino. Nel 2007 espone alle personali Human Project (NOT gallery, Napoli) ed Empty Lands of Desire (PAN Palazzo delle Arti Napoli) e partecipa ad Ecology Earth Art (Museum of Modern Art, Saitama, Japan). Nel 2009 viene selezionato per Art First per un’installazione ai Musei Universitari di Palazzo Poggi, a Bologna dove espone Tactusintimus, una scultura in resina, cera e cristallo realizzata a partire da un calco umano su modello vivente. Nel 2010 è invitato per una personale dal titolo Human Escape presso il MAC-Museu de Arte Contemporânea de Niterói, a Rio de Janeiro, in Brasile. Nel 2011 è invitato a partecipare alla 54a Esposizione Internazionale d'Arte Biennale di Venezia (Padiglione Italia, Tese di San Cristoforo, 2011). Nel 2012 espone con la mostra personale Landscapes of Memory presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Dal 2013 è docente di Tecnologia dei materiali presso la Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2014 una sua opera dal titolo The Other: Myself entra a far parte delle collezioni permanenti del Museo MADRE di Napoli. Del 2019 è la partecipazione alla mostra Picasso e l’Africa: alle origini della Forma. Omaggio a Ugo Marano, al Museo Civico della Torre di Cetara (Salerno), e la personale Abisso, allestita presso il Castello Aragonese di Ischia (Napoli).

Ivano Troisi | Salerno 1984 | Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, il suo lavoro parte dall’osservazione della natura per attuare un’analisi dei processi che ne caratterizzano le trasformazioni e mutazioni. Tra le sue mostre personali, si ricordano quelle di Palazzo Genovese, Salerno (2007), Se il dubbio nello spazio è dello spazio, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma (2014), Galleria Tiziana Di Caro, Salerno (2012 e 2014) e Leggerezza della terra, Tempo Imperfetto. Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno, un progetto della Fondazione Filiberto Menna, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani (2014). Sempre nel 2014 è stato nominato per il Prima Pagina Art Prize, il concorso promosso da Il Resto del Carlino e Quotidiano.net, nell’ambito di Arte Fiera Bologna. Nel 2017 ha preso parte al programma di residenze per artisti BoCS Art Cosenza. È presente nella collezione Doni - Imago Mundi Luciano Benetton Collection, a cura di Chiara Pirozzi, e nell’Atlante dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania, a cura di Vincenzo Trione (Electa, 2017). Nel 2018 espone con una personale alla Galleria Nicola Pedana di Caserta, e l’anno seguente alla mostra Opere, idee, progetti, persone dalla collezione del Madre, a cura di Andrea Viliani e Silvia Salvati, allestita a Teggiano (SA).