Kyle Thompson – Open Stage

Informazioni Evento

Luogo
AA29 PROJECT ROOM
Piazza Caiazzo 3, Milano, Italia
Date
Dal al

gio-ven, 12.30 - 19.30
o su appuntamento

Vernissage
10/04/2018

ore 18.30

Patrocini

La mostra è promossa dalla Reggia di Caserta in collaborazione con la galleria aA29 Project Room, Milano/Caserta e gode del patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e del Comune di Caserta.

Artisti
Kyle Thompson
Curatori
Gabriela Galati
Generi
fotografia, personale
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In occasione della prima personale in Italia, aA29 Project collabora con la Reggia di Caserta per promuovere il lavoro di Kyle Thompson (Chicago, 1992), giovane star della fotografia statunitense. La sua è una fotografia concettuale dove persone e luoghi concorrono a mettere in scena storie, situazioni apparenti, surreali e oniriche.

Comunicato stampa

Kyle Thompson, Open Stage
Mostra a cura di Gabriela Galati

aA29 Project Room Milano
10 aprile – 18 maggio 2018
Inaugurazione: martedì 10 aprile, ore 18.30.

Reggia di Caserta
28 marzo – 4 giugno 2018
Vernice per la Stampa: mercoledì 28 marzo, ore 17.
Inaugurazione: mercoledì 28 marzo, ore 18.00.

La mostra è corredata da un catalogo bilingue.

Ventiseienne, Kyle Thompson ha all’attivo mostre in molti paesi, pubblicazioni e premi, tra cui due edizioni del Photo of the Day di Vogue Italia.
La sua è una fotografia concettuale dove persone, spesso lui stesso, e luoghi concorrono a mettere in scena storie, situazioni apparenti, surreali, oniriche.
Giovanissimo si allontana dai sobborghi di Chicago, dov’è cresciuto, per andare alla scoperta di luoghi dove l’umano non è, o non è più, presente: case abbandonate, foreste vuote, fiumi, laghi. Popola questi luoghi di sé, traendone spesso autoritratti surreali e bizzarri, ambientati in atmosfere e luoghi pregnanti, talvolta incombenti e allo stesso tempo effimeri. In questi contesti l’artista esplora, senza influenze esterne, le proprie emozioni e le sensazioni che quelle ambientazioni gli suscitano. Interviene sulla scena con acqua, fumo, effetti di luce e con oggetti della sua quotidianità o della sua storia. Per rafforzare il racconto o guidare l’osservatore.
Parlando di questi suoi autoritratti d’inizio, l’artista ricorda: “Necessitavo di un modo per incanalare le mie emozioni. Sentivo che gli autoritratti le esprimevano. Senza dover ricorrere alle parole. Avevo una terribile difficoltà nel rapportarmi con le persone, quindi ho finito per usarmi in quasi tutte le mie foto, passando parecchie ore ogni giorno nel girovagare da solo attraverso foreste vuote facendomi autoritratti grazie al timer delle mie fotocamere”
"Musica, emozioni, qualsiasi cosa accada nella mia vita, cerco di ispirarmi a tutto, raramente ricordo i miei sogni, ma ho scattato alcune foto basandomi sui sogni alcune volte", egli dichiara.
E gli scatti di Kyle ci parlano di sogni, a volte incubi, ricordi e traumi infantili, sensazioni ed emozioni dal gusto malinconico e nostalgico, che vanno a sollecitare la parte più intima del nostro inconscio.
La ricerca di ambienti e di sensazioni lo ha poi spinto in molti altri contesti, sino a condurlo nell’est Europa, alla ricerca dei luoghi dei suoi antenati.
Nell’ultima serie di foto Ghost Town (2015) Kyle esplora una città abbandonate e inondate; frammenti di vita e ricordi d’infanzia si fondono in scatti malinconici e introspettivi in cui l’acqua, che avvolge la città, rappresenta la depressione infantile del giovane e rappresentano l’unico mezzo in grado di alterare e deformare la realtà fino a farci riconoscere in essa. Come in un viaggio onirico Kyle ci guida tra le ombre, le luci e l'anima di questi luoghi, apparentemente vuoti ma ricchi di ricordi di chi li ha vissuti e di chi per la prima volta li esplora.
Delicate ma forti allo stesso tempo, le fotografie di Kyle sono in grado di lasciarci senza fiato. Nonostante la loro natura surreale, queste immagini – raccolte nel suo Somewhere Else - ci parlano di emozioni vicine e reali in cui è facile rivedersi, e così conoscersi e capirsi di più.
Per la mostra in simultanea presso la Reggia di Caserta e aA29 Project Room Milano, Kyle Thompson ha dato vita ad un progetto specifico. Open Stage esplora – afferma la curatrice - “il contesto e l’ambiente che circondano le sue immagini”.
“L’artista è interessato al rapporto tra ambiente urbano e natura: abitando in una grande metropoli americana, avverte l’urgenza di ricercare spazi naturali, non-antropizzati per creare il suo lavoro.
Thompson considera lo spazio naturale come una sorta di palcoscenico in cui un leggero spostamento dell’obiettivo della camera distruggerebbe l’illusione creata e metterebbe in luce il vero contesto della scena. Il progetto da lui ideato per questa esposizione mira a dare un altro sguardo sul rapporto tra spazio urbano e natura.
Di conseguenza, le immagini sono concepite in dittici: una di maggiori dimensioni sarà sempre un autoritratto dell’artista immerso in questi spazi naturali all’interno di aree urbane, l’immagine più piccola invece sarà quella che romperà l’illusione e farà vedere il vero ambiente in cui questa “natura” è immersa. L’interesse è quello di mettere in evidenza non solo come la città cambia la natura, ma anche come alcune, anche se piccole, porzioni di natura riescono a mantenersi immutabili”.
“È così bello essere in grado di creare un momento che non è mai esistito. Qualcosa che è così reale, ma inventato. Puoi creare un momento che non è mai accaduto, ma che continua a vivere nel suo stesso stato immutabile, ed è una sensazione creativa che adoro”, dice Thompson.