Katarina Zdjelar – Ungrammatical

Informazioni Evento

Luogo
PADIGLIONE DELL'ESPRIT NOUVEAU DI LE CORBUSIER
piazza Costituzione 11 , Bologna, Italia
Date
Dal al

Orari di apertura ordinari:
sabato e domenica h 15.00 - 18.00

Orari di apertura ART CITY Bologna:
giovedì 1 febbraio 12.00 - 21.00
venerdì 2 febbraio h 11.00 - 20.00
sabato 3 febbraio h 11.00 - 21.00
domenica 4 febbraio h 11.00 - 20.00
lunedì 5 febbraio h 11.00 - 17.00

Vernissage
01/02/2018
Patrocini

Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
In collaborazione con SpazioA

Artisti
Katarina Zdjelar
Curatori
Lorenzo Balbi
Generi
arte contemporanea, personale
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Oltre all’ex GAM, teatro del progetto speciale 2018, ART CITY Bologna coinvolge un altro spazio iconico che si affaccia su Piazza Costituzione, nelle immediate vicinanze di Arte Fiera: il Padiglione de l’Esprit Nouveau, oggetto di un recente restauro conservativo sostenuto da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna. Qui l’artista serba Katarina Zdjelar, con la curatela di Lorenzo Balbi, presenta il progetto espositivo Ungrammatical, che offre una panoramica del suo lavoro

Comunicato stampa

Oltre all'ex GAM, teatro del progetto speciale 2018, ART CITY Bologna coinvolge un altro spazio iconico che si affaccia su Piazza Costituzione, nelle immediate vicinanze di Arte Fiera: il Padiglione de l’Esprit Nouveau, oggetto di un recente restauro conservativo sostenuto da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna.
Qui l’artista serba Katarina Zdjelar, con la curatela di Lorenzo Balbi, presenta il progetto espositivo Ungrammatical, che offre una panoramica del suo lavoro, negli ultimi anni orientato al tema dell'interpretazione del linguaggio, in cui le opere vengono messe in dialogo diretto con l'architettura circostante.

Entrando all'interno del Padiglione - che Le Corbusier e Pierre Jeanneret idearono per l'Esposizione internazionale delle Arti Decorative di Parigi del 1925, ricostruito fedelmente a Bologna nel 1977 - i visitatori accedono al doppio volume, un ampio spazio diviso in sala da pranzo e salotto. In uno dei casier standard, i moduli/arredi studiati per contenere opportunamente tutto il necessario per la cucina, viene riprodotto il video The Perfect Sound (14’30”, 2009), che affronta il fenomeno dell'integrazione culturale attraverso la cancellazione della differenze di pronuncia, osservando un logopedista impegnato nell'esecuzione di esercizi fonetici per rimuovere l'accento straniero di un suo cliente a Birmingham.

Proseguendo nel doppio volume si entra nel salotto, dove è proiettato il video My Lifetime (Malaika) (5’37”, 2012) in cui la videocamera indugia sui corpi di alcuni musicisti dell'Orchestra Sinfonica Nazionale del Ghana.
La riflessione dell'artista parte nuovamente da una suggestione linguistica: nonostante le molte lingue locali, in Ghana si parla inglese, la lingua del colonizzatore, che funge da elemento unificante. Nello stesso modo, la musica classica è diventata parte costitutiva del nuovo stato indipendente, introducendo nuovi strumenti e una nuova prospettiva sul corpo dell'esecutore.

Andando oltre nel percorso, si accede al giardino sospeso sovrastato dal grande albero che, attraversando l'oblò nel soffitto, non è più corpo estraneo ma diviene colonna portante dell'architettura. Shoum (7’ 00'', 2009), il video allestito in questo spazio, ritrae due operai serbi impegnati nel decifrare i testi di una celebre canzone dei Tears for Fears (Shout, del 1985) pur non conoscendo l'inglese, creando un linguaggio nuovo.
La grande sala circolare del diorama, sulle cui pareti è riprodotto il progetto della “città da tre milioni di abitanti”, struttura ideale utopica teorizzata da Le Corbusier, ospita i due monitor dell'opera Into the interior (Last day of the permanent exhibition) (19'22'', 2014). I video sono stati girati nel 2013 all'interno del Royal Museum of Central Africa di Tervuren, in Belgio, considerato l'ultimo museo esplicitamente coloniale del mondo, costruito nel 1897. All'epoca del video il museo era in chiusura per rinnovamento e le immagini che Katarina Zdjelar ha girato uniscono filmati e dialoghi relativi al restauro dei vecchi reperti, mescolati a riprese del deterioramento dell’edificio stesso, insieme alla graduale ricognizione di un diorama con il paesaggio dipinto del Congo.

Salite le scale si entra nelle stanze più intime del Padiglione dell'Esprit Nouveau tra cui la salle de bain et de sport in cui è allestita l'opera Rise Again (11’23”, 2011) che segue le attività di un gruppo di richiedenti asilo afghani, i quali, scoprendo un bosco vicino al centro di accoglienza in cui vivono, escono fuori dai loro ruoli di rifugiati e si impegnano in attività atletiche in questa oasi ai margini della città. La loro presenza “sgrammaticata” e irrisolvibile è uno spunto di meditazione per tutti e diventa titolo e filo conduttore per l'intera mostra.

Il percorso si conclude nel bureau de dame che si affaccia sullo spazio vetrato del doppio volume e sul giardino sospeso, offrendo una vista sui diversi video in mostra. Tra i casier-boudoir che arredano la stanza si può ammirare il video AAA (Mein Herz) (4'30", 2016), che mostra una giovane donna che esegue contemporaneamente quattro composizioni musicali. Silenzio, musica, suono e parole si alternano e si scontrano in un'ideale conclusione di questo percorso in cui, come accade spesso nella pratica di Katarina Zdjelar, l'attenzione è tanto sulla gestione degli spazi quanto sulla precisione dell'esecuzione: stilisticamente e linguisticamente.

Katarina Zdjelar (Belgrado, 1979) è una video artista che vive e lavora a Rotterdam e a Belgrado.
La sua ricerca esplora i limiti e le potenzialità del linguaggio, quanto possa essere universale e allo stesso modo ambiguo e spaesante. I film di Zdjelar oscillano tra artificio e realtà mettendo al centro il corpo umano.Dopo aver conseguito il Master in Fine Arts al Piet Zwart Institute di Rotterdam nel 2006, Zdjelar ha esposto, tra le varie istituzioni, al Padiglione Serbia della 53° Bienniale di Venezia (2009), al Witte de With Centre for Contemporary Art di Rotterdam (2009), all'ar/ge kunst di Bolzano (2010), a The Power Plant di Toronto (2011), al Muzeum Sztuki di Łodz (2012), all'ICA di Londra (2013), all'Akademie der Künste der Welt di Colonia (2016), fino ad essere recentemente selezionata tra i finalisti del Prix de Rome.

Mostra a cura di Lorenzo Balbi
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
In collaborazione con SpazioA