Johan Creten / Ulrich Wulff

Informazioni Evento

Luogo
ALFONSO ARTIACO
Piazza Dei Martiri 58, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
10/09/2025

ore 19

Artisti
Johan Creten, Ulrich Wulff
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Due mostre: Tremore essenziale, prima personale di Johan Creten in galleria e Un pomeriggio alla finestra, la prima personale in galleria di Ulrich Wulff (n. 1975, Kempten, Allgäu).

Comunicato stampa

Alfonso Artiaco è lieto di presentare Tremore essenziale, prima mostra personale di Johan Creten in galleria, dall’11 settembre al 31 ottobre 2025.

Il percorso espositivo si costruisce come un flusso istintivo, nato dall’urgenza di dare forma a un’esperienza che attraversa corpo, materia e storia. Le opere non si limitano a occupare lo spazio, ma ne rivelano l’instabilità profonda, come se la terra stessa fosse percorsa da un palpito invisibile. Il titolo della mostra evoca proprio questa condizione: il tremore come principio formale ed esistenziale, vibrazione che si manifesta tanto nella materia quanto nello sguardo di chi osserva.

Al centro del percorso espositivo, la serie Odore di Femmina rivela la tensione tra attrazione e repulsione, desiderio e timore. Modellando l’argilla – materia primordiale, umida, fertile – Creten ne trae fiori fragili e perturbanti, capaci di racchiudere in sé il paradosso dell’impuro che si fa sublime. In questi lavori, la scultura diviene un rito di trasformazione, dove caducità e rinascita si intrecciano nei gesti stessi del modellare, del costruire e del lasciar crollare. Attraverso un linguaggio metonimico, l’artista affida al fiore la capacità di evocare il femminile, inteso come spazio di desiderio, mistero e sacralità. La seduzione nasce dalla bellezza classica delle forme e dalla raffinatezza tecnica, ma è la fragilità che vi traspare a conferire loro una forza ulteriore: un equilibrio instabile, tra splendore e caducità.

Le sculture, realizzate in ceramica, si presentano come apparizioni instabili, sospese tra eros e sacro, luce e ombra, bellezza e rovina. In esse il tremore diventa la chiave di lettura di una condizione universale: quella di un mondo fragile e potente al tempo stesso, sempre in trasformazione. In una città come Napoli – segnata da vulcani, terremoti e continue rinascite – Tremore essenziale trova un terreno fertile, trasformando lo spazio della galleria in luogo di esperienza sensibile e riflessione sulla natura dell’arte e dell’esistenza.
Le parole dell’artista accompagnano la mostra come parte integrante del percorso. Non semplice commento, ma estensione del lavoro stesso, esse aprono al visitatore l’orizzonte intimo da cui le opere scaturiscono: un racconto di vibrazioni e fragilità, in cui la materia diventa immagine e l’immagine esperienza condivisa.

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Mentre scrivo queste poche righe, tremo.

Non so se sia per questa immensa ondata di caldo che sta investendo Parigi o per il flusso incessante di notizie da tutto il mondo che assorbo senza sosta attraverso i media. Il mio cuore batte all'impazzata. In ogni caso, tremo.

Tremo, e mi sembra che l'edificio, il suolo e l'intera terra tremino insieme a me. Quando ho iniziato a modellare l'argilla delicata e fragile per creare dei fiori, le mie mani già tremavano.

L'emozione, il capogiro del tabù - trasformare un materiale così sporco, umido, ma così fertile e pieno di possibilità in quei fiori apparentemente intoccabili e fragili - mi ha portato a questa serie: Odore di Femmina.

Una serie che gioca con il mistero dell'Altro, con l'attrazione e la repulsione, il desiderio e la paura, quel Continente Nero che è il sesso stesso, ciò che ci fa tremare nel profondo del nostro corpo. Don Giovanni non è lontano.

E un giorno, mentre stavo costruendo un'enorme figura fatta di fiori, ho pensato tra me e me: com'è bella... sembra tremare. E alla fine ha davvero tremato, prima di crollare sotto il proprio peso. Solo per rinascere, giorni dopo, sotto le mie mani. L'eterno ritorno.

In Glorie, è il tremore di fronte all'ignoto, al divino, all'infinità del mondo e dell'universo, al potere stesso, che mi ha spinto a creare opere che sembrano mutare all'infinito sotto un raggio di sole o una nuvola scura che passa.

E penso a Tosca, quando dice, dopo il suo atto crudele ma davvero eroico: “E davanti a lui, tutta Roma tremò”. La lotta tra vespe e api, tra le cicale di La Fontaine e le utopie di Beuys. Tra denaro, potere e poesia.

Una perla nera diventa un incrocio esistenziale, pieno di paura e speranza.

I punti di vista - quei luoghi in cui ci ancoramo per pochi secondi o minuti - guardano le opere e il cielo attraverso le finestre. Dove, per un breve istante, troviamo la calma... prima che la realtà ritorni inevitabilmente: il vulcano al largo della costa e, in lontananza, quella città che porta ancora le cicatrici e le ferite del terremoto.

Johan Creten

Alfonso Artiaco è lieto di presentare Un pomeriggio alla finestra, la prima mostra personale in galleria di Ulrich Wulff (n. 1975, Kempten, Allgäu

I dipinti di Wulff si configurano come soglie: non finestre verso l’esterno, ma superfici che restituiscono lo sguardo alla tela stessa. Ogni opera diventa un luogo di risonanza interiore, un invito a sperimentare la pittura come strumento di introspezione e di presenza, piuttosto che come semplice apertura sul mondo esterno.

Al centro della sua ricerca vi è una sensibilità cromatica raffinata e acuta. Le costellazioni di toni che emergono dalla memoria e dalla percezione combinano armonie delicate con accostamenti inattesi. Le campiture di colore, spesso definite da linee essenziali o da sottili divisioni geometriche, creano spazi complessi e variabili, dove forme e piani sembrano oscillare, sfumare e intersecarsi in un dialogo silenzioso e misurato. In questi campi cromatici, il colore non si limita a definire lo spazio: diventa materia viva, ritmicamente modulata, capace di suggerire profondità e movimento, di instaurare relazioni sottili tra luce e superficie, presenza e percezione.

Il linguaggio visivo dell’artista si muove con equilibrio tra controllo e spontaneità, fondendo la chiarezza strutturale con l’immediatezza del gesto pittorico. In questo spazio tra disciplina e libertà, il colore diventa esperienza sensibile: ogni tela trattiene memoria ed emozione, restituendo alla pittura la sua essenza più umana e profonda.

Il titolo della mostra si riflette nella particolare esperienza dello spazio espositivo. All’interno dell’architettura raccolta e priva di finestre, i dipinti suggeriscono un’apertura immaginaria. Come sostare davanti a una finestra silenziosa in un pomeriggio quieto, lo spettatore è invitato non a contemplare l’esterno, ma a immergersi in un momento sospeso di riflessione e introspezione.

Per Wulff la pittura non costruisce illusioni: rivela ciò che è già presente, dentro di noi, tra di noi e attraverso di noi. In questa rivelazione risiede la forza del suo lavoro: la capacità di comunicare la sensualità unica dell’immagine dipinta, di affermare la presenza e la dimensione spirituale dell’arte, al di là di concetti e sistemi.