Jan van der Ploeg

Informazioni Evento

Luogo
GIACOMO GUIDI
Largo Cristina di Svezia 17 00165 , Roma, Italia
Date
Dal al

dal martedì al sabato 10.30 - 13.30 | 15.00 - 19.30

Vernissage
15/11/2014

ore 18

Uffici stampa
FOSFORO
Generi
arte contemporanea, personale
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Prima mostra personale a Roma dell’artista olandese Jan van der Ploeg.

Comunicato stampa

Giacomo Guidi é lieto di presentare la prima mostra personale a Roma dell’artista olandese Jan van der Ploeg. La mostra avrà luogo nella prima sala, che ospiterà un wall painting e una selezione di recenti opere su tela di van der Ploeg. L’esperienza sará completata dall’artista solamente nei giorni conclusivi della mostra, quando una serie di wall paintings trasformeranno per 6 mesi i corridoi dello spazio di Largo Cristina di Svezia.

Jan van der Ploeg ha iniziato a utilizzare il motivo dei Grip per le sue opere a partire dal 1997. Il Grip è una sorta di ready-made derivata dalla forma della sagoma dei buchi per le mani nelle scatole di cartone. Per l’artista è essenziale che il Grip sia una geometria quotidiana e facilmente riconoscibile, che possa essere trasposta in un contesto pittorico senza dover apportare alcun cambiamento. Grip è solamente il punto di partenza, il modulo. Van der Ploeg lo utilizza dai murali realizzati secondo le condizioni architettoniche che incontra, fino a panel paintings, opere piccole e intime.

I primi Grips di van der Ploeg appaiono nel 1997 sui muri dei palazzi e dei cortili di Amsterdam, concepiti come figure, facce o segni di punteggiatura schematizzati, aventi le stesse caratteristiche dei ‘tags’. Il suo lavoro è legato al Neoplasticismo di Piet Mondrian e al movimento De Stijl di Theo van Doesburg. Nel contesto della galleria, spazio di osservazione intenzionale, i dipinti di van der Ploeg rivelano un effetto dissimile. Con la medesima destinazione d forma e il medesimo vocabolario ripetitivo, il lavoro smaschera le limitazioni dello spazio visivo. Qui i wall paintings evocano esclusivamente la loro concretezza. La loro realtá si concentra nella linea, nel colore e nella superficie.

Laddove, in luoghi pubblici, l’astrazione assume particolaritá sociali e politiche, nella galleria i wall paintings negoziano formalmente la prostetica dello spazio stesso.

L’intervento di Jan van der Ploeg per la Charlottenburg Exhibition Hall di Copenhagen, con i suoi mattoni oversize sulle pareti classiche della struttura, ha conquistato un effetto figurativo, apportando un commento diretto allo spazio. Nel lungo e stretto corridoio del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, applicando cinque strisce colorate una sopra l’altra, è riuscito a evocare un senso dello spazio completamente nuovo per i visitatori del museo. Nel suo wall painting per l’Hammer Museum di Los Angeles, van der Ploeg ha dato vita a un’interazione accentuata di diversi motivi Grip colorati, che in quell’occasione sono sfuggiti alla pronunciata orizzontalitá e verticalitá sancita dalla tradizione di Mondrian, assumendo invece l’aspetto di volumi pittorici fluttuanti, cadenti, ribaltati e immersi. Le forme si muovono in cerca di un equilibrio all’interno dello spazio pittorico. Uno spazio pittorico che è invece situato in quello architettonico.

Untitled,2014,72x57, acrilico su tela
Jan van der Ploeg (Paesi Bassi, 1959) vive e lavora a Amsterdam. Ha studiato presso la Gerrit Rietveld Academie a Amsterdam (1982-1983) e successivamente un anno al Croydon College of Art di Londra. Dal 1983 al 1985 ha frequentato la Rijksakademie di Amsterdam. Van der Ploeg è stato vincitore nel 1990 del Royal Award for Modern Painting nei Paesi Bassi.

Esposizioni personali e collettive: The Dunedin Public Art Gallery di Dunedin, Nuova Zelanda, Hammer Museum di Los Angeles, USA, Mercedes Benz Showroom Gallery a Berlino e Monaco, Germania, Zona Maco Mexico Arte Contemporanea a Oaxaca, Messico.
Collezioni: Daimler Art Collection di Berlino, Germania, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, Paesi Bassi, il Ministero delle Finanze de L’Aia, Paesi Bassi, l’Ambasciata Olandese di Londra, Regno Unito.