Italo Zuffi – Potersi dire
“Potersi dire” è il titolo del progetto di Italo Zuffi per il Museo MAN, secondo di una serie di momenti di approfondimento sul lavoro dell’artista avviata nello scorso febbraio dalla Nomas Foundation di Roma e destinata a coinvolgere, nel corso del 2015, il de Appel Arts Centre di Amsterdam e l’ar/ge kunst di Bolzano.
Comunicato stampa
“Potersi dire” è il titolo del progetto di Italo Zuffi per il Museo MAN, secondo di una serie di momenti di approfondimento sul lavoro dell’artista avviata nello scorso febbraio dalla Nomas Foundation di Roma e destinata a coinvolgere, nel corso del 2015, il de Appel Arts Centre di Amsterdam e l’ar/ge kunst di Bolzano.
L'esposizione al MAN è rivelatrice dei due distinti percorsi di ricerca presenti nell'opera dell’artista: un versante più intimista, di indagine introspettiva, e uno legato all'analisi del suo rapporto con il sistema-arte, sempre visualizzato e risolto con filtro autobiografico.
Al primo filone appartiene il lavoro Poesie doppie, ideato nel 2014, una performance in cui Zuffi recita alcune sue poesie scritte nel corso degli ultimi anni. Il contenuto delle poesie offre uno sguardo sul tempo delle relazioni, “su una presa di coscienza corporea, in transito verso un alleggerimento esistenziale”. La recita a memoria delle poesie avviene in base a una coreografia tesa a crearsi una distrazione, nonché a proporre un esercizio di specchiatura.
Il secondo lavoro in mostra, Incentivi, è una nuova produzione realizzata in occasione del progetto al MAN, concepita come un dialogo diretto con il sistema dell’arte, di cui sono evocate regole interne e logiche collettive di legittimazione. Un ciclo di testi su tela che riflettono sul rapporto tra produzione di opere e loro circolazione attraverso sistemi promozionali e di mercato. Questi nuovi lavori, presentati negli spazi della project room del museo, proseguono il percorso di verifica, avviato dall'artista nel 2010, attorno al concetto di “competizione” intesa come rappresentazione di ciò che concerne sia strategie di diffusione del lavoro, sia i luoghi e gli agenti in cui queste si attivano. In questo caso, il lavoro interroga l'economia dell’artista nell'ambito allargato del mercato dell'arte.
Alla mostra al MAN sarà affiancato un laboratorio con gli allievi del master di primo livello in Diritto ed economia dell’Arte e della Cultura (Decamaster) organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sassari in collaborazione con UniNuoro e Fondazione Banco di Sardegna. Il laboratorio prevede lo svolgimento di una serie di esercizi di gruppo, tesi allo sviluppo di un'analisi critica della visione e dell'esperienza dell'opera in un contesto di sistema.
Italo Zuffi (Imola, 1969. Vive a Milano) nel suo lavoro utilizza scultura, performance, foto e scrittura per creare “non un disegno totale, bensì una serie indefinita di stanze” (Pier Luigi Tazzi, 2003). Ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Bologna (Diploma in Pittura, 1993), e al Central St Martins College of Art & Design di Londra (Master of Arts, 1997). Nel 2001 gli è stata assegnata la Wheatley Bequest Fellowship in Sculpture presso l’Institute of Art & Design di Birmingham (GB). È docente di Scultura presso l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila dal febbraio 2015, e dal 2011 è Guest-Lecturer in Performance alla Royal Academy of Arts dell'Aja (NL).
Mostre personali (recenti): Quello che eri, e quello che sei, Nomas Foundation, Roma; Gli ignari, appartamento privato, Milano (2013); La penultima assenza del corpo, Fondazione Pietro Rossini, Briosco (2012); Zuffi, Italo, Pinksummer, Genova (2010).
Mostre collettive (recenti): Esercizi di Rivoluzione, un progetto di Maxxi e Nomas Foundation, Maxxi, Roma (2014); Le leggi dell’ospitalità, Galleria P420, Bologna (2014); Per4m, Artissima, Torino (2014); I baffi del bambino, Lucie Fontaine, Milano (2014); La Pelle – Symphony of Destruction, MAXXX Project Space, Sierre (2014); Le statue calde, Museo Marino Marini, Firenze (2014); Drive my car, OPENING Via Pola, Milano (2013); Italia Tropici, Angelo Mai Altrove Occupato, Roma (2013); Il fascino discreto dell’oggetto. Figura 2: Natura Morta, GNAM, Roma (2013); Almanac, Newman Popiashvili gallery, New York (2013); Fuoriclasse, Villa Reale, Milano (2012); Mexico City Blues, Shanaynay, Parigi (2012) e New York Gallery, New York (2012).