Italianitudine
Vista dagli altri. Alcuni artisti stranieri che hanno operato in Italia interpretano lo spirito della Costituzione italiana per confrontarlo con la realta’ socio-politica contemporanea, alla ricerca della nostra identita’ a volte perduta nei giri di potere messi in atto in questi 150 anni.
Comunicato stampa
Sabato 17 marzo alle ore 19.30 nell'ambito della programmazione Spac_fvg spazi pubblici arte contemporanea del Friuli Venezia Giulia, verrà inaugurata in Villa Di Toppo Florio a Buttrio la mostra d'arte contemporanea Italianitudine. Prima, a partire dalle 17, interventi di Marco Baravalle, Riccardo Caldura e Kristrian Franzil ed incontro tra gli artisti ed il curatore Paolo Toffolutti. Rinfresco a seguire.
Si tratta della seconda parte di un progetto più ampio che ha preso avvio con la mostra parallela Udineitalian.it, la cui inaugurazione ha avuto luogo sabato 10 marzo a Udine nella Galleria comunale Tina Modotti, nonché ex mercato del pesce (Ud), ed il cui percorso si snoda anche in altre due sedi, la Casa della Confraternita in Castello e Il Battistero del Museo del Duomo.
Le sedi udinesi hanno accolto le artiste, mentre a Buttrio esporranno i loro colleghi maschi. Un gruppo di 21 artiste/i nate/i all'estero che, per contingenze varie, hanno vissuto in Italia per periodi più o meno lunghi ed ai quali il curatore Paolo Toffolutti ha chiesto una riflessione su quanto, nel paese reale, sia conosciuto e venga applicato lo spirito della Costituzione della Repubblica Italiana. Le mostre porteranno nei due contesti espositivi opere che tematizzano i contenuti dei diritti costituzionalmente sanciti, quali la persona, la laicità, l'uguaglianza di trattamento ed opportunità, la solidarietà, la pace, il lavoro... e lo faranno attraverso opere pittoriche, fotografiche, video, installative, scultoree, performative secondo una selezione di artisti appartenenti alle generazioni comprese dai 25 ai 48 anni. Gli artisti invitati sono Karin Andersen (Germania), Daniella Alejandra Perez Bacigalupo (Cile), Tomislav Brajnović (Croazia), Léo Yigit Ekiz (Turchia), Marc Giloux (Francia), Lek M. Gjeloshi (Albania), Cata Gonzales (Cile), Matias Guerra (Cile), Dritan Hyska (Albania), Lea Jazbec (Slovenia), Kensuke Koike (Giappone), Loreta Lorenzon (Argentina), Armando Lulaj (Albania), Kaori Miyayama (Giappone), Robert Pettena (Gran Bretagna), Giuliana Racco (Canada), Christian Rainer (Germania), Gaston Feltrin Ramirez (Messico), Nordine Sajot (Francia), Andreea Werner (Romania), Eltjon Valle Marinz (Albania), buona parte dei quali saranno presenti in mostra alle inaugurazioni.
Il catalogo sarà arricchito dai contributi culturali di Marco Baravalle, Riccardo Caldura, Annalisa Comuzzi, Kristrian Franzil e Paolo Toffolutti e dai testi critici di Rachele D'Osualdo, Alisa Franzil, Veronica Fratter e Alice Ginaldi,.
Ideazione, produzione e realizzazione del progetto sono ad opera di Neo associazione culturale di Udine e rese possibili dai contributi della Regione FVG Assessorato alla cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie e del Comune di Buttrio Assessorato alla cultura, con la partecipazione del Comune di Udine, dei Civici Musei, del Museo del Duomo, della Proloco Buri, del Gruppo Bravi, Le Generali Assicurazioni, Interna, Lis Neris.
Come ci rappresentano i nostri vicini più prossimi, gli stranieri, venuti a cercare nel nostro paese fortuna o un luogo migliore per vivere e crescere i propri figli? Come ci guardano e di cosa parlano le loro rappresentazioni nel momento che hanno fatto conoscenza con la nostra lingua cultura e politica attuali? Una cultura e una società, la nostra, che si è data un'unità nazionale soltanto da 150 anni, ma l’identità italiana è nata oltre un millennio addietro ed è stata sempre basata sulla comune conoscenza della lingua letteraria, sul condiviso linguaggio delle arti visive, del teatro, della musica, sull’armonica e appagante bellezza di un’intera cultura. Inoltre, il bel paese è stato percorso dagli ininterrotti scambi finanziari e commerciali tra Genova, Venezia, Firenze, Milano e il Regno di Napoli.
Attraverso i quali – malgrado le divisioni politiche e le conseguenti debolezze strategiche – furono inventati nuovi modi di concepire l’economia e la vita stessa degli uomini. Dopo 500 anni di totale egemonia straniera, i vari staterelli italiani si erano progressivamente appannati dal punto di vista civile: da soli, piccoli e divisi, non sarebbero mai stati in grado di entrare nella “modernità” politico‐economica.
L’idea di unire l’Italia in un unico Stato, dunque, nacque perché la “Rivoluzione industriale” in Inghilterra, la “Rivoluzione politica” in Francia e la “Rivoluzione democratica” in America avevano mostrato al mondo quanto potenti, influenti e ricchi si potesse diventare a certe condizioni. Si pensò, giustamente, che gli italiani, uniti in una sola Nazione, avrebbero potuto risalire agli antichi splendori civili, culturali, politici e – soprattutto – economici. L’unità d’Italia portò così alla nascita di un grande Stato nazionale sovrano che – malgrado la disastrosa sconfitta militare nella Seconda guerra mondiale – raggiunse un benessere economico che le genti dell’Italia non avevano conosciuto neanche quando dominavano il mondo, al tempo dell’Impero Romano. I valori del Risorgimento permeano quei concetti di giustizia e libertà contenuti nella nostra legge fondamentale.
La Costituzione come strumento per raggiungere l'unità nazionale dunque, non come fattore di rafforzamento dell'identità nazionale che, se esasperata, può diventare nazionalismo. Ed è nella natura stessa del costituzionalismo essere aperti universalmente anche ai non cittadini. L'obiettivo dei padri costituenti era perseguire l'unità nazionale attraverso una carta che non cancellasse l'identità ma la aprisse agli apporti i più vari. Il valore più profondo da rintracciare in quel documento è, dunque, dato dal fatto che una persona può essere bianca, nera o gialla, buddista, musulmana o cattolica ma, se rispetta la Costituzione, rispetta l'etica condivisa da tutti».
Dunque, Costituzione come "idea metaetica" la cui osservanza consente a tutte le altre etiche, individuali e collettive, di convivere. L'obiettivo, ora, è trovare in essa quei fattori minimi di condivisione che ci consentano non l'assimilazione del diverso, ma l'integrazione con il diverso, come accade in tutti i paesi liberal‐democratici del mondo. Ed è proprio attraverso la lettura di quel "manuale di manutenzione" di un Paese che è la Carta Costituzionale, che si può leggere le aspirazioni ed i termini di funzionamento dello stesso. Italianitudine_visti dall'altro fa leggere ad alcuni artisti stranieri che risiedono ormai da tempo in Italia gli articoli della costituzione italiana per confrontarli con la realtà socio politica contemporanea alla ricerca della nostra identità a volte perduta nei giri di potere messi in atto in questi centocinquant'anni di storia.
Chissà a cosa pensano e come ci vedono loro "dall'altro", come interpretano la nostra italianitudine portata al largo da questi ultimi 150 anni di età. Una mostra d'arte contemporanea per festeggiare il compleanno della nostra unità che vuole, tra gli invitati, riservare un posto speciale ai nostri vicini affinchè ci parlino di noi, affinché osservino i nostri pregi e difetti, affinché portino in questa occasione di festa il regalo che, da soli, in rapporto solipsistico, non ci saremmo mai potuti sinceramente permettere, cioè uno sguardo su come siamo e siamo stati italiani.