In sintesi Plart. Il fascino del Novecento
La mostra “In sintesi Plart. Il fascino del Novecento” a cura di Pina Di Pasqua, dove il XX secolo viene raccontato per decadi.
Comunicato stampa
Visitare il Museo Plart equivale a intraprendere un viaggio nella memoria attraverso gli oggetti di una delle collezioni di plastiche storiche più organiche al mondo. Accanto a opere di importanti artisti e designer contemporanei italiani e internazionali del calibro di Tony Cragg, Haim Steinbach, Peter Ghyczy, Andrea Branzi, Enrico Baj e Ugo La Pietra, il cuore della raccolta è rappresentato da una curiosa e raffinata serie di oggetti di design anonimo che raccontano la storia di questo variegato e duttile materiale dalla seconda metà dell’Ottocento ai giorni nostri: borse, gioielli, arredi, utensili comuni, elettrodomestici, giocattoli e apparecchi radio, realizzati in bois durci, celluloide, acrilico, resina fenolica, polietilene, polistirene, pvc, abs e altri polimeri sintetici. L’eccezionale connubio tra arte e design d’autore è testimoniato dai tanti prototipi progettati negli anni Sessanta e Settanta dalla Gufram, come il Capitello firmato dallo Studio65, il Cactus di Guido Drocco e Franco Mello, il Pratone di Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso, la Farfalla e il Pavé Piuma di Piero Gilardi, tutti in poliuretano.
Tre le tappe fondamentali in cui il percorso espositivo si snoda:
la mostra “In sintesi Plart. Il fascino del Novecento” a cura di Pina Di Pasqua, dove il XX secolo viene raccontato per decadi;
l’iconica teca progettata dallo Studio MdAA, che ospita una selezione ragionata della collezione;
il set della video-mostra PLASTIC… FREE KITCHEN dove, come in una stanza delle meraviglie, è allestita una cucina degli anni Sessanta.