Il ritratto antico
Il disegno in condizione di deprivazione visiva è una pratica sperimentale che nasce con le Avanguardie Storiche e che attraversa tutto il Novecento, con lo scopo principale di evitare la simulazione di spontaneità. Molti artisti hanno ideato diverse varianti di questa procedura, seguendo diverse teorie estetiche e dunque ottenendo diversi risultati: il dadaista Hans Richter, il minimalista Robert Morris, l’eventualista Giovanni Di Stefano.
Comunicato stampa
Il disegno in condizione di deprivazione visiva è una pratica sperimentale che nasce con le Avanguardie Storiche e che attraversa tutto il Novecento, con lo scopo principale di evitare la simulazione di spontaneità. Molti artisti hanno ideato diverse varianti di questa procedura, seguendo diverse teorie estetiche e dunque ottenendo diversi risultati: il dadaista Hans Richter, il minimalista Robert Morris, l’eventualista Giovanni Di Stefano.
Proprio nel solco della Teoria Eventualista, all’interno del corso di studi di Teoria della Percezione e Psicologia della Forma, lo studente Marco Marini ha ideato nel 2008 un primo esperimento di deprivazione visiva con gli studenti della Facultad de Bellas Artes dell’Universidad Complutense de Madrid presentandone i risultati nella tesi “La Deprivazione Visiva come pratica sperimentale”.
Per la mostra RITRATTI / le tante facce DEL POTERE è stato ideato e realizzato un nuovo esperimento di deprivazione visiva, questa volta applicata alla scultura antica: Cicerone, Livia e Probo sono diventati gli stimoli estetici per una ulteriore sperimentazione “alla cieca”.
Come ridisegnare la fisionomia di una scultura di marmo e come rappresentare i volti del potere, in assenza di controllo visivo? Una situazione d’emergenza psichica che ogni visitatore ha potuto sperimentare su di sé e che oggi può rivedere e analizzare alla luce dei risultati collettivi. Il setting della Scatola per Ritratti, di forte impatto emotivo, ha infatti permesso di instaurare un dialogo innovativo con il pubblico, ampliando notevolmente la ricerca.
Nelle Sale Didattiche sono visibili i disegni dei visitatori che hanno realizzato l’esperimento e i principali risultati sperimentali, corredati dalle fonti storiche di questa procedura così originale ed emozionante.
Nell'ambito delle attività educative dei Musei Capitolini, questa sperimentazione didattica è stata curata da Miriam Mirolla, docente di Psicologia dell’Arte e di Teoria della Percezione e Psicologia della Forma presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, membro del comitato scientifico della Rivista di Psicologia dell’Arte ed esponente storico dell’Eventualismo.