Il Restauro degli Arredi Lignei
Presentazione del volume Il Restauro degli Arredi Lignei L’ebanisteria piemontese Studi e ricerche a cura di Carla Enrica Spantigati e Stefania De Blasi Nardini Editore
Comunicato stampa
Presentazione del volume
Il Restauro degli Arredi Lignei
L'ebanisteria piemontese
Studi e ricerche
a cura di Carla Enrica Spantigati e Stefania De Blasi
Nardini Editore
Intervengono
Cristiana Maccagno, Commissario Vicario della Fondazione Ordine Mauriziano
Rosaria Cigliano, Presidente della Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura
Edith Gabrielli, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte e Direttore scientifico del CCR La Venaria Reale
Luigi Quaranta, Presidente Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”
Kirsten Aschengreen Piacenti, Direttrice Museo Stibbert di Firenze
Seguirà la visita all'Appartamento di Levante accompagnati dagli autori.
Il volume presenta il lungo e complesso programma di studi e restauri che ha coinvolto il settore arredi lignei del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale dal 2006 al 2010, in particolare per quanto riguarda le metodologie di intervento applicate alla conservazione e all’approfondimento della tecnica esecutiva dell’ebanisteria piemontese del Settecento. L’occasione è nata dalla possibilità di intervenire su un prezioso nucleo di mobili recuperati nel 2005 dopo essere stati trafugati l’anno precedente dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi, e affidati al CCR per il restauro nel 2006. Gli interventi sono stati eseguiti con il sostegno della Compagnia di San Paolo così come il volume che ne raccoglie gli esiti.
Quest’esperienza ha permesso di sviluppare un approccio nuovo nell’ambito della tradizione del restauro in Italia sui manufatti lignei appartenenti alle “arti decorative”. Il CCR, nato nel 2005, aveva infatti posto tra i suoi obiettivi quello di diventare istituto di riferimento per la prassi di conservazione e restauro degli arredi lignei e delle arti decorative, ambiti artistici strettamente legati al territorio piemontese e al patrimonio delle Residenze Sabaude e meno analizzati dalla tradizione metodologica degli altri grandi Istituti nazionali di restauro.
Per la prima volta in un’unica struttura di restauro è stato possibile intervenire contemporaneamente, e con il coinvolgimento di diverse professioni (restauratori, storici dell’arte, diagnosti, fotografi), su oltre 40 arredi coevi e dalla storia conservativa particolarmente complessa e stratificata.
Questo libro ha voluto riflettere sui principali temi legati al restauro del mobile con un approccio di metodo identico a quello tradizionalmente messo in atto per le altre tipologie artistiche, come i dipinti o le sculture.
Grande attenzione è stata rivolta ad esempio alla ricerca storica, così come all’analisi delle cause di degrado indagate con appositi piani diagnostici e alle scelte sulle integrazioni materiche e pittoriche affrontate secondo approcci innovativi nei materiali.
Le indagini diagnostiche, utili per conoscere la natura dei degradi e le tecniche esecutive, sono state applicate sia alle strutture che alle decorazioni superficiali e particolarmente significativi sono stati i risultati emersi sulle strutture ottenuti con la TAC, analisi che ha permesso di orientare le scelte di restauro.
L’innovazione ha riguardato anche i metodi per eseguire le integrazioni, irriconoscibili all’occhio ma eseguite con materiali inusuali e documentati con nuovi sistemi di mappatura.
Un approfondimento specifico è stato rivolto anche al problema della finitura superficiale dei mobili – vernici e protezioni: lo studio delle fonti storiche si è integrato con l’applicazione di materiali innovativi nel rispetto dei criteri di reversibilità e durabilità nel tempo.
Il coniugare tradizione e innovazione proposto dal CCR ha riscontrato l’approvazione a livello nazionale e internazionale, con la partecipazione del Centro a diversi convegni e workshop, e soprattutto ha permesso lo sviluppo di una linea metodologica in costante approfondimento, anche grazie ad altri eccellenti interventi eseguiti su opere del Palazzo del Quirinale e della Fondazione Accorsi-Ometto di Torino, realizzate dall’ebanista più rappresentativo delle arti del Settecento piemontesi, Pietro Piffetti.
Un percorso a capitoli, con casi documentati, permette al lettore di addentrarsi, “strato dopo strato”, nel cuore dell’opera, per capirne la struttura e la complessità.
Un viaggio per scoprire dettagli invisibili che attraverso la lente del restauratore diventano particolari fondanti e caratterizzanti l'opera stessa.
Ingresso libero
Informazioni: tel. 011 4993011 – [email protected] www.centrorestaurovenaria.it
Informazioni stampa: Alessandra Valsecchi - [email protected] - 340 340 5184
Il Restauro degli Arredi Lignei
L'ebanisteria piemontese
Studi e ricerche
a cura di Carla Enrica Spantigati e Stefania De Blasi
2011, CCR La Venaria Reale
Nardini Editore
Volume realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo
Indice
Capitolo I Manutenzione e restauri storici
Un breve excursus storico introduce alle attività di restauro portate avanti nelle Residenze Sabaude, dal XVIII al XX secolo, nell’evoluzioni dei ruoli e delle professionalità ad esse associate.
Capitolo II L'utilizzo delle specie lignee
Un dato di stile imprescindibile per lo studio dell’ebanisteria piemontese è costituito dalla scelta dei legnami e dei materiali che venivano impiegati per i rivestimenti decorativi, andando a creare quei magnifici arredi così riccamente intarsiati e lastronati. Un percorso scientifico permette di ricostruire un quadro completo e complesso sulle specie lignee utilizzate; il restauratore imposta di conseguenza un intervento integrativo corretto, attraverso nuovi metodi per il riconoscimento.
Capitolo III Materiali preziosi e policromia
L’utilizzo di materiali preziosi, quali avorio, ebano, madreperla, argenti e pietre preziose, è un carattere distintivo di un gusto di corte che si afferma nel Seicento e nel Settecento e che conosce un momento di grande sviluppo con l’opera di Pietro Piffetti.
Conoscere i materiali e le tecniche di decorazione permette di conservare meglio: l’ausilio di tecnologie avanzate, quali fluorescenza indotta da raggi X o infrarosso falso colore, permettono un’analisi attenta e precisa anche di questi aspetti.
Capitolo IV Le finiture dell'ebanisteria
La verniciatura del mobile di ebanisteria non rappresenta solamente la stesura di un film protettivo, ma la volontà finale dell'ebanista. A partire dagli studi effettuati sull'uso delle vernici nei dipinti e attraverso analisi e nuove sperimentazioni applicative, è possibile trovare applicazioni mirate alle necessità delle differenti opere.
Capitolo V Analisi innovative per il restauro e la conservazione dei beni
La complessità costruttiva di molti arredi rende essenziali indagini che consentono di penetrare, in modo non distruttivo, all'interno della materia costituente l'opera. Metodi endoscopici per poter penetrare “con lo sguardo” all'interno del corpo del mobile e metodi di analisi non distruttiva, mediante l'utilizzo dei raggi X per il rilevamento della struttura interna permettono di ottenere informazioni utili sia alla conoscenza dell'opera sia all'intervento di restauro vero e proprio. Nei casi presentati dal CCR, ricorre l'uso, altamente innovativo, della radiografia digitale e della tomografia computerizzata (TAC).
Carla Enrica Spantigati, storica dell’arte e Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte dal 1995 al 2010, è stata il primo direttore scientifico del CCR. Ha contribuito a tracciare le linee guida per l’attività del Centro in collaborazione con gli altri Istituti di Restauro e con gli Enti ministeriali di tutela. Ha particolarmente seguito il settore degli arredi lignei dirigendone personalmente i restauri per le opere provenienti dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Stefania De Blasi è responsabile del Centro di Documentazione del CCR. E’ dottore di ricerca in storia del restauro, museologia e critica artistica ed è specializzata in storia delle arti decorative. Insegna Storia e tecniche del restauro come docente a contratto al Corso di laurea in Scienze e tecnologie dei Beni culturali dell’Università di Torino. Segue in particolar modo le attività del Centro legate al settore degli arredi lignei e delle opere provenienti dalle Residenze Sabaude.