Il gioiello come ricerca artistica
Ultimo appuntamento con il ciclo di conferenze sul gioiello come forma d’arte organizzato da Le Arti Orafe. Maria Cristina Bergesio offrirà una panoramica sulla ricerca artistica nel campo dell’oreficeria che si è sviluppata tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento generando una nuova concezione del gioiello che, svincolato dalla sua funzione tradizionale e dal valore dei materiali, diventa opera d’arte che trasmette un messaggio.
Comunicato stampa
Il gioiello come ricerca artistica: la seconda generazione (1970-80)
Gijs Bakker, Giampaolo Babetto, Gerd Rothmann, Peter Chang
Giovedì 1 marzo al Museo Marino Marini ultimo appuntamento con il ciclo di conferenze sul gioiello come forma d’arte organizzato da Le Arti Orafe. Maria Cristina Bergesio offrirà una panoramica sulla ricerca artistica nel campo dell’oreficeria che si è sviluppata tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento generando una nuova concezione del gioiello che, svincolato dalla sua funzione tradizionale e dal valore dei materiali, diventa opera d’arte che trasmette un messaggio. L’orafo-artista si ispira alle nuove sperimentazioni delle arti visive e utilizza tecnologie innovative per creare gioielli che traggono un nuovo significato da chi li indossa, uomini e donne che esprimono la propria personalità tramite la libera interpretazione dell’arte di adornarsi.
Si parlerà della gioielleria rivoluzionaria dei Paesi del nord Europa, come Olanda, Inghilterra e Germania pionieri del rinnovamento delle arti applicate, in cui l’utilizzo di materiali innovativi come carta, alluminio, nylon, Pvc, plastica si fonde con una nuova visione del corpo. Tra i maggiori esponenti dell’oreficeria nordeuropea: l’olandese Gijs Bakker che propone gioielli minimalisti in alluminio e plastica creati per adattarsi al corpo umano che diventa complemento simbolico del monile; Peter Chang artista inglese che dagli anni Ottanta si focalizza sulla lavorazione della plastica con cui realizza ornamenti con forme surreali e colori sgargianti; l’orafo tedesco Gerd Rothmann che utilizza per le sue opere calchi di parti anatomiche dell’uomo spesso ripetuti in sequenza.
Sarà descritta l’opera del grande orafo padovano Giampaolo Babetto che ha scelto di comunicare la sua interiorità con gioielli che sono delle vere e proprie micro-costruzioni architettoniche rese da delicatezza e precisione delle forme geometriche
I GIOVEDÌ DEI GIOIELLI sono stati realizzati in collaborazione con il Museo Marino Marini e OMA, Osservatorio per i Mestieri d’Arte, Fondazione FiorGen e Soroptimist International Firenze Due