Il fantasma della forma da Renoir a Mastroianni

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO PISANI
Via Garibaldi, 1, 36045 , Lonigo, Italia
Date
Dal al

giovedì e venerdì 15.00 / 19.00, sabato e domenica 10.00 / 12.30 e 15.00 / 19.30
Chiuso il 25 dicembre.

Vernissage
21/12/2013

ore 17

Biglietti

5 Euro

Patrocini

Promossa dall'Archivio Umberto Mastroianni di Brescia, da MV Eventi e da Habitare di Tradate, l'esposizione, ordinata negli splendidi spazi di Palazzo Pisani, è patrocinata dal Comune di Lonigo e dalla Provincia di Vicenza.

Main sponsor della mostra è Khriò Woman Shoes, brand marchigiano di calzature tutto al femminile.

Curatori
Floriano De Santi
Generi
arte moderna e contemporanea, collettiva
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Grande mostra “Il fantasma della forma, da Renoir a Mastroianni: la scultura del novecento nella Collezione Boga”, interamente dedicata alla scultura del novecento.

Comunicato stampa

Renoir, Degas, Rodin, Giacometti, Fontana e molti altri in mostra a Lonigo (Vi).
A Palazzo Pisani, la Casa della Cultura leonicena, che sotto la direzione artistica di MV Eventi ha presentato mostre d’arte dedicate a Renato Guttuso, Andy Warhol portando a Lonigo artisti quali Salvador Dalì, Hermann Nitsch e molti altri, sarà presentata dal 21 dicembre 2013 al 16 febbraio 2014 la grande mostra “Il fantasma della forma, da Renoir a Mastroianni: la scultura del novecento nella Collezione Boga”, interamente dedicata alla scultura del novecento con opere di Renoir, Degas, Rodin, Marino Marini, Martini, Matta, De Chirico, Dalì, Giacometti, Manzù, Fontana e Mastroianni.

“È un onore per la nostra Amministrazione offrire alla Città di Lonigo una manifestazione di tale spessore culturale” afferma il Sindaco Giuseppe Boschetto “Presentando a Palazzo Pisani artisti quali Renoir, Degas, Rodin, Fontana, Giacometti il nostro obiettivo di rivalutazione del Palazzo cinquecentesco di piazza Garibaldi sta diventando sempre più concreto e significativo, dando a Lonigo una sede prestigiosa adibita all’esposizione dei grandi Maestri dell’Arte internazionale. Un progetto a lungo termine di valorizzare del nostro territorio e del turismo ad esso correlato che dimostra, grazie alla collaborazione con MV Eventi, come sia vincente il rapporto tra pubblico e privato, che permette di realizzare una piattaforma culturale altrimenti difficile da realizzare e concretizzare.”

“Ad un anno dall’inizio del programma culturale del Comune di Lonigo legato a Palazzo Pisani” le parole dell’Assessore alla Cultura Roberto Nisticò “sentiamo la necessità di dare un segno tangibile e concreto ad un turismo culturale che sta guardando sempre con maggiore interesse alla nostra Città in un momento in cui il progetto Palazzo Pisani - Casa della Cultura, propostoci da MV Eventi ormai un anno fa e pienamente appoggiato dalla nostra Amministrazione, sta raccogliendo i primi frutti e le prime soddisfazioni”.

Spiega Matteo Vanzan di MV Eventi che “dalla plasticità di Rodin all’energica tensione delle sculture di Mastroianni, passando per i concetti spaziali di Fontana e le celebri figure di esseri umani che paiono corrosi dal tempo di Giacometti, la mostra racconta un viaggio attraverso alcuni dei momenti salienti del rinnovamento stilistico della scultura, una disciplina tanto amata dagli artisti, quanto apprezzata da un pubblico sensibile e attento”.

Curata dal professor Floriano De Santi, storico e critico d’arte, Il Fantasma della forma presenta circa 30 opere provenienti dalla Collezione Boga, una delle collezioni più prestigiose in Italia, e vuol essere uno spunto di riflessione per indagare lo stretto rapporto esistente tra uomo e spazio, tra arte e materia e tra poesia e manualità.
Nel Novecento l'anticlassicismo delle avanguardie storiche assume una portata internazionale già dal primo decennio, allorché con il Cubismo e con il Futurismo si pone come proposta alternativa a quella del classicismo. Soprattutto nella scultura allo storicismo sconfinato della forma classica, che comprende nell'immensità del suo orizzonte, della sua harmonia mundi, anche la più remota preistoria, la forma anticlassica contrappone all'idea del continuo l'idea del frammento, alla poiesis apollinea quella dionisiaca: lo spazio non è cosmo ma caos, una dimensione illimitata e buia, in cui scocca improvvisa la scintilla abbacinante dell'evento.

Tanto per rimanere alle opere esposte nella rassegna "Il fantasma della forma: da Renoir a Mastroianni. La scultura del Novecento nella Collezione Boga", bisogna subito dire che alla proposta di Auguste Renoir, di Edgar Degas, di Auguste Rodin, di Giorgio de Chirico, di Arturo Martini, di Giacomo Manzù, di Marino Marini e di Francesco Messina per una nuova universale classicità, Roberto Sebastian Matta, Salvador Dalí, Alberto Giacometti, Lucio Fontana ed Umberto Mastroianni oppongono la proposta di un inedito, attualissimo romanticismo.
Mentre la prima ha dunque un contenuto mitico, discende da un unico archetypos formale, è spazio fatto figura e, come spazio-figura, si uniforma alla morfologia dell'organico, con una tecnica che si ricollega alla gestualità originaria del tagliare, del plasmare, del levigare, rispettando le qualità naturali, la spiritualità intrinseca della materia, la seconda ha un interesse bruciante ai motivi della vita moderna (non, però, allo stesso modo dell'allucinato realismo di Renato Guttuso e di Charles Correia), un simultaneo costituirsi e dissociarsi dell'immagine, uno stridente e metaforico raffronto di morfologia viscerale e meccanica, una fragranza traumatica dell'esito fenomenico, un considerare la materia bronzea non già per quella che è, ma per quella che imprevedibilmente diviene.
La proposta classica e la proposta romantica sono antitetiche, ma ricollegandosi entrambe al "fantasma della forma" suggerito dal filosofo Jacques Derrida, sono complementari e si integrano. Del resto, sarebbe mai stato possibile concepire una scultura europea moderna che non fosse strutturalmente dialettica? E in tal senso scrive con acribia critica Floriano De Santi, curatore della mostra e del catalogo: "L'arresto del tempo, di cui tanto si parla per la scultura è proprio la messa in forma o in circolo del chaos grazie al quale il dinamismo immaginativo si fissa nel bronzo, nel ferro, nel marmo, come all'acme della propria accensione magmatica, non disperdendosi ma esaltandosi, con una malinconia in cui pare annidarsi il mondo ingannevole del mito di Sisifo".