I Marinoni e il Polittico di San Giovanni Battista
Il Polittico di San Giovanni Battista torna a casa dopo un anno di assenza e il Museo Bagatti Valsecchi ne celebra il rientro producendo una piccola mostra, curata da Chiara Paratico, che fa il punto su quest’opera, tanto intensa quanto portatrice di misteri.
Comunicato stampa
Milano, giugno 2016 – Il Polittico di San Giovanni Battista torna a casa dopo un anno di assenza e il Museo Bagatti Valsecchi ne celebra il rientro producendo una piccola mostra, curata da Chiara Paratico, che fa il punto su quest’opera, tanto intensa quanto portatrice di misteri. Realizzato nel 1493 da Giovanni Marinoni con i figli Bernardino e Antonio, il Polittico è l’unico dipinto giunto fino a noi firmato e datato dalla bottega Marinoni. Allestito in mostra fino al 2 ottobre, e poi ricollocato nella sua originaria posizione sullo scalone di via S. Spirito, il Polittico è allestito insieme ad uno schermo touch con un video che consente di contestualizzare e conoscere l’ampia attività dei Marinoni nel territorio di Bergamo.
Quella dei Marinoni è una dinastia di pittori originaria di Desenzano al Serio e attiva per cinque generazioni che domina la produzione artistica della provincia bergamasca, inondandola di polittici, affreschi e pale d’altare. Per scoprire questa enorme produzione artistica una piantina dettagliata della Val Seriana, Val Brembana e Bassa Bergamasca viene data in omaggio ai visitatori del Museo, per consentire la mappatura di tutte le opere presenti sul territorio.
Il successo della pittura dei Marinoni stupisce se lo si misura con le esperienze contemporanee di punta come Milano o Venezia, ma trova spiegazione nel profondo radicamento di questa bottega nel proprio territorio: gli sforzi economici della committenza non sono compensati dall’originalità creativa, bensì dalla qualità dei materiali impiegati, dall’affidabilità della perizia artigiana e dalla facilità di lettura del soggetto dipinto.
Secondo una tipologia diffusa a questa data nell’Italia del nord, il polittico si compone di tavole dipinte e sculture lignee. Proprio le sculture, insieme alla grande cornice di gusto classico rappresentano, rispetto al linguaggio tardivamente goticheggiante dei grandi santi dipinti, gli elementi stilisticamente più avanzati dell’opera, ma la loro autografia è un mistero ancora tutto da chiarire e fa addirittura ipotizzare la mano di due autori diversi: se il San Giovanni Battista nervoso e scavato sembra rimandare all’ambito veneto, la Santa nel registro superiore mostra affinità con i modi di Pietro Bussolo, scultore milanese presente tra Quattrocento e Cinquecento in territorio bergamasco e con il quale i Marinoni collaborarono in più di un’occasione.
“La bottega Marinoni sorprende per la capacità di entrare in relazione con grandi maestri di passaggio nella Bergamasca, come Pietro Bussolo, e soprattutto per il serrato dialogo con le “invenzioni” di Vincenzo Foppa, archetipo di ogni rivoluzione rinascimentale padana” asserisce Chiara Paratico, curatrice della mostra. “Di fronte ai più illustri modelli (Foppa, Bramante, Mantegna), nessuna pretesa di originalità e anzi l’emulazione delle medesime soluzioni iconografiche, spesso senza comprenderne a fondo la portata. Nel lento rinnovamento delle tipologie della tradizione i Marinoni rappresentano un’eloquente testimonianza di un approccio alla pittura come “mestiere” e all’opera d’arte come “materia” preziosa, opera corale di più artigiani, mastri dell’“arte del fare”, lontani dalla più moderna concezione del “fare arte”.
“Questa iniziativa dedicata al Polittico di San Giovanni Battista non è soltanto un modo per valorizzare un’opera della collezione Bagatti Valsecchi – afferma Lucia Pini, conservatore del Museo – ma anche per raccontare una vicenda che sottolinea come le opere d’arte allaccino legami profondi con il proprio territorio. La cultura figurativa non è fatta soltanto di “grandi rotte”, ma è un tessuto ben più ricco e capillare. E Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi lo avevano capito, acquisendo quest’opera di cui certo apprezzavano l’aspetto polimaterico”.
L’assenza di informazioni circa l’acquisizione dell’opera da parte di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi non aiuta a sciogliere i dubbi. Certo è che, all’interno della loro dimora milanese, divenuta oggi museo, i due fratelli riservano al polittico la scenografica collocazione sullo scalone verso via Santo Spirito, nella cui parete di fondo lo fanno addirittura murare. In linea quindi con l’attenzione data dai due fratelli al polittico, la Fondazione sceglie di offrire a Milano e ai suoi visitatori una riflessione sull’arte diffusa nel rinascimento nelle valli bergamasche.
Insieme al supporto di Regione Lombardia, l’esposizione si avvale del contributo progettuale dello studio Lissoni Associati.
Durante i mesi estivi di luglio e settembre il museo e la mostra resteranno aperti al giovedì fino alle ore 20.30 e, previa prenotazione, alle 19 sarà possibile partecipare ad una visita guidata gratuita inclusa nel costo del biglietto d’ingresso.
In occasione della mostra Un affare di famiglia. I Marinoni e il Polittico di San Giovanni Battista è stata avviata una partnership con l’esposizione Nel segno del Rinascimento. Pietro Bussolo scultore a Bergamo a Palazzo della Ragione (Bergamo Alta): dal 16 giugno al 10 luglio chi visiterà una delle due mostre, conservando il biglietto di ingresso, potrà godere dell’ingresso ridotto all’altra.