Hyperlocal
Zero, in collaborazione con MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma , presenta HYPERLOCAL, il primo giornale in formato affissione per e sui quartieri della città.
Comunicato stampa
Zero, in collaborazione con MACRO - Museo d'Arte Contemporanea di Roma , presenta HYPERLOCAL, il primo giornale in formato affissione per e sui quartieri della città. La mostra a cielo aperto degli attori creativi locali del “sottocasa”, dopo aver attraversato Milano e quartieri come NoLo, Navigli, Porta Venezia, Chinatown, Calvairate, Centrale e Bovisa, arriva anche a Roma, aprendo la terrazza del museo al racconto del quartiere che lo circonda.
Dal 2020, da quando la città in lockdown ha sentito l’esigenza di farsi local, Zero racconta l’hyperlocal dei quartieri, la forma più elementare delle nostre città, in cui nascono i tessuti culturali ed economici e da cui ricominciare a esplorare. Tra Milano, Roma, Bologna e Venezia, Zero nel 2021 è una piattaforma di diversi media che racconta i quartieri offline e online, tra affissioni, magazine cartaceo, sito e social, nonché con Club Zero, il primo club dei quartieri dove i creativi incontrati vanno live, coinvolgendo talenti artistici, musicali e culturali in un palinsesto di intrattenimento votato alla valorizzazione delle realtà locali e delle sue comunità. HYPERLOCAL è un modo di avvicinarsi e raccontare la città dell’oggi e del domani con cui ZERO contribuisce a riattivare e sollecitare le filiere creative e culturali supportando e dando visibilità agli attori delle reti locali, coinvolgendo realtà musicali, artistiche e associazionistiche di quartiere, lavorando assieme alle comunità che li vivono e li fanno, portandoci a guardare la città con nuove prospettive, trovando modi diversi di stare insieme e di comunicare.
Punto di partenza per la città di Roma sarà il Quartiere MACRO, un brano di città che ha al suo centro il Museo d'Arte Contemporanea di Roma e si innesta tra Salario, Nomentano e Trieste. Una sorta di quadrante immaginario, da pensare come una carta velina su cui è disegnata una mappa che copre un'area che va da piazza Fiume sino al Coppedè, vede gli alberi di Villa Torlonia e viene sigillata da via Nomentana. Un quartiere storicamente austero, residenziale e ministeriale, dove però si stanno muovendo diverse realtà che ne stanno determinando una nuova vitalità, sebbene ancora tutta sottotraccia, a partire dal Museo stesso. Un esempio emblematico della dialettica tra istituzione e underground che da sempre caratterizza la città di Roma e che vede questi due livelli muoversi uno sopra l’altro senza mai incontrarsi, come fossero delle correnti oceaniche che scorrono ognuna alla sua profondità prestabilita. Basti pensare a realtà nate qui come Hellnation, storico negozio di dischi e altre amenità rigorosamente hardcore e punk, e a Inferno, prosecuzione ideale dell’esperimento Hellnation, guidato dalla compianta Claudia Acciarino e da Martini Enfer. Cherry, studio tra i più rispettati per quel che riguarda tattoo e piercing; Er Box, un ex garage convertito in club da strada, con due piatti su cui girano dischi di musica elettronica affiancati da birrette e vino; JiaMo Lab, che dal nulla ha lanciato una nuova idea di ristorazione cinese, così come un pioniere è stato Kebab in via Valenziani; il training center Volt di Simone Raspagni, unico in città per struttura e filosofia; lo studio di grafica Mistaker; il team di architetti di WAR. O ancora, andando più indietro nel tempo, la galleria Mondo Bizzarro, il Piper degli Esordi e il cinema horror di Dario Argento che da queste parti ha trovato più volte casa.