Hu Huiming – Huisthis? Who is this?

Informazioni Evento

Luogo
MILAN ART & EVENTS CENTER MA-EC
Via Santa Maria Valle 2, 20123, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-19 / sabato ore 15-19

Vernissage
03/10/2018

ore 18,30

Artisti
Hu Huiming
Generi
arte contemporanea, personale

Hu Huiming è un’incontentabile artista a tutto tondo. Si è resa nota al pubblico in Italia come fotografa in occasione del MIA Photo Fair, ma la sua ricerca è multidisciplinare, instancabile nella personale scoperta ed appropriazione di un linguaggio sempre nuovo.

Comunicato stampa

Per cercare la verità, è necessario almeno una volta nel corso della nostra vita dubitare,
per quanto possibile, di tutte le cose.
Cartesio

Hu Huiming è un’incontentabile artista a tutto tondo. Si è resa nota al pubblico in Italia come fotografa in occasione del MIA Photo Fair, ma la sua ricerca è multidisciplinare, instancabile nella personale scoperta ed appropriazione di un linguaggio sempre nuovo. Hu Huiming è un’artista della Galleria MA-EC, un giovane talento che MA-EC segue e sostiene da anni e che ha proposto anche per la recente edizione di WOPART a Lugano.
Dal suo arrivo in Italia nel 2011 Huiming elabora installazioni video e performance, si dedica sia alla pittura ad olio che alla fotografia, facendo spesso confluire le discipline in un’opera. La contaminazione tiene come punto di riferimento la figurazione, gli elementi naturali e il corpo umano.
Rappresentativo della sua poetica, incipit sul suo sito web, è il detto cinese “la realtà è come il fiore nello specchio e la luna nell'acqua’’, perché le emozioni scaturite dall’immagine sono generate da un inganno della percezione, un’illusione.
Leit motiv di tutta la produzione artistica di Hu è la dualità, simboleggiata attraverso il suo contenuto figurale o compositivo e vissuta nel procedimento che comprende azione performativa e disciplina grafica e pittorica, frutto sia di spontaneità che di studio metodico.
La ricerca cresce nella convinzione che ogni cosa esista data l’esistenza del suo contrario, e nel credo che “chi gioca onestamente con l’arte trova sempre nel suo percorso a giocare con gli opposti”.

Huisthis?
Who is this? È la domanda che ci si pone per riconoscere un’identità, o un concetto tangibile, ma la risposta si rivela un paradosso se pensiamo che non esista un'identità univoca ed integra, ma soltanto frammentata, doppia, definibile o perlomeno configurabile attraverso una coppia di concetti opposti, conviventi.
È la prima descrizione che l’artista fa di sé, la sua appartenenza ad una filosofia scettica, dove il dubbio caratterizza ciò che si vede o si crede. Persino nella sua totalità la supposta verità non è mai tangibile allo stesso modo dai diversi individui, tale è ingannevole la sua percezione da risultare la sua componente più affascinante. Eppure tra quello che oggettivamente esiste esperibile per tutti e ciò che vive soltanto nella difformità soggettuale esiste una sottile fenditura, dove il simbolo emoziona con l’inganno percettivo, dove la soggettività tocca l’universalità del sentire umano. In questo sottile cono d’ombra si colloca il lavoro artistico di Hu Huiming.

In mostra
La prima sala della galleria è dedicata al ciclo degli Specchi e a quello della Cornici dipinte.
In entrambi i casi la composizione stessa offre allo spettatore la possibilità di inserirsi nella fruizione dell’opera come elemento destabilizzante ed intrusivo, di farne parte e di potersi distanziare da essa.
Sulla superficie di ogni specchio si riflettono la sala, l’osservatore, persone e momenti di vita diversi, che si relazionano ad un’altra presenza, quella dei dipinti ad olio frammentari. Si può fotografare l’immagine di sé specchiata, oppure catturare un dialogo tra la pittura e chi guarda. La domanda è sul modo in cui la nostra identità condizioni il nostro rapporto con l’arte, e su come l’inganno generi emozioni diverse.
Gioca invece con l’assenza dell’immagine tutto il lavoro seriale, di pezzi unici, con le cornici. I dipinti ci sono, ma non vi è visibile supporto all’interno della convenzionale cornice. Nella sua parte interna in vetro, notiamo la statica corposità dell’affresco, che per come è nata la tecnica non necessita per nulla di intelaiatura, oppure la leggera stratificazione di diversi piani e trasparenze, ancora una volta fuori luogo in un'area di delimitazione.
Pittura beffarda che obbliga a ragionare su ciò che è dentro e ciò che è fuori dalla vista in un quadro, a riconoscere di perdersi oltre un confine.

Su questo doppio binario della logica degli opposti si configura il progetto sui libri Untitled del 2017: unifica in diverse fasi processi di distruzione e costruzione, caos e disciplina metodica, figurazione e celamento dell’immagine, unicità e serialità.
L’artista brucia una parte di manufatti storici come libri vecchi o antichi per aprirli e incollarli così da diventare supporto pittorico di ritratti, occhi, bocche, gesti ed espressioni che funzionano coralmente, fissando nel presente la loro storia e trasformando il corpus dei libri un’installazione di attimi dipinti sulle parole.
A non smentire l’inquietudine è sempre il corpo che a cavallo tra due opposti di realtà e finzione interviene come mediatore tra due universi. Nella seconda sala della galleria esso sarà protagonista con la pittura su supporto più tradizionale, accanto ai libri.

Il corpo rappresentato da alcune sue parti, più spesso ciò che ha un ruolo attivo con l’espressione come il volto, occhi e bocca, o le mani, parlano il linguaggio dei sentimenti, del cuore, senza dimenticare che proprio esso è “ingannevole sopra ogni cosa”, come recita un noto passo biblico. Inganno divertente e gioioso però.
Nella logica del gioco, come in un trompe l’oeil o in un giardino di delizie cinquecentesco, le mani e il busto nudo con body painting, il volto attraverso le lenti, sono protagoniste dei tre video del 2017 “Il fiore nello specchio e la luna nell’acqua”. Un gioco con l’illusione ottica tra vero e verosimile/dipinto ci attira nella sala del piano seminterrato, allestita con dei frame dei video e la proiezione in loop.

Evento AMACI - 13 ottobre
Sabato 13 ottobre, in occasione della giornata del contemporaneo di AMACI, la serata sarà dedicata al tema del paradosso dell’intimità, con la proiezione di un video e una performance che coinvolgerà il pubblico.
Da MA-EC vedremo Antidoto, presentato nell’estate 2018. Sono tre scene in continuo movimento del corpo dell’artista, dove nonostante lo si percorra tutto, esso non si può distinguere il soggetto perché visto da molto vicino. Il montaggio offre tre visuali differenti contemporaneamente, con una ripresa autonoma e in “viaggio” sul corpo così ravvicinato da farlo sembrare a momenti altro da sè, immerso nell’oscurità. Chi guarda instaura un’intimità visiva, ma senza poterlo descrivere. Conosce e non conosce.
Lo stesso discorso sull’opposto, attraverso una intimità estrema tra sconosciuti, è suggerito dalla performance Dormire con l’artista. In un angolo della sala noteremo un letto, sul quale possiamo stenderci per dieci minuti. Se viviamo ogni giorno in un mondo di condivisione spesso inconsapevole, l’ironia entra come un gioco nell’arte, per sperimentarlo in un luogo dove non è solitamente prevista una condivisione non immaginata e intima con uno sconosciuto.