Have a Nice time. Da Kounellis a Shiota

Informazioni Evento

Luogo
MUSEI CIVICI - PALAZZO SAN FRANCESCO
Piazza Convenzione, 10 , Domodossola, Italia
Date
Dal al

Apertura: dal 21 maggio al 15 ottobre 2017
Orari: dalle ore 10:00 alle ore 12:30 e dalle ore 16:00 alle ore 19:00
Giorni di chiusura: lunedì e martedì; mercoledì su prenotazione

Vernissage
20/05/2017

ore 18

Biglietti

è previsto il solo pagamento dell’ingresso al museo: intero € 3,00 – ridotto ragazzi da 12 a 19 anni e universitari € 2,00 – ridotto bambini da 6 a 11 anni, over 60 e diversamente abili € 1,00 – tesserati Associazione Musei d'Ossola, Tessera Regionale Musei e insegnanti accompagnatori classi di scuole, ingresso gratuito.

Patrocini

Promossa e realizzata dalla Città di Domodossola, Assessorato alla Cultura, nell'ambito delle iniziative dell'Associazione Musei d'Ossola, l’iniziativa è, inoltre, sostenuta dall'Associazione Ruminelli e dalla Fondazione Comunitaria del VCO.

Artisti
Mimmo Paladino, Giovanni Manfredini, Jannis Kounellis, Chiharu Shiota, Jaume Plensa, Bernardì Roig, Julian Opie, Franco Rasma, Antony Gormley, Maddalena Ambrosio, Daniel Canogar, Marcus Harvey
Curatori
Antonio D’Amico
Uffici stampa
ROSI FONTANA
Generi
arte contemporanea, collettiva
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In collaborazione con Mimmo Scognamiglio, la rassegna presenta un nucleo di 24 opere e installazioni.

Comunicato stampa

Si inaugurerà sabato 20 maggio a Palazzo San Francesco di Domodossola la mostra “Have a Nice Time. Da Kounellis a Shiota” a cura di Antonio D’Amico. Promossa e realizzata dalla Città di Domodossola, Assessorato alla Cultura, nell'ambito delle iniziative dell'Associazione Musei d'Ossola, l’iniziativa è, inoltre, sostenuta dall'Associazione Ruminelli e dalla Fondazione Comunitaria del VCO.
In collaborazione con Mimmo Scognamiglio, la rassegna presenta un nucleo di 24 opere e installazioni.
Il progetto espositivo è una finestra che si apre sulla storia artistica dell’ultimo ventennio, e si presenta come spazio privilegiato dove fermarsi a guardare e compenetrare le ricerche e le tematiche poste in essere da alcuni fra i più significativi artisti del panorama dell’arte contemporanea italiano e mondiale.

Le opere in mostra tentano di rispondere a una preponderante domanda che si pone la nostra contemporaneità: “a cosa serve l’arte?”, la riposta a questo interrogativo è: “a trovare se stessi”, una risposta implicita - anche se non del tutto -, che si scorge nelle opere, nelle performance e nelle installazioni dell’ultimo ventennio. Può sembrare una risposta banale, retorica, ma è profonda e reale, tanto più che questa considerazione non è soltanto tale per chi crea arte ma anche per chi la propone sul mercato, ovvero il gallerista, e quindi per chi la compra, dunque il collezionista. Un circolo vizioso e allettante in cui i protagonisti sembrano alla ricerca di uno specchio nel quale incontrare e riconoscere qualcosa di se stessi. Da questo girotondo seduttivo si può uscire sconfitti dalla tanta imperfezione, smarriti dall’assenza di punti di riferimenti, divertiti dalle molte stimolazioni, “Have a Nice Time”, ovvero trovare se stessi nello spazio dell’arte, o ritrovarsi salvati dall’immersione nell’ignoto per ritrovarvi il nuovo, come suggerirebbe Baudelaire.

Nel panorama artistico degli ultimi vent’anni, ricco di nuove modalità di pensiero visuale e di idee, si inseriscono il lavoro e la passione di Mimmo Scognamiglio che in questo girotondo è un anello di congiunzione tra artisti in grado di cavalcare linguaggi e proporre nuove letture del reale e dell’Io e i collezionisti, sempre alla ricerca di immagini entro cui ritrovarsi.
La mostra, infatti, propone il lavoro e le passioni di Mimmo Scognamiglio, il gallerista che tra Napoli e Milano ha tracciato con le sue scelte artistiche uno spaccato di storia dell’arte contemporanea, tra Kounellis e Shiota. Dal 1995 a oggi, si sono susseguiti nelle sue gallerie artisti che oggi calcano il panorama dell’arte internazionale e dettano ondate di pensiero che sarà possibile vedere radunati nella suggestiva cornice di Palazzo San Francesco a Domodossola. In quella che è stata un’antica chiesa medioevale e oggi sede della Pinacoteca Civica, potremo soffermarci dinanzi a un racconto per immagini che diventa il fissante di istanti di vita vissuta, di pensieri sconnessi tra loro che si lasciano ricomporre o dipanare dal pubblico con singolarissime interpretazioni e chiavi di letture. Le opere sono frutto di un percorso mentale intrapreso dall’artista che rimane pur sempre fascinosamente misterioso, tanto è vero che ogni opera assume il suo valore reale soltanto grazie al messaggio che ne recepisce chi guarda. Dunque a Domodossola sarà possibile ritrovare vicini tra loro tanti percorsi mentali visibili nelle opere di Maddalena Ambrosio, Chiharu Shiota, Antony Gormley, Peppe e Lucio Perone, Jason Martin, Mimmo Paladino, Joerg Lozek, Daniel Canogar, Jannis Kounellis, Jenni Hiltunen, Jaume Plensa, Anneé Olofsson, Bernardi Roig, Marcus Harvey, Gavin Turk, Giovanni Manfredini, Ximena Garrido Lecca, Spencer Tunick, Julian Opie, Max Neumann, Massimo Kaufmann, Franco Rasma.
È certamente uno spaccato caotico, ma pieno di fermento della cultura artistica del così detto “secolo breve”, non sempre ben definibile entro un linguaggio riconoscibile e univoco, ma che ha portato questi artisti a sovvertire il vecchio concetto di “bellezza” e a definire inediti percorsi che mettono in relazione mondi empirici e sistematici. Così, ciascuno, ancora oggi, procede nelle sue creazioni comportandosi come un vero “motore di ricerca che, lanciato all’inseguimento dei segni, naviga su gigantesche masse di informazioni, in un contesto culturale caratterizzato dall’iperproduzione, dalla moltiplicazione dei formati espressivi, nonché dall’espansione insieme geografica e disciplinare del campo dell’arte”, per dirla con le parole di Nicolas Bourriaud.

Mimmo Scognamiglio fa parte di quella scuola di galleristi napoletani che nel mondo hanno contribuito in maniera sistematica, e con fare imprescindibile, alla produzione degli artisti contemporanei.