Guido Strazza / Gianluca Murasecchi – Da segno a segno

Informazioni Evento

Luogo
EDIEUROPA QUI - ARTE CONTEMPORANEA
Piazza Cenci 56, Roma, Italia
Date
Dal al

dalle 11.30 alle 19.00 Chiuso lunedì e festivi.

Vernissage
13/04/2017

ore 18

Artisti
Gianluca Murasecchi, Guido Strazza
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Con la doppia personale “Guido Strazza – Gianluca Murasecchi: da segno a segno” la Galleria Edieuropa intende rendere omaggio a due artisti che, nonostante l’evidente differenza anangrafica – circa quarant’anni – e di percorso visuale, sono uniti da un rappoprto di stima ed amicizia reciproca ed hanno fatto del “Segno” il loro medium artistico, stilistico e concettuale di riferimento.

Comunicato stampa

Con la doppia personale “Guido Strazza - Gianluca Murasecchi: da segno a segno” la Galleria Edieuropa intende rendere omaggio a due artisti che, nonostante l’evidente differenza anangrafica - circa quarant’anni - e di percorso visuale, sono uniti da un rappoprto di stima ed amicizia reciproca ed hanno fatto del “Segno” il loro medium artistico, stilistico e concettuale di riferimento.

Con oltre 20 opere per lo più in bianco e nero tra dipinti (nel caso di Strazza), tele polimateriche, tele 3D, sculture (nel caso di Murasecchi) ed elementi inediti di design, la mostra intende analizzare e sottolineare l’evoluzione di una disciplina artistica che è sempre attuale ed in continua mutazione nei materiali così come nell’estrinsecazione visiva.

Da un lato il “Maestro di Grafica” Guido Strazza - la cui personale “Ricercare” si è da poco conculsa alla Galleria Nazionale di Roma -, già presente tra gli artisti della Galleria Edieuropa dalla fine degli anni Settanta, quando viene nominato Direttore della Calcografia Nazionale e dopo la pubblicazione del libro "Il Gesto e il segno". Le sue tele evocative, intensamente liriche e marcatamente narrative, che spaziano dal ciclo “Segni di Roma” alla più recente produzione, sintetizzano il percorso di un artista che ha segnato la storia dell’arte contemporanea con le sue incisioni. Attraverso un processo di “memorizzazione”, come rimarcato da Lorenza Trucchi, “Strazza dà ai propri strumenti linguistici – segno, colore, luce, materia, spazio – un carattere ed un valore di immediatezza, di flagranza. Una eredità che gli viene dall’ Informale e che fa sì che la sua pittura sia anche, hic et nunc, proiezione immediata dell’Io”.

Dall’altro Gianluca Murasecchi, presente in mostra con una serie di opere che coprono la sua produzione artistica dell’ultimo decennio, sino al 2017, e testimoniano – come rimarcato da Giuseppe Appella – la sua costante innovazione tecnica del mezzo espressivo. Murasecchi indaga il “Segno” in quanto “valenza materica e cromatica”, lo estrinseca attraverso l’uso di materiali sperimentali quali il polistirene ad alta densità, lo indaga nelle sue multiformi accezioni quali la fusione, l’incisione, lo scioglimento per acidatura, o l’utilizzo di chiodi e viti sia nella copertura delle forme sia nelle loro possibilità di aggetto da una forma data. Il sondaggio inedito di supporti polimaterici conferisce a Murasecchi una grande respiro creativo e fornisce, parallelamente, letture antitetiche ed esiti suggestivi quali le sculto matrici poi stampate su carta giapponese, nonché i lavori pittorici e grafici di grande formato. Il suo “segnare” non è però solo materico ma anche marcatamente “formale”, così come afferma lo stesso Strazza che, in suo scritto del 2008, sottolinea come “fin da un primo sguardo le opere di Murasecchi suscitano la forte sensazione, ma direi anche il sentimento, di essere forma di un pensiero. Il rigore tecnico, la predilezione per la sintesi, la complessa semplicità delle sue composizioni danno a quel pensiero un senso la cui poetica credo che non possa sfuggire”, facendo sì che i segni si trasformino in dei veri e propri “sistemi formali”.

La mostra, in esposizione fino al prossimo 20 maggio, è tra gli eventi promossi dall’ Artughet - Al Ghetto contemporaneamente 18, nell’ambito di “designer speciAl pRojecT”. Per l’occasione sarà arricchita e completata da un “Quadro di luce” di Geo Florenti, che interverrà su un’opera realizzata dai due artisti nel cortile della galleria.
Florenti, artista e designer, è noto nel panorama artistico contemporaneo per le sue istallazioni luminose a consumo zero nei Musei e nei luoghi di cultura italiani.
L’ Edieuropa sarà la prima galleria privata ad accogliere questo innovativo e sperimentale sistema di illuminazione.

galleria edieuropa QUI arte contemporanea
Piazza Cenci 56, 00186 ROMA
06 64760172 [email protected] www.galleriaedieuropa.it
Orario: dalle 11.30 alle 19.00 Chiuso lunedì e festivi.

Guido Strazza (Bagnore, 1922)
Guido Strazza è nato nel 1922 a Santa Fiona (GR), e, nel 1948 ha concluso gli studi di ingegneria civile presso l’Università La Sapienza di Roma. Dall'età di venti anni entra nel circolo dei Futuristi italiani, esponendo in diverse mostre di aeropittura con il suo amico Filippo Tommaso Marinetti. Lascia definitivamente la professione si ingegnere per dedicarsi interamente alla pittura, viaggiando es esponendo tra Brasile - Biennale di San Paolo del 1951 e del 1953-, Cile, Perù e Lima.
Nel 1954 torna in Italia, dove vive tra Milano e Venezia: è questo un momento di forte fermento creativo, e le mostre personali e collettive si susseguono tra il Bel Paese e l’estero. Nel 1964 si trasferisce a Roma, dove frequenta l'ambiente dell'Istituto Nazionale per la Grafica e inizia ad approfondire il mondo dell'incisione, che lo porta dritto alla Biennale di Venezia del 1968. Negli anni Settanta viene nominato Direttore della "Calcografia Nazionale" e pubblica il catalogo "Il Gesto e il segno". Seguono i vari cicli di pitture e di incisioni tra i quali "Trama Quadrangolare", esposto presso il Palazzo Reale di Milano, "Segni di Roma" (con cui ha esposto presso la stessa Galleria Edieuropa nel 1979) e "Cosmati", questi ultimi presentati nuovamente alla Biennale di Venezia del 1984. Nel 1988 riceve il “Premio Feltrinelli” dall’Accademia Nazionale dei Lincei; è di questi anni la collaborazione con l'artista sarda Maria Lai, con la quale realizza il Lavatoio Comunale di Ulassai. Dal 1997 è membro dell'Accademia Nazionale di San Luca, della quale è stato Consigliere Accademico e Presidente nel biennio 2011-2012. Del 1999 è la prima antologica di Pitture dal 1944 al 1999 presso il Palazzo Sarcinelli di Conegliano, mentre del 2002 è tra i "Maestri di Grafica" italiani che espongono alla mostra "Novecento" presso le Scuderie del Quirinale. Si susseguono i premi e le onoreficienze pubbliche (nel 2002 riceve in Campidoglio il Premio "Cultori di Roma", nel 2003 il Premio Feltrinelli per l'Incisione assegnatogli dall'Accademia dei Lincei, nel 2014 il Premio De Sica per le arti visive e nel 2015 è stato insignito dal Comune di Santa Fiora dell'onorificenza civica Provisino d'oro). Nel 2008 il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi di Pisa gli dedica una grande mostra antologica per i suoi cinquanta anni di attività artistica, mentre lo scorso febbraio si è inaugurata a Roma la personale “Ricercare”, attualmente fruibile presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.

Gianluca Murasecchi (Spoleto, 1965)
Gianluca Murasecchi è nato nel 1965 a Spoleto (PG), e nel 1987 ha concluso gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Roma. Dopo lunghi periodi di formazione vissuti a Bruxelles, Algeri, Ginevra e Tallinn attualmente vive e lavora tra Roma e Spoleto. Tra le esposizioni personali si ricordano: Lumen, Criptoportico romano, a cura di Claudia Bottini e Alessia Vergari, Norcia, 2016; Ibidem/Kelly Driscoll-Gianluca Murasecchi, AB 23, a cura di Stefania Portinari, Vicenza, 2011; Materia Seconda, 2008 a cura di Luca Arnaudo, Giovanni Carandente, Alessio Verzenassi, spazi della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea presso l’ex Monte di Pietà, Spoleto; Segnario, 2008, Galleria Il Bulino artecontemporanea, Roma, a cura di Giuseppe Appella e Guido Strazza. Tra le collettive degli ultimi tre anni si ricordano: V biennale internazionale d’Arte contemporanea HMAB, Himeji, a cura di Davide Silvioli, Giappone, 2016; Segni Puri, Galleria d’Arte Peccolo, a cura di Demetrio Paparoni e Roberto Lacarbonara, Livorno, 2014; La xilografia italiana del ‘900, Kunstmuseum Bayreuth, a cura di M. Ratti e Giancarlo Torre, Bayreuth, Germania; Passeggiata di Primavera, Galleria Edieuropa a cura di Raffaella Bozzini, 2012, Roma; Quadratonomade, 2012, Palazzo delle Esposizioni, a cura di Donatella Pinocci, Roma 2012; Selfportraits/Autori-Tratti, L. A. Leoncillo Leonardi, a cura di Giorgio Flamini e Roberta Galassi, nell’ambito del Festival dei Due Mondi, Spoleto, 2012; Lo stato dell’Arte – Umbria, 2011, Padiglione Italia della 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Spoleto, a cura di Vittorio Sgarbi, Gianluca Marziani; Boille, Murasecchi, Napoleone, Strazza - Nel segno della differenza, 2009, Sala Orsini di Palazzo Chigi, Formello (Roma), a cura di Patrizia Ferri.

Geo Florenti (Romania, 1976)
Geo Florenti, nome d’arte per Florentin Georgescu, dal 1991 risiede in Italia. Dopo aver frequentato gli ambienti accademici (la sua prima personale ha avuto luogo presso l’Accademia di Romania nel 1997), ha intrapreso un’originale esperienza artistica approdata recentemente ad una verifica sperimentale e concettuale degli stretti legami esistenti tra creazione artistica e invenzione scientifica. Luce ed energia trovano un incontro concettuale nel momento in cui l’una e l’altra sono alla base del dibattito per la sopravvivenza. L’arte e la sua espressione diventano oggetto necessario in un esercizio di autodisciplina civile e stimolante, in cui l’artista enuncia punti di osservazione non solo sociali, ma anche critici. Le sue “illuminazioni a consumo zero” nei musei e nei luoghi di cultura italiani ed esteri si susseguono ormai da vent’anni e lo vedono co-protagonista di importanti mostre ed installazioni, come la partecipazione al Progetto “Rebirth/ Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto (Città dell’altra Economia di Roma, 4 - 13 aprile 2017), e da ultimo, l’intervento che realizzerà a maggio durante il G7 di Taormina, quando illuminerà - senza consumo di energia - una delle opere esposte all’interno della mostra futurista: “Futuro sopravvenuto”.