Gualtiero Redivo – L’intelligenza dei nodi
La mostra è costruita su un’idea intuitiva di “macchina” per portare la vita nell’arte, per stimolare il confronto riscoprendo il gusto delle domande e non vivere in un mondo costruito sulle risposte altrui.
Comunicato stampa
Nel corso dell’inaugurazione Gian Ruggero Manzoni presenterà il suo libro “Tutto il calore del mondo”, Ed. SKIRA’ - illustrato con 24 tavole da Mimmo Paladino.
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La mostra è costruita su un’idea intuitiva di “macchina” per portare la vita nell’arte, per stimolare il confronto riscoprendo il gusto delle domande e non vivere in un mondo costruito sulle risposte altrui.
Redivo allestisce la sua nuova personale per un confronto attraverso l’arte, certo che la ragione possa fornire gli strumenti per il superamento dell’attuale sistema economico-finanziario basato sull´azzardo morale e sull´irresponsabilità del capitale, sul debito che genera debito e sul denaro che produce denaro.
A questo sistema “mega-macchina sociale”, come lo avrebbe definito Lewis Mumford, che usa le persone come “componenti” e le trasforma in esuberi e distrugge l’ambiente per massimizzare, accumulare capitali e potere, l’artista contrappone la sua “macchina dei nodi” per riscoprire, condividere quei valori che riescono a parlare alle esigenze degli individui ed esprimere futuro.
Egli è convinto che in questa fase storica ciascun artista sia chiamato a fare qualcosa di più che una serie di “pezzi” da vendere.
La mostra è configurata su un’idea intuitiva di “macchina”, il cui algoritmo di funzionamento è costruito assemblando strutture di pensiero e immagini, per generare nell’osservatore la consapevolezza che la cultura dello stordimento, delle televisioni e degli stadi - funzionale al sistema - scava una fossa dove cresce il senso di insignificanza e la coscienza evapora. I temi proposti sono chiamati a svolgere, quindi, un ruolo di stimolo verso quelle menti spente e assopite che alimentano la storia delle apatie e delle crisi di ideali.
Redivo ci presenta un percorso di lettura della mostra, non intuitivo e contemplativo, in quanto pone in relazione provocatoriamente le sue opere non simboliche con titoli modulati su argomenti etici. Per l’artista questo accostamento, spregiudicato e apparentemente arbitrario, non circoscrive l’attenzione dell’osservatore solo su un aggregato di sensazioni ma è uno sprone per dare coscienza critica, consistenza e forma alla visione del contemporaneo.
Il linguaggio dell’occhio (emozione) contaminato dalle parole (cognizione) determina un’esperienza estetica in cui l’opera d’arte - unica e legittimata da informazioni vere - ostenta i suoi splendori ma, in quanto oggetto culturale, accenna anche alla storia e alle sue contraddizioni, si fa mondo.