Graffiti templari
Il libro presenta una inedita lettura di testimonianze storiche inusuali quali i graffiti. Si tratta di una fonte assai poco frequentata dagli specialisti del medioevo ma che, in virtù della sua immediatezza, se esaminata con la necessaria prudenza, può aprire inaspettati squarci sulla vita di uomini e società del passato.
Comunicato stampa
Martedì 19 febbraio alle 17,00 nella Sala della Fortuna al Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, verrà presentato il volume Graffiti templari. Scritture e simboli in una tomba etrusca di Tarquinia, a cura di Carlo Tedeschi.
Il libro presenta una inedita lettura di testimonianze storiche inusuali quali i graffiti. Si tratta di una fonte assai poco frequentata dagli specialisti del medioevo ma che, in virtù della sua immediatezza, se esaminata con la necessaria prudenza, può aprire inaspettati squarci sulla vita di uomini e società del passato.
Nel caso in esame i graffiti e gli elementi figurativi furono realizzati, entro il primo trentennio del Duecento, sulle pareti dipinte di una tomba etrusca di Tarquinia, la tomba Bartoccini. I testi, quasi tutti in volgare, riferiscono che un gruppo di individui, alcuni dei quali appartenenti all’Ordine del Tempio, utilizzarono l’ipogeo, sacralizzandolo, per compiervi riti di iniziazione all’ordine, con giuramenti e pratiche sessuali.
Il compito che specialisti di diversa estrazione si sono dati, in un lavoro autenticamente interdisciplinare, è stato quello di far parlare le testimonianze, attraverso la meticolosa decifrazione dei segni alfabetici e figurativi e un’attenta contestualizzazione archeologica, storica, linguistica, paleografica e storico-artistica.