Gorgona Postgorgona

  • P420

Informazioni Evento

Luogo
P420
via Azzo Gardino 9 , Bologna, Italia
Date
Dal al
Vernissage
25/03/2017

ore 18

Curatori
Danka Sosic, Zarko Vijatovic
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Gorgona è stato un gruppo non convenzionale di artisti nato a Zagabria alla fine degli anni ’50.

Comunicato stampa

Gorgona era una comunità armoniosa; nel mondo dell’ideologia il suo tema era il vuoto (un elemento che non manca mai in nessuna questione seria) senza obiettivo ultimo, forse senza uno scopo.”

[Josip Vaništa: New Notes, Gallery Kratis Edition, Zagreb, 2007]
Gorgona è stato un gruppo non convenzionale di artisti nato a Zagabria alla fine degli anni ’50. I pittori Julije Knifer, Marijan Jevšovar, Đuro Seder e Josip Vaništa avevano la consuetudine di incontrarsi regolarmente con lo scultore Ivan Kožaric, l’architetto Miljenko Horvat e gli storici dell’arte Dimitrije Bašičević Mangelos, Matko Meštrović e Radoslav Putar. Questo gruppo non formalizzato si collocava in una sorta di isolamento volontario, ai margini della scena artistica dell’ex-Jugoslavia. I suoi membri non pubblicarono mai un manifesto, né obiettivi comuni. Negli anni ’60, attraverso i loro incontri, lo scambio di idee e i legami intellettuali e spirituali che li univano, cominciarono a dar vita ad opere ed azioni collettive. Tra il 1961 e il 1966 pubblicarono l’anti-rivista Gorgona. Ogni numero era progettato da un artista come opera a tutti gli effetti. Organizzarono mostre collettive e personali in uno spazio espositivo alternativo, il negozio di cornici Salon Šira, che soprannominarono Studio G.
I membri del gruppo intrattenevano rapporti stretti con altri artisti di avanguardia, come Lucio Fontana, Enzo Mari, Robert Rauschenberg, Harold Pinter, François Morellet e Yves Klein. Sia Dieter Roth che Vasarely fecero un numero della rivista Gorgona mentre Piero Manzoni creò tre proposte intitolate Tavole di accertamento pur senza mai realizzare il suo numero della rivista.
La rivista Gorgona cessò le pubblicazioni nel 1966, dopo undici numeri, ma Gorgona non scomparve del tutto. Continuò a manifestarsi nei numeri di Postgorgona e poi di Post Scriptum anch’essi rappresentati in mostra.
Per la pratica proto-concettuale di Gorgona si parla di “spirito gorgonico” ovvero di uno stato mentale nichilista e filosofico il cui unico obiettivo era la ricerca della totale libertà artistica e intellettuale, dove ampio spazio era lasciato a tematiche ricorrenti quali la ripetizione, il vuoto, la morte, il tempo, la negazione, la distruzione, ma anche a tratti formali come la linea, la forma pura, il cerchio, il bianco e il nero.
Inoltre, la smaterializzazione dell’opera d’arte premeva verso la sfera dell’azione. Attraverso azioni estemporanee, assemblee e incontri si voleva sorpassare e trascendere la materialità dell’opera d’arte.
Accompagnata da un vasto archivio di opere, fotografie, cataloghi e materiale dello Studio G., la mostra Gorgona, Postgorgona si articola lungo le principali tematiche affrontate da Gorgona, cercando di ricostruire lo spirito particolare del gruppo e una complessa pratica artistica che comprende la realizzazione di disegni, dipinti e sculture ma anche di molteplici azioni collettive rappresentate da una vasta documentazione fotografica in forma completa.

“Gorgona was a harmonious community; in the ideological world it was concerned by emptiness (element present in all serious matters) without the ultimate goal, perhaps without purpose.”

[Josip Vaništa: New Notes, Gallery Kratis Edition, Zagreb, 2007]

Gorgona was non-conventional art group that was formed in the late ‘50s in Zagreb. The painters Julije Knifer, Marijan Jevšovar, Đuro Seder and Josip Vaništa used to get together regularly with sculptor Ivan Kožaric, architect Miljenko Horvat and art historians Dimitrije Bašičević Mangelos, Matko Meštrović and Radoslav Putar. This informal group was on the fringe of the art scene in former Yugoslavia, in voluntary isolation. Its members never issued a manifesto, nor collective goals. During the ‘60s, through their meetings, exchanges of ideas, and intellectual and spiritual ties, they began to create collective works and actions. Between 1961 and 1966 they published the anti-magazine Gorgona, each issue was designed by an artist as a work in its own right. They organized collective and solo-exhibitions at an alternative exhibition space, the framing shop Salon Šira, that they called Studio G.
The group members had strong connections with other avant-garde artists like Lucio Fontana, Enzo Mari, Robert Rauschenberg, Harold Pinter, François Morellet, and Yves Klein. Dieter Roth and Vasarely both published an issue of the anti-magazine Gorgona, and Piero Manzoni created three proposals entitled Tavole di accertamento, though he never produced an issue of the magazine.
Gorgona magazine has ceased publication in 1966 after eleven issues, but Gorgona has not completely disappeared. It manifested itself through the Postgorgona and then Post Scriptum issues, which are also covered by the show.
For the proto-conceptual practice of Gorgona a “Gorgonic spirit” is evoked, i.e. a nihilist and philosophical mental state in which the sole objective was pursuit of total artistic and intellectual freedom, where ample space was set aside for recurring themes such as repetition, the void, death, time, denial, destruction, but also formal considerations like the line, the pure form, the circle, black and white.
Moreover, the dematerialization of work of art brought them in the sphere of action. Through outings, assemblies and meetings they intended to surpass and transcend the materiality of work of art.
Accompanied by a vast archive of works, photographs, catalogues and material of the Studio G., the exhibition Gorgona, Postgorgona is organized around the main themes addressed by Gorgona, attempting to reconstruct the particular spirit of the group and a complex artistic practice that included the making of drawings, paintings and sculptures, but also multiple group actions covered by extensive photographic documentation, gathered together in complete form.

Photo: 1966, photo performance at Julije Knifer’ exhibition, Gallery of Contemporary Art , Zagreb