Goodbye Perestrojka

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA REGIONALE D'ARTE CONTEMPORANEA LUIGI SPAZZAPAN
Via Cesare Battisti 34, Gradisca d'Isonzo, Italia
Date
Dal al

sabato, domenica 10-13, 14-19
mercoledì, giovedì, venerdì 15-19

Vernissage
02/12/2017

ore 18

Curatori
Vladislav Shabalin
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Ci sono periodi storici in cui il vento del cambiamento ha soffiato così forte da renderli indelebili nella memoria collettiva. È dedicata a uno di questi momenti la mostra “Goodbye Perestrojka”, che l’ERPaC organizza presso la Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo (Gorizia).

Comunicato stampa

Ci sono periodi storici in cui il vento del cambiamento ha soffiato così forte da renderli indelebili nella memoria collettiva. È dedicata a uno di questi momenti la mostra “Goodbye Perestrojka”, che l’ERPaC organizza presso la Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) dal 2 dicembre 2017 al 28 gennaio 2018.
L’esposizione, la prima in Italia sull’argomento, preceduta solo nel 2009 da una piccola mostra a Venezia (“Back in the USSR Gli eredi dell’arte non ufficiale”) ripercorre quello straordinario momento di entusiasmo politico e creativo che fu la Perestrojka attraverso cento opere di pittura, grafica, scultura di artisti dell'ex Unione Sovietica.
“In pochi mesi, grazie alla Perestrojka, tutto ciò che era sovietico divenne di moda a livello globale - ricorda nel catalogo della mostra Yuliya Lebedeva, critica e storica dell’arte, curatrice del Museum “Other Art” pressо la State University for the Humanities di Mosca. La “Glasnost” annunciata da Mikhail Gorbaciov alimentava la speranza che si potesse non sussurrare, ma esprimere apertamente la propria opinione. Misteriosi vocaboli russi come “Perestrojka” e “Glasnost” risuonarono in tutti gli angoli della Terra. Gli stessi simboli pomposi del regime, che fino a poco prima suscitavano solo una stanca irritazione, associati al rinnovamento conobbero un’autentica rinascita, e si trasformarono in souvenir”.

“Goodbye Perestrojka” è curata da Vladislav Shabalin, artista e intellettuale, che dal 1988 diresse “Avangard”, un bunker convertito in galleria d’arte a Donetsk, nella regione del Donbass, la più orientale dell’Ucraina e, dopo la dissoluzione dell’Urss, una delle meno pacificate: è ancora in corso una guerra civile che ha già causato migliaia di vittime. Shabalin, che nel 1980 pagò con la reclusione in ospedale psichiatrico la sua predilezione per il Surrealismo e fu riabilitato solo nel 1986, due anni dopo aprì le porte del suo rifugio antiaereo a un’onda creativa di artisti che, privi di ogni velleità propagandistica, erano assetati di nuovi linguaggi. Quella galleria sotterranea rivive nell’allestimento di Gradisca, con opere in gran parte del periodo 1988-1991, tutte legate indissolubilmente una all’altra, provenienti da collezioni private austriache, israeliane e italiane. Che la mostra sia organizzata a Gradisca d’Isonzo non è un caso: si trova lì parte della collezione degli artisti che avevano esposto all’Avangard di Donetsk. Tra le opere ve ne sono anche alcune del periodo pre-perestrojka, dal 1983, e post-perestrojka, fino al 1999.

Il catalogo della mostra sarà disponibile in versione bilingue italiano/inglese edita da Antiga Edizioni.