Giuseppe Spagnulo – Inediti e nuovi
La mostra raccoglie – come sottolinea il titolo – lavori inediti e lavori assolutamente nuovi.
Comunicato stampa
Si inaugura il 28/05/2015 alle 18:30 negli spazi di Progetto Arte ELM una mostra di Giuseppe Spagnulo che raccoglie – come sottolinea il titolo – lavori inediti e lavori assolutamente nuovi.
Tra i lavori inediti si annoverano alcune sculture assimilabili alla grande “Ruota dei Venti” del 2012, una delle forme più caratteristiche dell’ultima produzione dell’artista, altre, come “Quelli che restano”, 2015, chiara allusione al trittico di Boccioni (di cui Spagnulo ha realizzato in terracotta anche “Quelli che vanno”, esposta a Verona nel dicembre 2014) è un insieme di lastre spesse tenute insieme da legacci in ferro, estrema propaggine di una produzione meno conosciuta dell’artista, mentre altre ancora, tra cui un formidabile “Capitello” in acciaio fuso pieno, sono non solo inedite, ma anche nuove, e sembrano aprire un altro capitolo nella storia complessa e coerente della scultura di Spagnulo. L’elemento-base è, visibilmente, il rapporto con la materia, e in questo caso col ferro (l’altra, usata contemporaneamente, è la terra cotta, ma in questa mostra si è scelta la via più impegnativa di esporre solo opere in metallo): rapporto che l’artista intende mantenere al livello più “originario” possibile, che è quello dell’incontro/scontro, della forza e della resistenza, della violenza che maschera l’amore.
Così, da questi “colpi” terribili sulla materia emergono embrioni di forme che non sono altro che la struttura della scultura, quelle forme da cui nascono tutte le altre, e che si riducono a poche, quando sono essenziali, in attesa di essere differenziate dalla mano dell’artista. Spagnulo invece si ferma a quella primaria essenzialità, che tuttavia è tutt’altro che indifferenziata: è il minimalismo della materia, prima ancora che della mente. Un catalogo illustrato con testo critico di Marco Meneguzzo in italiano e in inglese accompagna la mostra.
Info
Giuseppe Spagnulo
Inediti e nuovi
A cura di Marco Meneguzzo
Inaugurazione; 28/05/2015
Dal 29/05/2015 al 18/09/2015
progettoarte elm, via fusetti 14, Mialno, +39 0283390437
www.progettoarte-elm.com
Giuseppe Spagnulo
Note Biografiche:
Giuseppe Spagnulo nasce a Grottaglie (Taranto), uno dei centri storici della ceramica, nel 1936. Attualmente vive e lavora a Milano. La sua prima formazione avviene nel laboratorio ceramico del padre, dove s’impadronisce anche della tecnica del tornio. Dopo aver compiuto i primi studi presso la Scuola d’Arte della sua città, si trasferisce all’Istituto della Ceramica di Faenza, dove è presente dal 1952 al 1958 come allievo di Angelo Biancini. Gli anni faentini sono importanti per la formazione dell’artista. Infatti, nel Museo delle Ceramiche può studiare e interpretare le opere donate da Ricasso all’inizio degli anni Cinquanta e qui realizza i primi esperimenti con il grès. Alla scuola, grande crogiolo di incontri internazionali, ha l’occasione di conoscere il ceramista francese Albert Diato, che riesce a risvegliare nei giovani italiani l’interesse per i materiali ad “alta temperatura”; diventa amico di Carlo Zauli e di Nanni Valentini, con il quale condivide l’interesse materico per la terra e instaura una forte affinità poetica. “E’ stato Valentini – ricorda Spagnulo – a farmi capire che l’arte è un’avventura stupenda che va vissuta sino in fondo, a darmi il senso profondo dell’uso delle terre”. Nel 1959 si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia di Brera. Diventa assistente negli studi di Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro. Il viaggio verso nord acquista per il giovane pugliese un carattere quasi iniziatico; costituisce l’avvio del percorso “di andata” verso la ricerca della propria identità artistica, politica, umana. I primi anni lombardi si svolgono all’insegna di una sorta di ricognizione artistica del territorio per verificare la resistenza della scia lasciata dallo Spazialismo, dai Nucleari, dal cosiddetto “informale caldo”. Appena arrivato a Milano Spagnulo entra in contatto anche con Tancredi e con Piero Manzoni. Attraverso fontana e Manzoni, il giovane scultore è informato delle esperienze della ceramica informale svolte ad Albisola, all’epoca propaggine culturale della capitale del nord. Agli esordi milanesi risalgono le piccole sculture in grès esposte nella prima mostra personale nel 1965. Spagnulo aderisce alla protesta del 1968, simboleggiata nei primi lavori in metallo, da installare nello spazio ambientale urbano. Questi “grandi ferri” recuperano la geometria e la logica costruttiva del materiale con cui sono forgiati, e introducono alle riflessioni dell’artista sulla fisicità e la materialità del lavoro dello scultore. Spagnulo lavora infatti nelle acciaierie, negli altiforni e nelle officine, forgiando le proprie sculture insieme agli operai. Negli anni Settanta, l’opera di Spagnulo appare fortemente segnata da aspetti concettuali che evidenziano il suo interesse per i processi ideativi e performativi dell’arte. A questi anni risalgono i cicli Archeologia e Paesaggi, realizzati per la mostra del 1977 al Newport Harbor Art Museum. L’artista si interessa al tema della scultura orizzontale, il cui sviluppo pavimentale ricorda per certi versi le esperienze del minimalismo americano. Nel 1982, dopo un viaggio fisico e metaforico attraverso il mediterraneo, lo scultore riattiva il suo interesse per i materiali e le tecniche ceramiche, costruendo il gigantesco tornio nel quale foggerà l’imponente Turris, più tardi forgiata in ferro. Alla fine degli anni Ottanta, l’artista ritorna al tema dei Ferri spezzati, e negli anni Novanta cerca di conferire un senso inedito alla scultura, sfidando la gravità della materia mediante la sospensione di enormi blocchi di ferro: l’esempio più significativo è Campo sospeso, installato a Castel Burio in Piemonte. All’inizio degli anni Novanta gli viene affidata la cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Stoccarda, in seguito al grande successo ottenuto dal suo lavoro presso gallerie e musei tedeschi. L’opera di Spagnulo è stata confermata dalla critica agli inizi del 2000 con il “Premio Faenza alla carriera” e con il Premio al Concorso Internazionale d’arredo urbano di Milano: una grande scultura di Spagnulo, Scogliere, formata da cinque enormi blocchi di acciaio, è stata collocata, all’inizio del 2002, davanti al Teatro degli Arcimboldi, in concomitanza con l’apertura di questo importante nuovo spazio, che ha ospitato fino al 2004 l’attività del Teatro alla Scala. Nel 2005 Spagnulo espone alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia con la mostra “E se venisse un colpo di vento?” Dell’anno sucessivo è l”Omaggio a Giuseppe Spagnulo” nell’ambito della XXIV Biennale di Gubbio. Nel 2007 ha vinto il concorso per il “Monumento ai Caduti di Nassiriya” con una grande scultura chiamata “La Foresta d’Acciaio” da collocare in Roma.