Giuseppe Penone / Jan Vercruysse

Informazioni Evento

Luogo
TUCCI RUSSO
Via Stamperia 9, Torre Pellice, Italia
Date
Dal al

mercoledì > domenica: 10.30-13 / 15-19

Vernissage
01/12/2013

dalle 11 alle 17

Contatti
Email: gallery@tuccirusso.com
Artisti
Giuseppe Penone, Jan Vercruysse
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Nella mostra “Germinazione” Giuseppe Penone ci evidenzia un ulteriore punto cardine del suo operare. A work in nine parts or ten parts or parts (by by) Jan Vercruysse. Questo il titolo della mostra di Jan Vercruysse .

Comunicato stampa

Nella mostra del 2009 realizzata da Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea “Nelle mani. Opere dal 1968 al 2008”, l’artista raccoglieva una serie di opere col desiderio di rendere intelligibili i processi che le avevano generate e in cui la mano era il comune denominatore di tutti i lavori esposti.

Nella mostra presente “Germinazione” Giuseppe Penone ci evidenzia un ulteriore punto cardine del suo operare: “Nel vuoto di un ramo strappato dal fango ho calcato le mani, le dita, impronte su impronta. Impronte sollevate dal suolo.”

Le opere esposte, realizzate in resina acrilica, ci rendono visibile esattamente questo processo che ha origine dal negativo di un’impronta di un tronco o di un ramo nel fango, impronta nella quale l’artista ha premuto le proprie mani e dove, nello sviluppo del suo positivo (la scultura), la sovrapposizione di impronta su impronta origina la Germinazione.

La lettura di questi lavori è inscindibile da “Progetto per vasca nel ruscello” del 1968: “Un’immagine proposta da Giuseppe Penone nel 1968 ha trovato una realizzazione specifica nel letto di un ruscello, in cui il corpo dell’uomo indica la misura dello spazio. Oggi, vediamo che altre forme e altre figure rendono visibile la presenza umana quando persegue la traccia degli alberi, dei rami, delle pietre. Ancora una volta l’uomo, l’acqua, il vento e la foresta sono combinati: l’acqua rende soffice la terra che accoglie il corpo; il vento indurisce la terra che ne conserva l’impronta.” (Laurent Busine in cat.“Giuseppe Penone: Germinazione”, 2013).

L’artista ha voluto accompagnare questa mostra con una pubblicazione da lui ideata “Giuseppe Penone: Germinazione” e curata dall’artista stesso e da Laurent Busine, direttore del Musée des Arts Contemporains du Grand-Hornu, che nel 2010 ha ospitato un’ampia mostra dell’artista. Questa pubblicazione fa parte di una collana “in progress”, già preceduta da altre due pubblicazioni uscite per la mostra “Giuseppe Penone: le Corps d’un jardin” da Marian Goodman nel 2013 e per la mostra “ Penone Versailles” al Château de Versailles nello stesso anno.

AND THEN THERE WERE NONE
A work in nine parts or ten parts or  parts
(by by) Jan Vercruysse
Questo il titolo della mostra che Jan Vercruysse inaugurerà il 1 dicembre negli spazi della galleria Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea. Il riferimento immediato è al famoso e popolare giallo che Agatha Christie pubblicò nel 1939 “E poi non rimase nessuno”, noto nella traduzione italiana come “Dieci piccoli indiani”, titolo che si riferisce alla fanciullesca filastrocca che i personaggi del racconto trovano nella propria camera e che annuncia la loro morte.
Chiarito questo punto iniziale, possiamo metterlo da parte in quanto l’artista non è interessato alla storia, bensì alla sua struttura: solo il narratore sa cosa unisce i personaggi e cosa decreta il loro destino.
L’artista, Jan Vercruysse, ci presenta cinque opere realizzate in cartone grigio con serigrafati dei vocaboli e/o simboli, frasi compiute e non. Ogni opera si presenta senza un legame con l’altra tranne che per la sua realizzazione tecnica e “sagoma”. Quello che noi vediamo sono delle composizioni che rimandano ai Tombeaux, opere realizzate dall’artista tra il 1987 e il 1994. I TOMBEAUX sono “luoghi di memoria” o “portatori di memoria”, contemplano un “vuoto”.
Vuoti che possono essere riempiti da una presenza immaginaria. Questa/e presenza/e immaginaria/e ha/hanno “voce” nelle opere presentate nella mostra attuale che possono essere viste singolarmente o come “costellazione”.
Da evidenziare il riferimento alle mostre precedenti con le opere della serie PLACES (2005) che trattano del significato di “luogo” e della nozione di presenza/assenza e con le opere della serie PLACES [LOST] (2010), luoghi di memoria che concentrano significati, cose accadute, frammenti di vissuto.