Giuseppe Penone – Images de pierre

Informazioni Evento

Luogo
TUCCI RUSSO
Via Stamperia 9, Torre Pellice, Italia
Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
28/05/2017

ore 11

Artisti
Giuseppe Penone
Generi
arte contemporanea, personale
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L’immagine è quanto noi percepiamo mediante la vista e, per estensione, una rappresentazione mentale rievocata dalla memoria o dall’immaginazione. Questa la premessa che ci accompagna nella visita alla mostra di Giuseppe Penone che si sviluppa in tre grandi sale della galleria Tucci Russo.

Comunicato stampa

L’immagine è quanto noi percepiamo mediante la vista e, per estensione, una rappresentazione mentale rievocata dalla memoria o dall’immaginazione.
Questa la premessa che ci accompagna nella visita alla mostra di Giuseppe Penone che si sviluppa in tre grandi sale della galleria Tucci Russo.
Nella prima sala l’artista espone le opere che danno il titolo alla mostra Images de pierres, cinque elementi in marmo che, accostati uno all’altro, rimandano ad una figura antropomorfa. Gli elementi sono la matrice delle litografie che troviamo incorniciate nella stessa sala. Questi lavori risalgono al 1993 quando sono stati realizzati e presentati per la prima volta al Centre Genevois de Gravure Contemporaine.
A pavimento è esposta l’opera Tre pietre 15/08/2006 in cui la pietra, anche qui matrice della forma, ospita gli elementi nobili della scultura che permettono all’opera la sua durata nel tempo futuro: la pietra stessa, l’acciaio e il bronzo.
Nella sala intermedia è stato eseguito un frottage a grafite della superficie (pelle) del muro. Il frottage rende visibile quello che l’occhio da solo, senza l’aiuto del tatto, non avrebbe potuto leggere, come invece accade con l’opera Corpo di pietra - rami, 2016, nella stessa sala. In questa scultura l’artista riprende le venature del marmo scavando la superficie della pietra e dal marmo fuoriescono dei rami in bronzo che si protendono nello spazio. Nella sala abbiamo, quindi, tre livelli di intervento da parte dell’artista: il frottage che ci fa percepire la superficie, lo scavare la pietra per evidenziare le sue venature e la pietra stessa che diventa materia di germinazione.
Un salto temporale ci conduce alla prima mostra di Giuseppe Penone alla Galleria Sperone nel 1969: l’artista aveva evidenziato i materiali che costituivano la materia dell’architettura stessa della galleria accostando una fila di mattoni al muro, un blocco di cemento sul pavimento e alla finestra Barra d’aria, una barra vuota in vetro, contenente quindi l’aria che passava tra l’interno e l’esterno. Sono alcuni concetti base che nel tempo e con l’uso di materiali più propri della scultura si sono sviluppati ed evoluti fino a portarci a vedere i lavori di oggi.
Nell’ultima sala troviamo le opere Mina, 1989, grafite su ardesia, in cui la grafite diventa un elemento di luce nell’oscurità del materiale e delle miniere, e Corpo di pietra – rete, 2016, in cui la rete metallica traccia la superficie del marmo: il ferro nei suoi movimenti legati al caldo e al freddo “respirerà” all’interno della pietra che conviverà con le sue dilatazioni.
Infine nella stessa sala l’opera Ad occhi chiusi, 2009. E’ un trittico i cui due elementi laterali, realizzati incollando delle spine di acacia su tela, visualizzano due palpebre chiuse. Le spine riconducono alla sensibilità tattile della pelle, mentre il pannello in marmo centrale diventa un’immagine mentale.

Giuseppe Penone nasce a Garessio (Cuneo) nel 1947. Vive e lavora a Torino.
Insignito del Praemium Imperiale per la scultura dalla Japan Art Association nel 2014, ha recentemente esposto i suoi lavori in prestigiose istituzioni italiane e straniere tra cui: Palazzo della Civiltà Italiana, Roma (2017), Rijksmuseum, Amsterdam (2016), MART, Rovereto (2016), Musée Cantonal des Beaux-Arts, Lausanne (2016), Nasher Sculpture Center, Dallas (2015), Musée de Grenoble (2014), Forte di Belvedere e Giardino di Boboli, Firenze (2014), Beirut Art Center (2014), Madison Square Park, New York (2013), Kunstmuseum Winterthur (2013), Château de Versailles (2013), Whitechapel Gallery, London (2012).