Giuliana Ranghieri – Oltre L’Espansionismo

Informazioni Evento

Luogo
VILLA TITTONI TRAVERSI
Via Giovanni Maria Lampugnani , Desio, Italia
Date
Dal al
Vernissage
09/03/2024
Artisti
Giuliana Ranghieri
Curatori
Chiara Canali, Cristiano Plicato
Generi
arte contemporanea, personale
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Il Museo Giuseppe Scalvini, nella suggestiva cornice di Villa Tittoni di Desio, presenta la mostra antologica di Giuliana Ranghieri intitolata “Oltre L’Espansionismo” , a cura di Chiara Canali e Cristiano Plicato.

Comunicato stampa

Il Museo Giuseppe Scalvini, nella suggestiva cornice di Villa Tittoni di Desio, presenta la mostra antologica di Giuliana Ranghieri intitolata “Oltre L’Espansionismo” , a cura di Chiara Canali e Cristiano Plicato.

Il progetto espositivo, che celebra oltre cinquant’anni di attività artistica di Giuliana Ranghieri, presenta al pubblico una quarantina di opere a partire dal Movimento dell’Espansionismo, di cui è stata teorica, artefice e promotrice fin dagli anni Settanta.

 

Come scrive Chiara Canali nel suo testo critico: Giuliana Ranghieri, con la formula dell’Espansionismo, ci mostra come un oggetto reale (una coppa, un vaso, un cesto) possa essere analizzato, scomposto e ricomposto sulla tela all’interno di un nuovo impianto spaziale che non risponde più alle convenzionali regole di prospettiva e chiaroscuro, ma unicamente a valori formali quali linee, colori e geometrie che, nel passaggio dal primo al secondo quadro, e poi al terzo e al quarto, si scompongono e ricompongono, si smontano e si rimontano, assumendo di volta in volta una visione concentrica e circolare, oppure si sfaldano e si espandono per diventare vortici a spirale o mandala segnici.

 

Ranghieri mette a nudo l’essenza ultima delle cose che si nasconde sotto la superficie della realtà e dichiara la natura “astratta” del linguaggio dell’arte, mettendone in risalto il carattere sempre più personale e soggettivo. Solo dopo aver squarciato questo “velo di Maya” è infatti possibile comprendere il significato profondo dei simboli che dipinge.

Vasi, coppe e ceste sono forme simboliche che alludono all’uomo. I vasi fanno riferimento alla terra, all’argilla ma anche all’origine della vita. Secondo una tradizione mesopotamica, i primi uomini furono plasmati col fango mescolato al sangue del sacrificio di un dio.

 

Allo stesso modo, anche la struttura dei cesti ricorda l’ossatura scheletrica di un uomo in quanto possiedono un’anima a raggiera attorno alla quale si intrecciano i fili di paglia. Vasi e cesti che si irradiano nello spazio come simboli di un’umanità che cresce, evolve, cambia, si intreccia e si trasforma”.

 

La ricerca di Giuliana Ranghieri ha come tema ultimo d’indagine l’umanità e il suo desiderio continuo di relazione, di amicizia, di fratellanza, di comunità, di creazione. In una parola il desiderio di evoluzione, una evoluzione che può avvenire solo nel contesto dell’amore. Quello che, ad esempio, prende vita da una coppia abbracciata e intrecciata come un cesto, una coppia di amanti il cui amore si fonde e si espande a tal punto da arrivare all’abnegazione e all’astrazione completa.

 

Un’umanità che, però, in tanti casi è stata anche portatrice di disgregazione e disequilibrio, come si evidenzia in alcune opere realizzate negli anni Settanta durante il clima di tensione, dal quadro ispirato all’atto terroristico di “Piazza della loggia” (che compie 50 anni dalla Strage) fino ad “Esplosione”, opera dedicata all’attentato avvenuto nel 1974 sul treno Italicus. Ancora oggi molto attuale l’opera “Ipocrisia”, metafora della spettacolarità della guerra (come nel caso dei recenti conflitti in Ucraina e ad Hamas) che perde la reale e profonda tragicità e si trasforma in “argomento da salotto” nell’esibizione di teschi e volti quali maschere vuote, prive di umanità.

 

All’interno di questo percorso espressivo, Ranghieri ha sempre evidenziato l’esigenza di uscire dallo spazio bidimensionale del quadro per arrivare a toccare la plasticità della scultura. L’Espansionismo si propaga così dalla pittura alla scultura. Per questo motivo nasce un’opera simbolica come il bronzo “Ego e forma”, il ritratto del volto di un uomo diviso in due parti lungo la linea del naso, che presenta da un lato i caratteri occidentali mentre dall’altro quelli di un volto africano, abbracciando inclusivamente i concetti di multiculturalità e di diversità dei popoli del mondo.

 

 

GIULIANA RANGHIERI

Pugliese d’origine, milanese d’adozione, Giuliana Ranghieri vive e lavora a Milano-

Negli anni Settanta inizia il suo percorso artistico, testimone di prospettive coraggiose con fughe di spazi e oggetti in eterno movimento.

Decine le mostre personali accompagnate da incontri e dibattiti critici. Le sue opere si trovano presso collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero: Grecia, Svizzera, In Gran Bretagna, Stati Uniti, ecc... In particolare, si ricorda l’opera “Tensione”, che è entrata a far parte della collezione della Fondazione Michetti.

Negli anni Ottanta nasce la scultura e produce opere in bronzo di varie dimensioni e fattezze.

A Milano realizza un’importante scultura collocata in Corso Vittorio Emanuele. Sempre a Milano, un busto di Paolo Vl è attualmente visibile nella chiesa di S. Ildefonso.

Analoghe sculture in bronzo sono collocate a Savona in centro e al porto.

Negli anni Novanta, realizza una significativa mostra personale presso il Museo di Milano, sito in via S. Andrea.

L’artista è stata teorica e ideatrice del Movimento dell’ "ESPANSIONISMO", formula espressiva che ha portato avanti e declinato dagli anni Settanta fino ad oggi.

 

 

MUSEO SCALVINI

Ospitata in Villa Tittoni dal 1999, la Donazione Museale Giuseppe Scalvini è costituita da trentasei opere scultoree, cui si sono aggiunti nel 2003 sedici disegni a carboncino e alcune incisioni. Le opere sono state realizzate dall’artista Giuseppe Scalvini (Milano, 1908 – Milano, 2003), che ha donato parte della sua produzione artistica alla città di Desio.

Giuseppe Scalvini nel 1937 realizzò per Desio due angeli sul timpano del frontone della seicentesca Basilica di San Siro e Materno e da allora restò sempre legato alla città. Aderente al movimento artistico “15 Borgonovo” e poi al Realismo esistenziale degli anni cinquanta, la sua fama si consolidò con l’invito alle Biennali di Venezia del 1948 e 1954.  Per Milano realizzò diverse decorazioni e bassorilievi, tra cui le Aquile che decorano la Stazione Centrale, la Statua della Giustizia per il Tribunale e alcune sculture per il Cimitero Monumentale e Maggiore. Cura la donazione l’Associazione Amici del Museo Scalvini, che ha lo scopo di promuovere mostre e la conoscenza dell’opera dell’artista. L’esposizione permanente viene affiancata da mostre temporanee di artisti del ‘900.

 

 

VILLA TITTONI

Villa Cusani Traversi Tittoni di Desio occupa, nel panorama delle “ville di delizia” della Brianza, un ruolo di rilievo dal punto di vista storico-artistico. Le origini della Villa sono antiche, indirettamente risalgono al 1290 quando nel territorio di Desio fu fondato un convento francescano che è stato il primo nucleo edificato nel luogo in cui oggi si trova l’edificio. Il complesso della Villa fu edificato nel XVIII secolo dal marchese Ferdinando Cusani su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini; secondo i costumi dell’epoca, il complesso desiano, situato in zone suburbane e lontano dalla città, era stato concepito come Villa di delizia; quindi, come un luogo i cui proprietari si ritiravano nei momenti di villeggiatura; gli ampliamenti ottocenteschi, progettati dal bolognese Pelagio Palagi, hanno dato sostanzialmente alla Villa la fisionomia che è giunta fino a noi. In particolare, apriremo alle visite la cappella e le sale del piano terra, caratterizzate da una grande ricchezza decorativa.