Giulia Napoleone – Il limite estremo
In mostra i lavori a olio dell’artista, opere che catturano lo sguardo e rivelano gradualmente i propri moti di superficie nel riverbero degli orizzonti, scatenando un gioco tra l’astrazione e il concreto.
Comunicato stampa
Giovedì 9 marzo 2017, alle ore 18:30, sarà inaugurata nei locali della Galleria CONTACT artecontemporanea, in Via Urbana 110 a Roma, la personale di pittura di Giulia Napoleone dal titolo “Il limite estremo”, a cura di Rosa Pierno.
Protagonisti dell'esposizione, in permanenza fino al 7 aprile, saranno i lavori a olio dell'artista, opere che catturano lo sguardo e rivelano gradualmente i propri moti di superficie nel riverbero degli orizzonti, scatenando un gioco tra l’astrazione e il concreto.
«Attenuati che siano i due versanti, del concreto e dell'astratto – sottolinea Rosa Pierno nel testo contenuto nel catalogo (Edizioni Kappabit, 2017), che sarà presentato in occasione dell’inaugurazione – nelle opere ad olio, si fa ancora più algida e algebrica la materia del contendere. Poiché di materia si tratta, e qui più che mai, e materia che trova nel colore il suo diaccio o sulfureo intendimento. Quasi ristretti e resi più arditi gli ambiti sperimentali in cui attuare il segno-traccia, quel segno che equivale a costruire, ma privato della sua individualità in favore del colore che ne prende il posto portando al limite estremo le possibilità analogiche delle opere, si possono mettere in rilievo alcune precipue caratteristiche in un insieme, che se rastremato, è anche più pulsante e profondo».
CENNI BIOGRAFICI
Giulia Napoleone (Pescara, 1936) s’interessa di fotografia e studia musica, segue studi artistici e si diploma nel 1957 a Roma, che diventa la sua città. È del 1963 la sua prima mostra personale alla Galleria Numero di Firenze. L'anno seguente è alla Galleria Ferrari di Verona con un'introduzione al catalogo di Dario Durbé. Frequenta dal 1965 la Calcografia Nazionale, ove scandaglia sistematicamente il linguaggio calcografico. Nel 1967 ottiene dal Governo Olandese una borsa di studio per il perfezionamento nelle tecniche grafiche presso il Rijksmuseum di Amsterdam. Dal 1973 al 1976 lavora nuovamente alla Calcografia in particolare con le tecniche del bulino e del punzone, effettuando una ricerca che non ha più carattere "referenziale". Partecipa per tre anni ai Corsi Internazionali di Grafica di Urbino. Seguono sue mostre presso: l'Obelisco, di Roma, nel 1973, presentata da Russoli, Il Segno, di Roma, nel 1975, 1980, 1983 e 1986, la Gallery M di Toronto nel 1976 e la Bon à tirer di Milano nel 1977. In seguito, si avvicina alla maniera nera, all’acquarello e al disegno, prediligendo l’inchiostro di china. La fervida attività espositiva dà la misura della sua intensa produzione: espone a Roma, a Padova, a Cagliari, Milano, Torino, Firenze, con le presentazioni dei nomi più prestigiosi della critica d'arte, da Marisa Volpi a Rossana Bossaglia, da Claudio Zambianchi a Carlo Bertelli, da Lorenza Trucchi a Silvana Sinisi, da Enrico Crispolti a Giulio Carlo Argan, da Filiberto Menna a Daniela Fonti. Fra le sue collettive e personali si contano anche numerosi Stati Europei, gli Stati Uniti e il Canada. Si susseguono sue mostre antologiche a: Milano, Biblioteca Sormani, 1983; Le Locle (Svizzera), Musée des Beaux Arts de la Ville, 1990; Brescia, Palazzo Martinengo, 1990; Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, 1997; Bellinzona (Svizzera), Museo di Villa dei Cedri, 2001; Longiano, Fondazione Balestra, 2016.