Giovanni Santi – Da poi … me dette alla mirabil arte de pictura
La Galleria Nazionale delle Marche celebra la poliedrica personalità dell’artista.
Comunicato stampa
La produzione artistica urbinate post federiciana non ha goduto di particolare attenzione da parte della letteratura specifica eppure, in quegli anni, era ancora attivo – presso la corte di Guidobaldo – quel Giovanni Santi che, già pittore per il Duca Federico, sarà ricordato più per essere stato il padre e primo maestro del grande Raffaello che per il suo oggettivo valore artistico. Effettivamente la sua figura è stata lungamente messa in ombra dall’impareggiabile confronto con il figlio ed ha dovuto pagare lo scotto di essere tacciata dal giudizio, non particolarmente favorevole, di Giorgio Vasari.
Giovanni Santi fu vero uomo di corte, non solo pittore: impegnato come scenografo nell’allestimento degli spettacoli che si tenevano a corte, fu anche letterato, come è attestato dalla Cronaca rimata il cui manoscritto originale viene esposto nella mostra che, dal 30 novembre 2018 al 17 marzo 2019 gli viene dedicata presso il Palazzo Ducale di Urbino.
Con l’occasione tornerà, da Palazzo Corsini in Firenze, dopo quasi quattrocento anni di “esilio”, la serie completa delle Muse cioè le sette tavole che le rappresentano più quella raffigurante il loro protettore Apollo, dipinte da Giovanni Santi e dai suoi collaboratori – tra i quali Timoteo Viti - per decorare il Tempietto delle Muse voluto dal Duca Federico nell’appartamento terreno del palazzo urbinate, dove saranno temporaneamente ricollocate.
L’opera di Giovanni sarà rappresentata dalla raccolta quasi completa di tutte le opere presenti nel territorio e sarà messa in relazione con quella dei suoi contemporanei (Perugino, Melozzo, ecc.) per ricostruire quel contesto culturale che tanta importanza avrà per la formazione culturale e “visiva” del giovane Raffello.