Gino Cortelazzo – La scultura come materia struttura colore

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO CULTURALE ALTINATE - SAN GAETANO
Via Altinate 71, Padova, Italia
Date
Dal al

martedì-domenica 10-19. Lunedì chiuso

Vernissage
15/10/2011

ore 18

Contatti
Email: info@ginocortelazzo.it
Sito web: http://www.ginocortelazzo.it
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

organizzata dal Comune di Padova con il
patrocinio e il contributo della Regione Veneto, il sostegno della Fondazione
Antonveneta e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la
sponsorizzazione del Grand Hotel Savoia di Cortina d’Ampezzo, il patrocinio del
Dipartimento di Storia delle arti visive e della musica dell’Università degli Studi
di Padova e della Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia.

Curatori
Giuseppina Dal Canton
Generi
arte contemporanea, personale
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La retrospettiva, curata da Giuseppina Dal Canton, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Padova, propone un’ampia scelta di opere con l’intento di fornire un’aggiornata rilettura dello scultore, molto apprezzato dalla critica.

Comunicato stampa

Sabato 15 ottobre alle 18 negli spazi del Centro culturale Altinate San Gaetano,
via Altinate 71 a Padova, si inaugurerà la mostra “Gino Cortelazzo. La scultura
come materia, struttura, colore”, organizzata dal Comune di Padova con il
patrocinio e il contributo della Regione Veneto, il sostegno della Fondazione
Antonveneta e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la
sponsorizzazione del Grand Hotel Savoia di Cortina d’Ampezzo, il patrocinio del
Dipartimento di Storia delle arti visive e della musica dell’Università degli Studi
di Padova e della Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia.
Si tratta della prima esposizione che la città di Padova dedica a questo scultore,
nato ad Este nel 1927, che fu una delle voci più originali della scultura italiana
del dopoguerra. Alla sua scomparsa, nel 1985, Cortelazzo ha lasciato più di 500
sculture oltre ad opere plastiche di vario tipo, disegni e grafica. Opere di
Cortelazzo si trovano in varie città e musei come la Galleria internazionale d'arte
moderna di Ca' Pesaro ed il MART. Padova custodisce la scultura monumentale
“Foca/Omaggio a Venezia” al centro del giardino del Parco d’Europa alla Stanga e
ai Musei Civici il bronzetto “Piccoli Attori”, opera vincitrice della XVI Biennale
Internazionale del Bronzetto ed esposta di recente in occasione della mostra
“Novecento al Museo” presso il Palazzo della Ragione.
Artista di ricerca, Cortelazzo sperimentò ogni materiale: non smise di indagare le
possibilità del bronzo, ma lavorò anche la pietra, l’alabastro, l’onice, perfino la
cartapesta e la resina. Amò molto il ferro e il legno, ai quali spesso tornava.
Sviluppò una personalissima idea di figurazione “indiretta”, basata sul suggerire
stimoli visivi sui quali ogni spettatore potesse costruire una sua propria
immagine, frutto del dialogo con la sua fantasia e la sua cultura.
La retrospettiva, curata da Giuseppina Dal Canton, docente di Storia dell'arte
contemporanea all'Università di Padova, propone un’ampia scelta di opere con
l’intento di fornire un’aggiornata rilettura dello scultore, molto apprezzato dalla
critica: 36 sculture di vari materiali (legno, pietra, bronzo, ferro, titanio), 6
mosaici, 6 bassorilievi in bronzo e 7 opere grafiche. L’allestimento è stato curato
dagli architetti Luciano e Mario Gemin.
Il catalogo della mostra - oltre al contributo della curatrice nel quale si sviluppa il
tema che dà il titolo alla mostra - presenta un testo di Giovanni Bianchi
sull’intenso rapporto con la natura nella scultura di Cortelazzo, con particolare
riguardo alle serie dei fiori e delle foglie; un testo di Alessia Castellani che
riferisce sull’amicizia e la stima che Cortelazzo ha ricevuto da Giulio Carlo Argan,
Giuseppe Mazzariol, Giuseppe Marchiori e in generale da tutta la critica a lui
coeva; un testo di Stefano Franzo sui gioielli e i rapporti di Cortelazzo con il
mondo dell’alta moda; un saggio di Chiara Costa sulla serie delle maschere
realizzate da Cortelazzo con grande libertà nei materiali più vari, dalla
cartapesta, alla ceramica, al bronzo; una biografia curata da Franca Bizzotto.
“Gino Cortelazzo. La scultura come materia, struttura, colore”
Dal 16 ottobre al 13 novembre 2011
Orario: martedì-domenica 10-19. Lunedì chiuso
Ingresso libero
Centro culturale Altinate San Gaetano
Via Altinate 71, Padova
Info: 049.8205572
[email protected]
CENNI BIOGRAFICI
Nato nel 1927 a Este, fin da piccolissimo Gino Cortelazzo sente prepotente la
necessità di “fare monumento un’idea”. Nel 1961, dopo aver studiato Agraria a
Padova e dopo alcune esperienze lavorative, decide di frequentare l’Accademia
di Belle Arti a Bologna, dove avviene l’importante incontro con Umberto
Mastrolanni, che sarà per lui maestro e amico. Nel 1968 il felicissimo esordio,
con la scultura “Operaio”, al premio Suzzara, dove la giuria composta da Cesare
Zavattini, Dino Villani, Franco Solmi e altri, lo proclama vincitore. Durante i suoi
brevi periodi di soggiorno a Milano Cortelazzo incontra il mondo dell’alta moda: i
suoi piccoli gioielli-scultura entrano così negli esclusivi defilé di Biki, Baratta e
Soldano. Dal 1971 insegna scultura all’Accademia di Ravenna, cattedra che
lascerà alcuni anni dopo per dedicarsi completamente alle sue forme plastiche e
alla sperimentazione, mai fine a se stessa, con i più diversi materiali. Nel
novembre del 1985 tragica ed improvvisa la morte.
Benché fosse un “outsider” e vivesse in una condizione tutto sommato isolata
rispetto a quella degli artisti più rappresentativi della sua epoca, lo scultore ha
attirato su di sé l’attenzione di critici e personalità della cultura quali Giulio Carlo
Argan, Dino Buzzati, Davide Lajolo e Raffaele De Grada. Gino Cortelazzo, scriveva
Mazzariol in un saggio a lui dedicato, «entra nel panorama della scultura europea
come un personaggio di tutto rilievo, perché ha avuto la capacità intellettuale,
anzi la spregiudicatezza intellettuale e morale, di sperimentare tutti i linguaggi».
Attento al linguaggio evolutivo sia di Boccioni che di Arturo Martini, con richiami
a Mastroianni e ai contemporanei, a Cortelazzo viene riconosciuto di essersi
inserito nelle problematiche più avanzate del nostro tempo, non rinunciando
all’immersione nella natura. Il problema del rapporto dei materiali con la luce è
stato per lui fondamentale ed è stato sempre affrontato dall’artista con grande
originalità ed autonomia. I suoi bronzi, in parte opachi ed in parte lucidi, sempre
alla ricerca di un raffinato rapporto con la luce che Giulio Carlo Argan definiva
“neoplatonico”, rappresentano sinteticamente la pulsione vitalistica della terra:
vegetazioni, piante, fiori protesi verso l’esterno. Nell’ultimo periodo l’artista, con
un’operazione originale, si propone il superamento della materialità del mezzo,
attraverso la copertura uniforme delle sculture di colore irradiante luce. Questo
rivestimento di tipo scultoreo raggiunge un particolare carattere in opere quali
“La Rosa”.
La morte prematura interrompe la ricerca di una nuova formulazione del
paesaggio nella scultura, avviato con “Luna a Key West” e “Il castello” dove si
palesa una differenza fondamentale dai teatrini di Arturo Martini e da quelli di
Lucio Fontana per la mancanza della cornice. Cortelazzo annulla il confine tra il
mondo di chi guarda e quello dell’immaginario dell’artista compenetrando
nell’opera entrambi i mondi.
Il suo colore inventato non è di origine ornamentale o un divertimento ottico,
alla maniera di Gaudì o di Calder, ma effettiva motivazione dell’intervento
plastico per un paesaggio simbolico di una condizione di silenzio, di solitudine, di
affascinante bellezza.
APPROFONDIMENTI
www.gicortelazzo.it
http://www.youtube.com/watch?v=2_nNWmnS1vY Biografia di Gino Cortelazzo
http://www.youtube.com/watch?v=mLiRtL-EYX8 Intervista a Giuseppe
Mazzariol su Gino Cortelazzo
http://www.youtube.com/watch?v=2_nNWmnS1vY Intervista a Raffaele De
Grada su Gino Cortelazzo
http://www.youtube.com/watch?v=2_nNWmnS1vY Intervista a Giulio Carlo
Argan su Gino Cortelazzo
http://www.youtube.com/watch?v=2_nNWmnS1vY Intervista a Riccardo Muti
su Gino Cortelazzo
La Coppia,