Gabriele Basilico – Territori intermedi

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO URSINO - MUSEO CIVICO
Piazza Federico Di Svevia , Catania, Italia
Date
Dal al

da lunedì a domenica dalle ore 9,00 alle ore 19,00 (vendita ultimo biglietto un'ora prima della
chiusura)

Vernissage
17/09/2021

ore 18

Biglietti

(ingresso Museo Civico “Castello Ursino”+ visita mostra Gabriele Basilico) euro 9 intero, euro 5 ridotto, euro 3 scuole

Artisti
Gabriele Basilico
Curatori
Filippo Maggia
Generi
fotografia, personale
Loading…

Grande mostra di opere inedite “Gabriele Basilico-Territori intermedi” nelle sale del Museo Civico “Castello Ursino”, promossa e organizzata dalla Fondazione OELLE Mediterraneo antico in collaborazione con l’archivio dell’artista.

Comunicato stampa

Dal 18 settembre 2021 il Museo Civico “Castello Ursino” di Catania presenta al pubblico la mostra senza precedenti Gabriele Basilico-Territori intermedi, a cura di Filippo Maggia, promossa e realizzata da Fondazione OELLE Mediterraneo antico in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico.
«La retrospettiva di inediti di Gabriele Basilico è un momento molto importante, un segnale concreto di rinascita per la meravigliosa città di Catania e di ripartenza dopo l’emergenza Coronavirus. Negli ultimi anni Catania – anche grazie all’importante contributo di partner privati come la Fondazione Oelle Mediterraneo Antico – si è affermata nel panorama nazionale e internazionale con mostre, festival, rassegne non solo legati alla storia e alla tradizione, ma anche al contemporaneo e all’attualità», commenta Salvo Pogliese, sindaco di Catania.
«In un momento tanto complesso come l’attuale per il comparto del turismo e dell’ospitalità, credo sia fondamentale trovare nuovi modi per proporsi, per cambiare la propria offerta ricettiva tradizionale. La direzione è quella del “turismo lento” che prevede la valorizzazione della qualità dell’esperienza turistica. E in questo approccio la cultura a Catania gioca un ruolo fondamentale, anche nella direzione della destagionalizzazione turistica. Al riguardo, Catania si sta apprestando al lancio di un network di musei civici d’eccellenza, che intende fare rete a livello nazionale per politiche coordinate di promozione del patrimonio artistico italiano, aperto ai nuovi linguaggi del contemporaneo. Ne è un esempio virtuoso il caso del Museo di Castello Ursino con la sua storia e le sue collezioni civiche in dialogo oggi con l’opera di Gabriele Basilico», aggiunge Barbara Mirabella, assessore alla pubblica istruzione, beni culturali, grandi eventi e pari opportunità di Catania.
«Mappare i paesaggi, abitarli e rigenerarli con le costruzioni di un pensiero innovativo. Nel solco di questa narrazione la Fondazione OELLE Mediterraneo Antico, realtà culturale nomade per scelta, è orgogliosa di portare oggi al Museo Civico di Catania “Castello Ursino” il progetto espositivo di un grande protagonista della fotografia contemporanea come Gabriele Basilico. Le sue visioni dei margini e delle periferie delle città in continua trasformazione offriranno sicuramente a visitatori e istituzioni spunti di riflessione sulla nostra società e su un prossimo futuro da re-immaginare. Particolare attenzione sarà posta verso i giovani visitatori ai quali sarà riservato uno speciale programma di formazione fatto di laboratori, workshop e visite guidate. Il tutto in stretta sinergia con l’Archivio Basilico», dichiara Ornella Laneri, presidente della Fondazione OELLE Mediterraneo Antico.

LA MOSTRA DELLE OPERE INEDITE
La mostra Territori intermedi nasce come riflessione su un’importante, fondamentale, parte del lavoro di Gabriele Basilico (Milano, 1944-ivi 2013) sino a oggi rimasta in ombra. Si tratta di fotografie realizzate in parte come studi o infine “sacrificate” per esigenze precise derivanti dalla committenza. Le oltre 120 immagini pubblicate nel catalogo dell’esposizione, di cui oltre 60 proposte in mostra, sono quasi tutte inedite, eppure scelte e selezionate da Basilico stesso. Mai pubblicate né presentate in esposizioni personali o collettive, salvo rari casi, furono eseguite dalla metà degli anni Ottanta sino al primo decennio Duemila, coprendo così gran parte della carriera del fotografo milanese.
Le opere, appositamente stampate per l’esposizione al Castello Ursino di Catania dall’Archivio Gabriele Basilico, sono in due formati: 52 in formato 50x60 cm e 10 in formato 100x130 cm.
«Le fotografie in mostra svelano l’anima del grande maestro italiano, conosciuto in tutto il mondo, e dialogano con la memoria storica del castello medievale siciliano. Sono inedite riflessioni sul concetto di spazio e di forma, che hanno rappresentato il focus della ricerca del grande fotografo scomparso prematuramente nel 2013. Sono fotografie che trasudano passione, che superano la commessa professionale e che ci fanno apprezzare una dimensione privata e romantica dell’artista. Basilico emana visioni, una sorta di avvicinamento sensoriale alle alchimie delle immagini, e governa la costruzione delle inquadrature come quadri rinascimentali con le armonie della composizione e della luce», afferma Carmelo Nicosia, direttore della Fondazione OELLE Mediterraneo antico.

UN’ANTEPRIMA ASSOLUTA A CATANIA
«La mostra al Museo Civico “Castello Ursino” è un’anteprima assoluta: la selezione delle fotografie che ho fatto rivela un approccio sino a oggi poco indagato all’interno della ricca produzione artistica lasciata da Basilico. I “territori intermedi” sono spazi fisici tangibili con lo sguardo, ma anche spazi mentali, indotti nell’osservatore dai vuoti, dalle assenze determinate da pause e silenzi nella costruzione visuale dell’immagine.
Lo spessore della luce e la scelta prospettica adottati da Basilico contribuiscono a determinare l’equilibrio formale fra i volumi inducendo a una nuova lettura dell’immagine, attraverso quell’atto di sospensione e contemplazione molte volte sottolineato dallo stesso fotografo come indispensabile nell’osservazione del paesaggio, di qualunque natura esso sia e si presenti», dichiara Filippo Maggia, curatore dell’esposizione.

I PAESAGGI SECONDO GABRIELE BASILICO
Nel 1984 Gabriele Basilico riceve l’incarico di partecipare alla Mission Photographique de la DATAR, una grande committenza pubblica voluta dal governo francese per registrare le mutazioni del paesaggio in atto nel Paese transalpino, un progetto che vide coinvolti 28 fotografi internazionali tra il 1984 e il 1988.
Il 1984 è anche l’anno di “Viaggio in Italia”, mostra e libro nei quali Luigi Ghirri, con Gianni Leone e Enzo Velati, radunano le differenti esperienze dei fotografi italiani – e di alcuni ospiti stranieri – sul paesaggio del Bel Paese, per la prima volta organizzati per provare a esprimere un ragionamento complessivo, un tentativo, forse un embrione di una tendenza mai veramente espressa come movimento.
La partecipazione alla Mission Photographique de la DATAR è pure l’occasione per Basilico di avviare un suo progetto personale che diventerà in pochi anni un libro, e poi mostra: “Bord de Mer”. Osservando e analizzando il paesaggio, Basilico inizia a indagare con sempre maggior insistenza il rapporto fra le opere dell’uomo e lo spazio, quello spazio che occupa piani visivi all’interno dell’immagine sino ad allora poco o quasi mai considerato. Il primo piano, ad esempio, diviene così la pavimentazione stradale o la spiaggia, spesso restituite fotograficamente grazie a una nuova interpretazione della luce, diretta e indiretta, e della natura, dei cieli e degli spazi aperti, ora campiture non più definite all’interno della lastra fotografica.

LA MAPPATURA DEL “NUOVO PAESAGGIO CONTEMPORANEO” DELLA FONDAZIONE OELLE
«Da molto tempo la piattaforma OELLE CREATIVE LAB, segmento della Fondazione OELLE legato alla ricerca animata da giovani volenterosi, da numerose collaborazioni (università e accademie) e direttamente collegata, ad esempio, alla Scuola di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania, progetta un’azione fotografica legata alla mappatura paesaggistica, architettonica e antropologica del “nuovo paesaggio contemporaneo”. Un paesaggio in evoluzione e fortemente antropizzato, condizionato dalla presenza degli esseri umani. Ineluttabile, quasi un destino, è stato quindi l’incontro con Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia dell’archivio Basilico, e immediata è stata l’idea di mettere in campo Territori intermedi, un ambizioso progetto che individua nel mare magnum dell’archivio, i paesaggi inediti di Gabriele Basilico», aggiunge Carmelo Nicosia.

IL CATALOGO
La mostra è accompagnata da un ricco volume contenente tutte le opere in mostra edito da Skira e, per l’edizione francese, da Xavier Barral, con testi critici di Filippo Maggia e Luca Molinari.

GABRIELE BASILICO
Dopo la laurea in architettura (1973), Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013) si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città e i mutamenti in atto nel paesaggio urbano sono fin dagli esordi i suoi ambiti di ricerca privilegiati. “Milano. Ritratti di fabbriche” (1978-80) è il primo lavoro dedicato alla periferia industriale e corrisponde alla sua prima mostra in un museo (1983, Padiglione di Arte Contemporanea, Milano). Nel 1984 è invitato a far parte della Mission Photographique de la DATAR, voluta dal governo francese, e documenta le coste del nord della Francia. Nel 1991 partecipa a un’altra missione fotografica internazionale a Beirut, alla fine di una guerra durata oltre quindici anni. Gabriele Basilico ha prodotto moltissimi lavori di documentazione di città in Italia e all’estero, e realizzato un ampio numero di mostre e di libri personali. Considerato un indiscusso maestro della fotografia contemporanea, ha esposto in molti Paesi e ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha inoltre intrecciato il suo instancabile interesse per le trasformazioni del paesaggio urbano con attività seminariali, lezioni, conferenze, e riflessioni scritte. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni internazionali, pubbliche e private.
www.archiviogabrielebasilico.it