Fugacittà

Informazioni Evento

Luogo
ESH GALLERY
Via Forcella 7 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal 29 marzo al 6 aprile: 11.00-19.00
Dal 11 aprile al 5 maggio: su appuntamento salvo diversa programmazione

Vernissage
28/03/2023

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

Per la prima volta nella storia della civiltà umana, più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane.

Comunicato stampa

ESH Gallery, spazio milanese vocato all’arte e al design, è lieta di presentare Fugacittà, mostra dedicata alle opere degli artisti Umberto Dattola, Guido De Zan e Kouzo Takeuchi.
Per la prima volta nella storia della civiltà umana, più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane. Le città consentono scambi di idee, generano innovazione, sviluppo ma allo stesso tempo sono l’origine di numerose problematiche sociali e rivelano profondi contrasti che coesistono in un fragile equilibrio.
Tali problematiche ci costringono a riflettere. Ci piace dove viviamo? Apprezziamo ciò che ci circonda? Siamo in troppi? Cosa respiriamo? È sostenibile? Ma soprattutto, viviamo bene in città? Le risposte sono in parte affidate alle opere dei tre artisti, alcune realizzate in occasione della mostra, con le quali raccontano la loro personale visione della città.
Dal titolo della mostra emerge il filo conduttore che lega i tre artisti. Da un lato la fuga, intesa come forma di evasione tra sogno e letteratura nei cabinet/scultura in foglia d’oro di Dattola o iconico-immaginaria nei gruppi ceramici di De Zan; dall’altro la fugacità espressa dalle Rovine Contemporanee di Takeuchi che rivelano la condizione inesorabilmente effimera dell’opera dell’uomo.
Umberto Dattola, nato a Brescia, vive e lavora sulle colline della Franciacorta, dividendosi tra insegnamento e attività nell’ambito del design artistico. Il suo lavoro, come definito da Diego Zanella, “è un evento di artigianato alchemico”. I suoi oggetti sembrano provenire da una dimensione diversa, un mondo in cui il legame animistico che li unisce alle nostre vite conferisce loro una vita propria. Il risultato è complesso, il craft si coniuga con la letteratura, il design diventa progetto onirico e l'artigianato pratica esoterica. Le opere – in parte sospese - esposte presso ESH Gallery si ispirano al grande classico di Calvino, Le città invisibili.
In questo libro è contenuta l’idea che guida gran parte del mio lavoro: esiste un luogo dell’anima dove è conservato gelosamente un modello di spazio, anche estetico, un metro di misura ideale, la Città Invisibile, la città interiore che conserviamo dentro, là dove vengono elaborati e costruiti i modelli ideali coi quali confrontiamo i luoghi e gli elementi che incontriamo sul sentiero della nostra esistenza. (U.D.)

Guido De Zan, classe 1947, nel 1975 inizia la ricerca nel campo ceramico e pochi anni dopo, all’ombra delle Colonne di San Lorenzo di Milano, apre il Coccio, laboratorio nel quale ancora oggi lavora.
Come scrive la storica dell’arte Anty Pansera in Creatura di città, De Zan ha un’ossessione per alcuni edifici cittadini, ai quali ha dedicato attenta curiosità per poterli riprodurre/riproporre in sculture in grès e porcellana bianca, cotta, biscuit, ‘paesaggi’ di inusitata bellezza che si incarnano suggerendo una particolare lettura della città improntata alla percezione dei volumi. Torri, innanzitutto, per le loro “caratteristiche di potenza e forza ma anche di elevazione ideale verso l’infinito”, piramidi, ziggurat, cattedrali e poi la ‘Velasca’ e i grattacieli.
I suoi lavori, dalle superfici chiare e sottili esprimono leggerezza, rigore e purezza formale. A questo effetto quasi cartaceo De Zan unisce la sua ricerca grafica di fini linee che infittendosi danno l’impressione del chiaro-scuro tipico dei disegni o delle incisioni su carta.
Kouzo Takeuchi, dalla prefettura di Hyogo in Giappone, si interessa ai temi di costruzione e distruzione dando vita a Modern Remains, una serie di opere ispirate dalla rottura accidentale di una ceramica e caratterizzate da complessi motivi geometrici composti da tubi quadrati di porcellana. Una volta completata la cottura e la smaltatura, Takeuchi intacca strategicamente le sculture con un martello. L’effetto di questo processo evoca sia antiche rovine che architetture contemporanee, spingendo lo spettatore a considerare che ciò che esiste ora un giorno sarà in appunto rovina.

La mostra resterà visitabile al pubblico con diverse aperture serali per celebrare l’Art Week di Milano e la settimana del Fuorisalone.