Franco Betteghella – Il colore del vento

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO49 VIDEOARTE
Via Lungo Gelso 49, Napoli, Italia
Date
Dal al
Vernissage
20/01/2012

ore 18

Contatti
Email: federica.paolozzi@gmail.com
Artisti
Franco Betteghella
Generi
arte contemporanea, personale
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Le opere in mostra sono attraversate costantemente da una tensione che cerca di rendere la materia morta della tela una superficie mobile,plastica,viva.

Comunicato stampa

“... L'immaginario di Betteghella prosegue sul filo del rasoio delle provocazioni visive, sollecitando ironicamente la messa in discussione dell'ordine sociale che si manifesta anche attraverso i simboli dell'apparenza. Nascono così, negli anni '70 le installazioni urbane di cui fanno parte le "cravatte" di Napoli e Milano.”

Pierre Restany

Le opere in mostra sono attraversate costantemente da una tensione che cerca di rendere la materia morta della tela una superficie mobile,plastica,viva.

Lo si nota non solo quando paesaggi dipinti si sciolgono nelle pieghe realizzate a mò di bassorilievo sulla tela,ma anche semplicemente osservando i movimenti del cielo nei quadri che rappresentano nuvole in fuga.

Le opere mobili dell'artista rincorrono un senso che non è dato immediatamente allo sguardo.Incuriosiscono i volti che paiono nascondersi sotto le tele fattesi veli.

BREVI CENNI BIOGRAFICI

Franco Betteghella nasce a San Giuseppe Vesuviano il 9 agosto 1950, frequenta il liceo artistico e l'Accedemia di Belle Arti di Napoli. Negli anni '70 si trasferisce a Roma dove espone alla Galleria "Arti Visive". Critici d'Arte come E. Crispolti, F. Menna, G.C. Argan, P. Restany, seguono e scrivono sul suo lavoro. F. Menna lo invita ad esporre al "Lavatoio contumaciale" di Roma. Intrattiene rapporti d'amicizia ed artistici con G. Falzoni. Nel '73 presentato da E. Crispolti espone al Centro d'Arte "Ellisse" di Napoli. P. Restany nel '78 lo invita ad esporre alla Galleria "Borgogna" di Milano città nella quale Betteghella si trasferisce per vivere gli anni più intensi della propria esperienza artistica. Dopo numerose personali milanesi vive periodicamente a Nizza dove espone alla Galleria "Sapone" ed al museo d'Arte contemporanea "Des Ponchettes". Contemporaneamente viene invitato ad esporre all'Istituto di Cultura Francese "Grenoble" di Napoli ed è il primo artista italiano ad essere invitato ad esporre nella prestigiosa sede napoletana. Sue opere fanno parte del Centro Studi "Dante Bighi" nella prestigiosa sede della Torre Estense di Copparo (FE) insieme ai grandi maestri del '900. Nel settembre del 2007 espone a Parma alla mostra "Mai dire Mao (al servizio del Pop)" su invito di Gherardo Frassa. Il 20 novembre 2007 presso la "Picagallery" - via Vetriera 16 - Napoli Betteghella presenta un ciclo di opere recenti.

TEMATICA E POETICA

Gli esordi pittorici sono d'impostazione accademica, anche se molto presto trova mezzi espressivi e linguaggi di totale libertà creativa. Nel '72 realizza a Napoli, nella zona dei quartieri spagnoli, una vera e propria "Cravatta" per la facciata di un palazzo fatiscente. L'immagine della "Cravatta" fa il giro del mondo, pubblicata dai maggiori giornali. Ripete la provocazione visiva con un papillon per la "Torre Velasca" ed una "Cravatta" per il grattacielo Pirelli di Milano. Utilizza stoffe e tessuti per realizzare opere di grande impatto visivo, manipolando, giustapponendo, decolorando, quella che l'artista definisce "la seconda pelle dell'uomo". Fanno parte dei vari cicli creativi opere realizzate con tessuti gessati, opportunamente elaborati, grandi "cavalcate morbide", "fiori e fauni", "le nuvole", "anatomie in drappeggi", "sculture inter-venti". Realizza per il primo concerto di Franco Battiato in Campania, le sue prime "sculture di vento".

“L'intervento dell'artista consiste sempre e comunque nel rompere la ripetitività, l'ovvietà per inserire in maniera provocatoria, a volte ironica, l'imprevedibilità del gesto creativo e liberatorio, che crea nuovi scenari per figure, fiori, linee e colori protagonisti ciascuno a suo modo della propria vicenda unica e irripetibile.”

Enrico Crispolti