Francesco Simeti – Uncinata

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO CARLO ZAULI
Via Della Croce 6, Faenza, Italia
Date
Dal al

mar - sab 10 / 13 e su appuntamento
per info e prenotazioni +39 333 8511042

Vernissage
15/12/2018

ore 21

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

con il contributo di:
Comune di Faenza
AiCC Associazione Italiana Città della Ceramica
Regione Emilia-Romagna
Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

in collaborazione con:
Accademia Belle Arti Bologna
Accademia Belle Arti Ravenna
Podere La Berta

Artisti
Francesco Simeti
Generi
arte contemporanea, personale
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I due lavori presentati al Museo Zauli vogliono essere il punto di partenza per un progetto ampio e in divenire di coinvolgimento di artigiani ceramici di tutte le nazionalità e tradizioni.

Comunicato stampa

Dal 2003 il Museo Carlo Zauli rende possibile l’incontro fra gli artisti e gli artigiani in un dialogo ceramico attraverso le residenze d’artista e i workshop di ceramica nell'arte contemporanea.
Salvatore Arancio, Alberto Garutti, Francesco Gennari, Emma Hart, Jonathan Monk, Ornaghi & Prestinari, Sislej Xhafa sono solo alcuni degli artisti invitati in questi anni in un progetto curatoriale che ha voluto avvicinare il loro percorso artistico, non ancora attivo sulla ceramica, al materiale della tradizione locale, creando cortocircuiti fra il linguaggio contemporaneo e le regole della produzione con esiti sempre sorprendenti e innovativi.
Parallelamente il museo ha sostenuto e incentivato la presenza di artisti contemporanei già attivi nel versante ceramico all’interno dell’atelier di Carlo Zauli, per misurarsi con i suoi spazi, il suo lavoro, i materiali che utilizzava.

È il caso di Francesco Simeti, coinvolto dal Museo Zauli per un progetto dedicato non solo alla produzione ma anche alla formazione, rivolto sia agli studenti che e ai professionisti della ceramica.

Simeti, nato in Sicilia ma residente a New York da oltre vent’anni, è uno degli artisti italiani più noti a livello internazionale. E' conosciuto per le sue installazioni site specific realizzate attraverso un approccio multidisciplinare, utilizzando wall paper, sculture e collage tridimensionali: nelle sue opere presenta scene esteticamente affascinanti che ad uno sguardo più attento rivelano contesti più cupi, profondi e spiazzanti. Sulla base del proprio stile espressivo e di alcune precedenti esperienze ceramiche, Matteo Zauli lo ha invitato in residenza nel 2017 a Montelupo Fiorentino per Materia Montelupo, e successivamente a Faenza per un progetto di produzione e formazione.

Nel corso della sua permanenza faentina Francesco Simeti, coadiuvato dalla ceramista Aida Bertozzi, ha realizzato proprio con la terra nera utilizzata da Carlo Zauli per le sue steli più celebri, due sculture totem, alcuni collage tridimensionali, unendo fra loro foglie modellate per l’occasione ad altre ottenute da stampi preesistenti realizzate da diversi artigiani locali.

La forma di un determinato fogliame dà il titolo all’installazione: uncinata, è infatti un termine di morfologia botanica che descrive la forma ad uncino di alcune foglie, e si ricollega anche al lavoro sulle alabarde che l’artista porta avanti da qualche anno.

I due lavori presentati al Museo Zauli vogliono essere il punto di partenza per un progetto ampio e in divenire di coinvolgimento di artigiani ceramici di tutte le nazionalità e tradizioni. Con l’apertura di questa mostra Francesco Simeti e il Museo Carlo Zauli, in collaborazione con AiCC Associazione Italiana Città della Ceramica, pongono le prime basi per una call aperta a qualsiasi ceramista voglia contribuire a questo lavoro scultoreo collettivo, internazionale e multiculturale, prestando un proprio stampo di foglie di piante e alberi. Ogni stampo verrà utilizzato dall’artista per realizzare le singole foglie, diverse a seconda del territorio e dell’elaborazione dell’artigiano, che andranno a comporre futuri collage tridimensionali dal forte valore simbolico, legato sia alla primitiva potenza della natura che agli attuali temi multiculturali.

Francesco Simeti durante la sua permanenza estiva è stato affiancato dagli studenti delle Accademie di Bologna e Ravenna partecipanti al Corso per Curatori 2018 che, come ogni anno, supportano artisti e ceramisti nella produzione, ma contemporaneamente conquistano importanti esperienze formative sul campo dal punto di vista pratico, misurandosi con le esigenze dell’artista e della produzione, ma anche teorico, approfondendone la poetica e realizzando lavori curatoriali che ne sintetizzino l’incontro. Tali lavori finali degli studenti Caterina D’Ancona, Nina Bovio, Eleonora Schianchi e Anna Bottoli saranno esposti durante l’opening.

La valenza formativa della presenza di Simeti si allarga in questa occasione anche a ceramisti professionisti a cui, in concomitanza con l’opening della mostra di dicembre, è destinato il workshop organizzato da Museo Zauli e AiCC: “Decorazione ceramica: tradizione e contemporaneità” è infatti tenuto dall’artista insieme ai due ceramisti del territorio montelupino con cui ha collaborato lo scorso anno, Luca Vanni e Sergio Pilastri, a Matteo Zauli e a Viola Emaldi, curatrice esperta in ceramica e in percorsi di formazione, e vuole fornire agli artigiani italiani uno sguardo inedito volto a riattualizzare la tradizionale attività della decorazione. Tutte le info del workshop a questo link http://www.museozauli.it/2018/11/worskhop-francesco-simeti/.

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Francesco Simeti (1968, Palermo) vive e lavora a Brooklyn (New York). Simeti è conosciuto per le sue installazioni site-specific realizzate attraverso un approccio multidisciplinare e utilizzando wallpaper, sculture e collage tridimensionali. Nelle sue opere l’artista presenta scene esteticamente affascinanti che ad uno sguardo più attento rivelano contesti più cupi. Simeti si appropria di immagini tratte da quotidiani e riviste modificandole digitalmente e le riarrangia creando pattern che associano a un forte appeal visivo un aspetto più critico sollevando domande sulla vera natura e il ruolo che questo immaginario ha nella società contemporanea.
Ha presentato i suoi lavori in numerose gallerie, istituzioni e spazi espositivi in Italia e all’estero. Tra le sue mostre più recenti Modes of Mapping a cura di Lisa Panzera, Shirley Fireman Art Center at BMCC, New York, Big towers a cura di Caterina Riva, ICA Singapore, I Sette Messaggeri a cura di Ilaria Marotta e Andrea Baccin, Marselleria, Milano, Swell, Open Source Gallery, Brooklyn e Armed, Barbed and Halberd-Shaped a cura di Nicola Riccardi, Francesca Minini, Milano. Le sue opere fanno parte delle collezioni di The Cooper Hewitt, National Design Museum, New York, The Philadelphia Museum, Philadelphia, The Victoria and Albert Museum, London, Civiche Raccolte Musei di Milano, Milano e Palazzo Belmonte Riso, Museo d’Arte Contemporanea, Palermo. Attualmente Simeti sta lavorando a diversi interventi d’arte pubblica tra cui progetti per Chicago Transit Authority a Chicago, Multnomah County Health Department Headquarters a Portland in Oregon, Carcere di Bollate a Bollate, Milano, e l’MCC Theater a New York.
Dal 2010 collabora con l’azienda Maharam di New York.

Il Museo Carlo Zauli dal 2002 a Faenza promuove il lavoro e la storia di Carlo Zauli, uno degli scultori in ceramica più importanti del 900, attraverso una collezione, l’archivio generale, pubblicazioni ed eventi. In parallelo diffonde i linguaggi contemporanei, in particolare declinati sulla ceramica, materiale della tradizione faentina. Il museo sorge nello storico atelier dello scultore faentino, conservato nel suo stato originario e tutt’ora in uso per residenze con artisti, laboratori didattici, workshop, installazioni, concerti, performance, temporary store ed eventi privati. Con un calendario denso di appuntamenti, infatti, ripropone quello spirito vitale e sperimentale che ne ha caratterizzato l’atmosfera dal 1949, diventando punto di riferimento sul territorio e in Italia in produzione e divulgazione artistica. Oltre alla collezione dedicata a Carlo Zauli espone, a rotazione, opere contemporanee, frutto del progetto curatoriale Residenza d’Artista. Al museo si collega MCZ box, spazio polivalente in cui lavorare e progettare anche con le tecnologie digitali.