Francesco Lauretta – Ragazze al pop

Informazioni Evento

Luogo
CONSERVERIA PASTIS
Piazza Emanuele Filiberto 9b, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
03/11/2022

ore 19

Artisti
Francesco Lauretta
Generi
arte contemporanea, personale
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Sotto il titolo di “Ragazze al Pop” gli spazi del locale affacciato davanti all’orto urbano di Oasi ospiteranno una serie di disegni, uno di seguito all’altro, appositamente realizzati come uno zoccolo o carta da pareti: si alzeranno dal pavimento di 110 cm e scorreranno lungo il perimetro dello spazio espositivo mentre sopra, a circa 30 cm, si monteranno i quadri a mo’ di specchiere.

Comunicato stampa

Nel periodo più incandescente per le arti contemporanee il Quadrilatero Romano e in particolare le realtà culturali presenti in piazza Emanuele Filiberto rispondono alla chiamata della città di Torino per trasformarsi in un crocevia di artisti, provenienti da tutta Italia, insieme ai visitatori e agli appassionati della materia.
Infatti, per l’occasione sbarca alla Conserveria del Pastis l’artista di origini siciliane Francesco Lauretta per proporre una personale installazione pensata ad hoc per l’opening cittadino. Sotto il titolo di “Ragazze al Pop” gli spazi del locale affacciato davanti all’orto urbano di Oasi ospiteranno una serie di disegni, uno di seguito all'altro, appositamente realizzati come uno zoccolo o carta da pareti: si alzeranno dal pavimento di 110 cm e scorreranno lungo il perimetro dello spazio espositivo mentre sopra, a circa 30 cm, si monteranno i quadri a mo' di specchiere.
Nello spazio saranno poi installati due-tre tavolini con sedie che accoglieranno tre sculture - dipinte come i quadri- di ragazze al "pop" appunto.

L’INSTALLAZIONE SARÀ VISITABILE FINO AL 6 NOVEMBRE E SARÀ APERTA FUORI ORARIO IL 5 NOVEMBRE PER LA NOTTE DELLE ARTI CONTEMPORANEE.

“La vita ipermoderna. La vita moderna. Era inevitabile condurmi in questa parte della tela dopo aver aggredito, mimato, saccheggiato il reale, il sur reale. Osservando, o meglio ricordando i vecchi quadri degli impressionisti, alcuni, dove erano dipinti momenti spensierati, ai caffè, con balli, i corpi euforici per la scoperta di una vita moderna, una sera, a Torino, in occasione delle feste serali in occasione di Artissima, ho visto la stessa folla occupare quanto non era stato possibile occupare negli ultimi anni di pandemia: pub, caffè, bar, e quant'altro. Questi binari
costellati da ombrelloni, cabine, abitati fino all'estremo dalla folla e colorati significativamente con luci che nel riverbero davano agli astanti colore e forma univoca, rossi, gialli, blu, arancioni, verdi, violetta, erano impressionanti tanto che li ho visti e sognati, le forme, come un corpo multiplo, impastate le figure le une alle altre senza identità, solo folla informata dalla frenesia liberata, seppur controllata, dai virus, dai Green Pass mostrano l'effetto -o affetto- euforico di un unico corpo (sociale), ammalato. Differentemente dalle prove della vita moderna, ritratta dai vari Renoir, Toulouse-Lautrec e compagnia bella, prossima alla catastrofe che avrebbe segnalato il 900, dove una specie di divertita malinconia attraversava
le sere, oggi le sere dell'aperitivo tanto agognato, desiderato, nei lounge bar e dintorni, sembra contenere la stessa frenesia con la quale scorrono i virus a caccia delle persone. Un quartetto pensato, visionato, come punti cardinali che formano una rete o trappola dove si scorgono corpi rovesciati su tavolini, sedie, che parlano -di virus, di guerra?- , bevono, sgranocchiano, si dissolvono e si espandono come un grande blob, corpi indistinti che vivono e si alimentano del disagio alieno nel ventennio avanzato del XXI secolo, come sapessero che l'estinzione è prossima, o comunque ormai 'pensabile', possibile e quel momento, spensierato fosse come una celebrazione: come "non vi fosse un domani". Per dipingere questo quartetto ho usato non i pennelli ma gli artigli".

BIO
Francesco Lauretta (Ispica- Ragusa, 1964 – vive e lavora a Firenze)
Artista poliedrico, spazia dalla pittura alle installazioni, utilizzando spesso materiali eterogenei e di recupero e seguendo di volta in volta il filo rosso di un progetto che quasi mai si esaurisce entro lo spazio della tela. Per la sua prima personale nella Galleria di Milano, che si articolava in un percorso complesso di opere su tela e disegni, oltre ad alcune installazioni, l’artista ha messo in atto una riflessione, con le sue crisi ed i suoi successi, sul fare e sul farsi della Pittura, quesito che da secoli si ripropone imponendo i propri arcani a pittori o poeti con l’animo e la sensibilità disposti ad accogliere le domande.