Francesco De Prezzo – Stand sculpture

Informazioni Evento

Luogo
SURPLACE ART SPACE
via San Pedrino 4, Varese, Italia
Date
Dal al

la mostra non prevede l'inaugurazione e si potrà visitare solo su appuntamento, con ingresso limitato a tre persone per volta.

Vernissage
28/09/2020

no

Artisti
Francesco De Prezzo
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra personale.

Comunicato stampa

Luca Scarabelli: Quando inizia a esistere una scultura? Potrebbe essere la domanda che ci apre un breve percorso per la lettura del tuo lavoro. Assieme alle costanti percettive, alle implicazioni che riguardano il problema antico della rappresentazione, alla misura dello spazio e al problema della costruzione dell’immagine.

Francesco De Prezzo: La mia pratica coincide in qualche modo con la messa in discussione anche di questi statuti per portare al limite le possibilità narrative di scultura e la pittura intese come macrocategorie.

LS: Alle spalle c’è il tuo interesse per il modernismo, le letture dei testi della Krauss, i discorsi attorno ai suoi schemi, ma anche l’attenzione alle analisi linguistiche di Art And Language. La scultura che proponi con semilavorati, la presenza di schemi, l’ordine spaziale, denotano una predisposizione ad occupare lo spazio dotandolo di senso e misura, ma anche l’interrogazione sullo stare nello spazio, che mette in evidenza pregi e difetti del formalismo stesso.

FP: Gli “Stand” sono delle sculture molto semplici in metallo, originariamente cavalletti da supporto fotografico, rimontati secondo un preciso ordine. Nel libretto delle istruzioni è bastato sbarrare alcuni passaggi, quindi portare un nuovo ordine di montaggio ad alcune parti per ottenere qualcosa di diverso, più simile a una scultura.

LS: Quindi l’approccio è quello di smontare le regole rimanendo all’interno di una misurata dialettica del motivo. Riformare una unità linguistica che possiede un senso indipendente e riscriverla secondo altre regole che spostano, ad esempio, quella della sua funzione o del programma d’uso in altro. Penso all’ars combinatoria e alla generazione di nuove categorie di segno.

FP: Come si vede gli “Stand” hanno una forma che allude vagamente ai 3 assi spaziali (Z,X,Y), quindi possiamo intenderle anche come elementi che segnano semplicemente posizioni nello spazio.

LS: Rinnovare la logica sequenziale e la struttura delle coordinate per trovare un’altra possibilità. Lo spostamento è neutro o questa consequenzialità tra l’oggetto originale e la forma che proponi mette in luce uno scarto?

FP: Uno dei requisiti base della scultura risiede nel suo collocamento all'interno di un’ indefinito “tutto”. Dove sorge la forma? Da che sappiamo tutto occupa spazio, il nostro punto di vista isola l’oggetto dal contesto in cui si trova e ne cambia il suo peso, c’è anche un idea di distanza…

LS: Nei tuoi quadri la rappresentazione è messa sotto esame e lascia il posto alla procedura della sua scomparsa, un inganno al referente e allo sguardo stesso si direbbe. Anche le dinamiche di cosa c’è prima e dopo vengono annullate…

FP: Per fare un esempio il rapporto fra figura e sfondo a cui la Krauss allude, non è altro che una questione (in costante collegamento) di spazio, di distanze, di rapporti assoluti e posizioni rispetto a chi osserva. Allargando un po’ il discorso si potrebbe quasi affermare che la percezione ottica all’interno della nostra vita risiede in una questione di punti di vista, di spazi potenziali e rapporti continui.

LS: Nel testo “L’inconscio ottico” si rivendica la dimensione dell’opacità, della ripetizione, della temporalità. L’opacità ti interessa molto da vicino.

FP: Mi interrogo sulla dimensione autonoma della pittura, sulla figura e sulla cancellazione e sulle reminiscenze della figura preesistente, creando dei campi in cui figura-sfondo-non figura e non sfondo convivono in un unica dimensione fisica (la pittura è materia fisica) e visibile ad occhio nudo.

LS: Accompagni la presenza delle sculture con l’indicazioni di direzioni, possibili percorsi dello sguardo e fisici. Per veicolare l’attenzione e inserire il movimento? Mi sembra che sia una determinazione di carattere quasi antropologico, anche un modo per attraversare l’opera orientando il corpo e lo sguardo.

FP: Delimitando diversi punti all’ interno dello spazio ottieni anche un potenziale percorso, insomma definisci le regole della percezione.

LS: La tua scultura, dello spazio aperto direi, la vedo come un microcosmo plastico che ruota attorno alla quiete.

FP: già… la scultura, alcuni artisti lavorano con le forme… altri lavorano con lo spazio che queste forme avrebbero dovuto occupare. In ogni caso la mia attenzione cade troppo spesso sul territorio delle possibilità, in quel margine presente ancora prima che la scultura esista, ancora prima che essa possa posizionarsi.

Francesco De Prezzo (1994, Lecce) vive e lavora tra Milano e Brescia. Il suo lavoro abbraccia diversi media, dalla pittura all’installazione, la sua pratica in queste forme mette alla prova la possibilità di una percezione visiva definita, discutendo il ruolo dell'immagine come linguaggio.

Fra le mostre principali: “Francesco De Prezzo”, Raum 116, Kunstakademie Düsseldorf, Düsseldorf, 2015. “Null Paintings”, Loom Gallery, Milano, 2016. Homeworks, SpazioTripla, Bologna, 2019. “Project space” Galleria Massimo Minini, Brescia, 2016. “Represent”, Palazzo Monti, Brescia, 2018. “Portraits of a room”, Falsefront, Portland, 2019. “Project space”, JNBY group, Hangzhou, 2019.“Silence is so accurate”, Geukens & De Vil, Anversa. “at the limit of visibility”, Loom gallery, Milano, 2021.