Francesco Arecco – ARCA
Il PAV ospita Arca, una performance di Francesco Arecco, pensata per essere realizzata e vissuta in collaborazione con il pubblico del PAV.
Comunicato stampa
Sabato 19 maggio il PAV ospita Arca, una performance di Francesco Arecco, pensata per essere realizzata e vissuta in collaborazione con il pubblico del PAV.
A partire da assi e scaglie di legno in stato originario, l’artista darà avvio a un’azione di assemblaggio attorno all’idea di una barca capovolta, coinvolgendo nel lavoro i visitatori del centro d’arte contemporanea e affidando alla somma delle scelte la forma definitiva dell’opera. Sarà il pubblico a decidere quali sezioni lignee incorporare alla scultura, indicando a Francesco Arecco dove andranno posizionate e indirizzando così la costruzione verso la propria interpretazione del tema. In questa azione continua di crescita, accomodamento e mediazione, Arca rievoca e ricrea l’idea di una rete sociale capace di co-progettare, di agire insieme e di portare a compimento un obiettivo comune.
Arca è un progetto di Francesco Arecco destinato a ripetersi in altre realtà territoriali e sociali. Lo scopo è quello di risvegliare il rapporto tra fruitore dell'opera e opera d'arte, ma anche, in senso più politico e sociale, di generare l'attenzione e la coscienza delle potenzialità dei singoli aggregati.
Chi salirà sull’arca? Alle ore 10.00 Francesco Arecco e il curatore dell’evento Michele Tavola inviteranno il pubblico a farsi avanti e dare il proprio contributo di idee, perché nessuno rimanga fuori.
Una volta partita, l’azione sarà scandita da interventi musicali del Duo dans le vent e del loro collettivo e della Orchestra giovanile contemporanea diretta da Carlo Chiddemi, con un punto di ristoro a disposizione dei “costruttori d'arca”. A conclusione dei lavori, dalle 18.00 in poi, lo spazio aperto del PAV dove arte e natura si incontrano ospiterà la lettura musicale dell'opera da parte del trombettista Ramon Moro, a cura di Hiroshima Mon Amour.
Ingresso libero dalle 10.00
L’azione di Francesco Arecco è partecipativa. Guarda il trailer dell’azione in solitaria e vieni al PAV a fare la differenza: http://www.youtube.com/watch?v=frwDraheVGc&list=UUC_0-fgv0X3ilR1UC6ZBzyA&index=1&feature=plcp
Chi salirà sull’arca?*
declamazione critica a geometria variabile di Michele Tavola**
Ci son due coccodrilli e un orango tango.
Due piccoli serpenti, un’aquila reale, il gatto, il topo, l’elefante.
E non solo. Davanti all’arca c’è una lunga fila, una fila infinita, una marea umana, un’umanità varia, disperata, senza speranza.
Un’umanità senza biglietto, senza visto, senza permesso di soggiorno, senza i documenti e se li ha o sono falsi o sono scaduti.
Un’umanità senza.
Senza iPhone, senza abbonamento Sky, senza mobili Ikea, senza vestitini Dolce&Gabbana, senza borsette Louis Vuitton, senza jeans Armani, senza guanti sulle mani, senza lavoro, senza previdenza sociale, senza rappresentanza sindacale, senza freni, senza limiti, senza giudizio, senza pace.
Manca molto altro a questa varia umanità che attende di salire sull’arca. In questo testo a geometria variabile ora tocca a te prendere la parola e dire cos’altro manca.
In fila per salire sull’arca, insieme a due coccodrilli e a un orango tango, insieme a due piccoli serpenti, a un’aquila reale, a un gatto, a un topo e a un elefante c’è una varia umanità che contempla tutte le sfortune possibili e immaginabili. Ci sono tutti quelli che sono capitati nel posto sbagliato al momento giusto per fare i capri espiatori. Ci sono gli untori della peste e le streghe all’epoca della caccia alle streghe. Ci sono gli ebrei d’Europa degli anni Trenta e gli zingari di tutti i tempi. Ci sono i negri finiti dove comandano i bianchi e i manifestanti pacifisti andati a dormire alla scuola Diaz durante il G8 di Genova. Ci sono i travestiti che battono nei vicoli della città vecchia e le puttane delle tangenziali di qualsiasi città. Ci sono pecore nere in quantità e mosche bianche in abbondanza.
C’è molta altra sfortuna in questa varia umanità che attende di salire sull’arca. In questo testo a geometria variabile ora tocca a te prendere la parola e dire cos’altro c’è.
In fila per salire sull’arca, insieme ai soliti coccodrilli, allo stesso orango tango, all’aquila reale, al gatto, al topo e all’elefante c’è una varia umanità fatta di errori e di sbagli. Ci sono errori di calcolo, conti che non tornano mai, errori di ortografia, punti dopo le virgole, discorsi senza capo né coda, utopie impossibili, desideri improbabili, sogni a occhi aperti, errori genetici, cromosomi in più e cromosomi in meno, esperimenti sbagliati su cavie che non si sono offerte volontarie. Ci sono eretici e scomunicati, esiliati e inviati al confino, condannati al rogo e condannati al silenzio. Ci sono visionari, bastian contrari, avvocati delle cause perse e rompicoglioni di ogni tipo.
Ci sono molti altri errori in questa varia umanità che attende di salire sull’arca. In questo testo a geometria variabile ora tocca a te prendere la parola e dire quali altri errori ci sono.
Ma soprattutto, vedi che costoro sono i soli ad avere ancora speranza, sono i soli ad avere capito che l’arca è il futuro? dimmi cos’altro vedi, chi altri attende di salire sull’arca?
Solo non si vedono i due liocorni.
* Questo testo è stato scritto per accompagnare la performance Arca di Francesco Arecco, tenutasi al Pav (Parco d’Arte Vivente) di Torino il 19 maggio 2012
** Michele Tavola in questo testo ha saccheggiato le canzoni I due liocorni di Roberto Grotti, Cadaveri vivi e Noi siamo gli asini di Ascanio Celestini