Figure Out

Informazioni Evento

Luogo
1/9 - UNOSUNOVE ARTE CONTEMPORANEA
Via Degli Specchi 20, Roma, Italia
Date
Dal al

Martedì – Venerdì dalle 11.00 alle 19.00
Sabato dalle 14.00 alle 19.00

Vernissage
15/09/2022

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva
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Con la mostra collettiva Figure out, 1/9unosunove apre le sue porte a cinque giovani pittori, tutti nati negli anni Novanta del secolo scorso.

Comunicato stampa

Con la mostra collettiva Figure out, 1/9unosunove apre le sue porte a cinque giovani pittori, tutti nati
negli anni Novanta del secolo scorso, presentati per la prima volta in galleria. Pittura !generazionale”
che, a testimonianza della rinnovata attenzione al medium pittorico che caratterizza il panorama
artistico contemporaneo, si presenta in maniera assai sfaccettata, seppur già con interessanti caratteri
di maturità.
Nelle opere degli artisti esposti notiamo, infatti, cinque modi marcatamente diversi tra loro di intendere
la pittura. La restituzione di uno sguardo sul mondo diventa allo stesso tempo elemento “fisico” (non
esclusivamente ottico) e “narrativo” (non esclusivamente decorativo). La superficie colorata si fa
terreno di incontro/scontro tra scelte estetiche e tematiche caratterizzanti che, di volta in volta, invitano
lo spettatore non ad accettarle passivamente, quanto piuttosto a decifrarle, anche attraverso gli
strumenti visivi propri della contemporaneità.
Per questo motivo, il titolo della mostra prende spunto dalla locuzione inglese “figure out”, che si può
tradurre in italiano come risolvere, comprendere, capire. All’interno di questa espressione domina il
verbo “to figure” che, tra le varie traduzioni possibili, ha anche immaginare e raffigurare. Giocando a
livello linguistico con questo modo di dire, è possibile leggere il percorso espositivo come un insieme
di tentativi, in collegamento tra loro, di dare soluzione al problema pittorico della raf-figurazione nel
contesto socio-comunicativo attuale. Il tutto attraverso la comprensione del potere immaginifico della
pittura e con un’attenzione peculiare alla sua messa in opera.
Nella prima sala si attiva un confronto che mette in luce affinità e divergenze tra le opere rarefatte,
concettuali e installative di Bolognino, Donzé e Fidanza, che sembrano quasi disintegrare e disperdere
l’oggetto riconoscibile della pittura. Invece, nella seconda sala, il raffronto diretto tra Bove e Moretti
rimanda a un legame più stringente con le tematiche della figurazione. Eppure, analizzando meglio i
lavori, si può notare anche in Donzé, Bolognino e Fidanza una connessione con la rappresentazione
della realtà, perfino quella più quotidiana e domestica. Mentre sia in Moretti che in Bove - pur con due
modalità di realizzazione completamente differenti, una più satura e colorata, l"altra più eterea e
intangibile - la composizione spaziale e la resa tecnica esulano da una semplicistica lettura figurativa.
Nonostante i linguaggi differenti tra loro, è chiaro come tutti e cinque gli artisti pensino “in pittura”. Una
pittura che non si rifugia nell’arcaismo e che, anzi, sfrutta diversi riferimenti alla stretta attualità, la cui
eco influenza forme, composizioni, scelte cromatiche, stilistiche e tematiche. La dicotomia tra
materialità e virtualità dell’immagine - elemento caratterizzante del mondo contemporaneo - si fa
pittura, ma senza cedere a intenti didascalici o esclusivamente descrittivi.
I cinque artisti in mostra propongono soluzioni estetiche diverse al problema della rappresentazione
pittorica dell’attualità, innescando continui rimandi tra la realismo e finzione che puntano a stimolare
l’osservatore, mettendo in dubbio il suo punto di vista privilegiato e lasciando a lui il compito di
“risolvere” (to figure out) l’opera, traendo da ogni raf-figurazione le proprie chiavi di lettura e i propri
rimandi alla visibilità contemporanea.
Andrea Bolognino (Napoli, Italia, 1991) vive e lavora Napoli. Nel suo lavoro esplora i confini tra
l’umano e il non-umano, dove prendono vita immagini che si fanno oggetti vivi, animati dall’incontro
tra frammenti provenienti da universi simbolici, diagrammi scientifici ed abbozzi di figurazione. La sua
ultima mostra personale è stata cecità, accecamento, oltraggio, curata da Sylvain Bellenger presso il
Real Museo e Bosco di Capodimonte, Napoli (2022). Ha preso parte a mostre collettive in altre
importanti istituzioni, tra cui There is not time to enjoy the sun, Fondazione Morra Greco, Napoli (2020)
e Open System, Museo Hermann Nitsch, Napoli (2021). Dal 2015 al 2019 è stato Art Director del
festival di musica contemporanea La Digestion a Napoli.
Natacha Donzé (Boudevilliers, Svizzera, 1991) vive e lavora a Losanna. Le sue opere simulano spazi
eterei dentro i quali elementi provenienti dalla nostra memoria collettiva co-esistono in un rapporto
estetico privo di alcun contenuto narrativo. Tra le sue mostre personali: Natacha Donzé in der reihe
seitenwagen, Kunst(Zeug)Haus, Rapperswill Jona (2022); Festins, Musée des Beaux Arts, Chaux-de-
Fonds (2021); Life Savers, Unit110, New York (2018). Ha partecipato a mostre collettive in Svizzera, in
Giappone, in Germania, in Repubblica Ceca e in Messico. Le sue opere sono conservate presso
diverse collezioni svizzere, tra cui il Fond des Art Plastiques de la Ville de Lausanne e il Musée des
Beaux-Arts de La Chaux-de-Fonds, in cui ha anche vinto il Prix Jeune Talent nel 2018.
Verdiana Bove (Roma, Italia 1996) vive e lavora a Roma. Le sue tele prendono forma a partire da
fotografie della sua famiglia o provenienti da raccolte personali, che, sulla superficie pittorica, si
rivelano come ricordi vividi, distinti nella memoria e al tempo stesso sfocati, indefiniti dallo scorrere del
tempo. Ha recentemente presentato il suo lavoro nella mostra personale Nuove vedute di Roma,
Laboratorio KH, Roma (2022). Ha partecipato a diverse mostre collettive: Materia Nova. Roma nuove
generazioni a confronto, a cura di Massimo Mininni, Galleria d’Arte Moderna, Roma (2021); La danza
degli opposti, Roma (2020); HideArt, Roma (2019); Progetto Lampo, Milano (2016). È co-fondatrice
dell’Artist-Run Space CONDOTTO48 a Roma e della rivista di arte contemporanea Karne Magazine.
Elia Fidanza (Monfalcone, Gorizia, Italia, 1996) vive e lavora a Ginevra. Attraverso installazioni site-
specific, l’artista pone in dialogo disegno, scrittura e poesia in una rete di relazioni talvolta forzate da
una finzione sottostante, talvolta suggerite da una coerenza visiva. Ha recentemente ottenuto il
diploma presso la HEAD - Haute École d’Art et de Design di Ginevra in Pratiche delle Arti
Contemporanee. Tra le sue recenti mostre collettive: Meet me Halfway, LiveInYourHead, Ginevra
(2022); Bassin, Centre Culturel de Chênée, Liegi (2021); TERRAINVAGUES, Porteus, Ginevra (2021);
Erbacce, a cura di Edoardo Manzoni, Andrea Manzoni e Lorenzo Lunghi, Monza (2020). È co-autore
del testo I Sensibili per l’installazione di Lorenzo Lunghi esposta alla Quadriennale di Roma (2020-21).
Pietro Moretti (Roma, Italia, 1996) vive e lavora a Roma. Il carattere narrativo del suo lavoro si
sviluppa in un’atmosfera al limite tra il quotidiano ed il fantastico, in cui s’indaga la natura ambivalente
e contraddittoria dei sentimenti umani, la complessità del desiderio d’appartenenza e identità nelle
dinamiche maschili e il corpo come intersezione tra il personale e il sociale. Ha conseguito la laurea in
pittura presso la Slade School of Art di Londra nel 2020. Nel 2022 ha realizzato la sua prima mostra
personale Il Rossore dell’Asino presso la Galleria Doris Ghetta, Ortisei, Bolzano (2022). Tra le mostre
collettive: I Am a Broken Mirror, Studio 11, Palazzo Orsini, Bomarzo, Viterbo (2022); Post Fata Resurgo,
Firenze (2021); No Vacancy, Latina (2021); Waterways, Londra (2021); The Eternity Exhibition, Londra
(2020). Nel 2020 è risultato vincitore del Robert Ross Prize.