Fernando De Filippi – Arte e Protest

Informazioni Evento

Luogo
DR FAKE CABINET
Via San Francesco da Paola, 12 , Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
19/11/2020

no

Artisti
Fernando De Filippi
Generi
arte contemporanea
Loading…

Un’installazione site specific di Fernando De Filippi sulla facciata di Dr Fake Cabinet.

Comunicato stampa

In questo momento storico singolare e drammatico, nel quale, tra l’altro, le gallerie d’arte e i musei sono chiusi a causa della pandemia in atto, DR Fake Cabinet ha deciso di spostare il luogo di esposizione delle opere dall’interno all’esterno della galleria.

In quest’ottica, abbiamo commissionato a Fernando De Filippi, uno degli artisti più importanti della sua generazione, un intervento site specific sulla facciata della galleria.

L’artista ritorna alla pratica delle affissioni nello spazio urbano, adottata pionieristicamente già negli anni Settanta, tanto da essere definito un antesignano della Street art. In quel clima di impegno politico e sociale attivo da parte dell’artista, le affissioni (in quel caso abusive) costellavano edifici e strade di New York, Parigi e Milano e tante altre città.

Sulla base della paralisi e della chiusura di centinaia di spazi artistici e culturali e della crisi che ha investito l’intero comparto espositivo, Dr Fake Cabinet si fa promotore di un intervento di arte pubblica per impedire una parentesi di silenzio della comunicazione artistica.

Un’opera all’aperto si vivifica nel rapporto diretto con il pubblico, stimolando un confronto che si misura non soltanto con gli addetti ai lavori, ma con un pubblico reale e con uno scenario, quello della strada, sempre diverso, che è quanto di più difficile un artista possa affrontare.

La strada ospita, infatti, un’utenza occasionale, moltiplica i punti di vista e le situazioni di luce, tanto che l’opera diviene a sua volta paesaggio nel paesaggio urbano, gareggiando con i segnali e le immagini tipiche della quotidianità.

Per l’artista nasce l’occasione di confrontarsi con un contesto che esula dagli schemi consueti per ripartire da una forma di contatto diretto, destinato a provocare azioni e reazioni diverse. Se l’artista è solo, l’opera finisce invece per rappresentare lo specchio della società, in quanto si solleva, si nutre e si compie, nella pienezza della vita di un popolo.

L’opera si propone quindi un messaggio mirato a mettere in discussione una corretta utilizzazione dell’arte per mano dell’artista e delle sue relazioni con il mondo della produzione, assumendo nel contempo una funzione critica sul sistema dell’arte in generale.

Il contesto di lettura è ampio, essendo il lettore il generico passante che viene a trovarsi di fronte a un messaggio inconsueto e anonimo, non solo nell’aspetto o nell’assenza di un autore dichiarato, ma soprattutto per non essere connotabile commercialmente o politicamente

A sua volta la città diventa teatro di messaggi nuovi portati nella strada come se fossero affidati al mare in una bottiglia.

L’ignaro passante, che non ha mai messo piede in una galleria né in un museo potrà vivere un’esperienza nuova: vivere l’Arte nel suo quotidiano.

È lo stesso artista a suggerirci: “Apparentemente astruse e incomprensibili, portate nella strada come misteriosi messaggi affidati al mare in una bottiglia, le opere proposte acquistano una nuova connotazione semplificando e trasformando il momento della rappresentazione in una pratica diretta”.

Fernando De Filippi, dopo i testi sulla sabbia (dal 1975 in poi), derivati da scritti di Marx ed Engel, che venivano immediatamente cancellati dalle onde del mare, ha iniziato ad affiggere una serie di “Slogan”, in spazi pubblici normalmente destinati alla comunicazione pubblicitaria.

Le prime installazioni del 1976 nascono a Parigi sul Centre Nationale d’Arte Contemporaine George Pompidou (Beabourg), dentro e fuori del Louvre e all’interno del metro di Paris.

Seguono affissioni nella città al Festival della performance a Bologna curato da Renato Barilli nel 1977. Quindi a Venezia in contemporanea con la Biennale nel 1978 e a Lisbona, durante la “rivoluzione dei garofani”. Nel 1979 a Modena, insieme a Daniel Buren, all’interno della “Pratica Politica”, a New York nel 1979 e a Milano (Testuale - La parola e l’immagine a cura di Caramel e Caroli, con 5000 manifesti e 2 grandi striscioni stradali).

Quindi Firenze, Lund (Svezia) e Forlì, nell’80. Seguono affissioni in molte città italiane e straniere tra cui alla Biennale di Venezia del 2015 (dedicata al Marxismo), nei pressi dell’Università Cattolica in occasione del Convegno “Arte fuori dall’Arte” e nella metropolitana di Milano.

A partire dal 1976 lo slogan “L’arte é Ideologia” viene affisso e partecipato con propri interventi negli studi di molti artisti e critici italiani e stranieri: Ben Vautier, Annette Messager, Pierre Restany, Christian Boltansky, Jacques Charlier, Jacques Lizene, Jacques Luis Nyst, Joan Rabascall, Nicole Gravier, John Armleder, Lea Lublin, Giuseppe Chiari, Peter Valentiner, Leonel Moura, Ernesto De Sousa, Demetrio Paparoni, Tullio Catalano e tanti altri.

Profilo biografico dell’artista

La formazione di Fernando De Filippi (Lecce, 1940) è stata di tipo accademico.

Nell’estate del 1959, con il ricavato delle vendite della sua prima mostra personale a Lecce, parte per Milano in Lambretta. Da qui, dopo alcuni mesi, si trasferisce a Parigi dove entra a contatto con la poetica e le tecniche dell’informale che allora rappresentava il momento estremo dell’avanguardia internazionale.

Dopo un anno vissuto a Parigi, torna a Milano e si iscrive al corso di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, concludendo gli studi nel1964.

Nel 1991 al 2009 ricopre la carica di Direttore dell’Accademia di Brera a Milano.

Dal 2009 al 2011 dirige l’Accademia di Verona.

Nel 1959 De Filippi inizia la sua lunga attività espositiva con una personale nella galleria “Il Sedile” di Lecce. Seguono oltre un centinaio di personali in Italia e all’estero: New York, San Francisco, Varsavia, Belgrado, Parigi, Bruxelles, Ginevra, Lisbona, Vancouver, Malta, Buenos Aires, Cina. Ha partecipato a cinque edizioni della Biennale di Venezia con sala personale nel 1976 e due “progetti speciali” nel 1978 e nel 1980. È stato tra i protagonisti della IX, X, XI XII Quadriennale di Roma e della Triennale di Milano nel 1981. Ha inoltre partecipato, selezionando tra le numerosissime mostre, a: “Arte in Italia dal 1960/1975”, Galleria d’Arte Moderna, Torino; “Arte Italiana”, Haward Gallery, Londra; “Le linee della ricerca artistica in Italia”, Palazzo delle Esposizioni, Roma; “Aspetti della Pittura italiana dal dopoguerra ai nostri giorni”, Museo d’Arte moderna, San Paolo e Rio; “Pittura a Milano dal 1945 al 1990”. Nel 1998 tiene un’importante personale a Palazzo Reale a Milano.

Nel 2015 Il Corriere della Sera gli dedica una Cover della “Lettura”.