Ferdinando Scianna – In viaggio con Roberto Leydi
Il 2013 è il decimo anniversario della scomparsa di Roberto Leydi, figura fondamentale per gli studi etnomusicologici in Italia. La lunga amicizia con Ferdinando Scianna, nata sulla piazza di Bagheria in occasione di uno spettacolo di cantastorie, ha conosciuto momenti di forte condivisione – di cui restano intense testimonianze fotografiche – soprattutto in occasione dei viaggi compiuti per conto de L’Europeo e durante le ricerche su pratiche rituali e folkloriche italiane.
Comunicato stampa
Il 2013 è il decimo anniversario della scomparsa di Roberto Leydi, figura fondamentale per gli studi etnomusicologici in Italia, ma anche personaggio chiave del quadro culturale milanese del secondo dopoguerra. Leydi è stato infatti, tra l’altro, critico musicale dell’Avanti!, collaboratore della Rai, fondatore del Nuovo Canzoniere Italiano, fondatore dell’Ufficio della cultura popolare della Regione Lombardia, giornalista de L’Europeo, infaticabile animatore culturale e organizzatore di eventi musicali. La lunga amicizia con Ferdinando Scianna, nata sulla piazza di Bagheria in occasione di uno spettacolo di cantastorie, ha conosciuto momenti di forte condivisione – di cui restano intense testimonianze fotografiche - soprattutto in occasione dei viaggi compiuti per conto de L’Europeo e durante le ricerche su pratiche rituali e folkloriche italiane.
Roberto Leydi (Ivrea 1928 – Milano 2003)
Leydi
Inizia la sua attività nella Milano degli anni Cinquanta dedicandosi alla musica contemporanea e al jazz. Critico musicale dell’Avanti!, collaboratore della Rai, giornalista de L’Europeo, a partire dalla metà degli anni cinquanta concentra la sua esperienza di ricerca e studio sulla musica popolare e la storia sociale. Dal 1973 sarà docente
di etnomusicologia al DAMS di Bologna.
Nella sua carriera Leydi ha pubblicato e curato numerosi volumi; tra i più noti: I canti popolari italiani (1973) e L’altra musica (1991). Ha inoltre promosso importanti iniziative editoriali e discografiche come la pubblicazione della collana di dischi Albatros. È stato tra i fondatori del Nuovo Canzoniere Italiano e dell’Istituto Ernesto De Martino, organizzatore di eventi e spettacoli, tra i quali Milanin Milanon, Bella Ciao, Sentite buona gente.
Ha fondato l’Ufficio della cultura popolare della Regione Lombardia promuovendo studi
e ricerche sul campo. Ha donato il suo archivio privato, comprendente strumenti musicali, dischi, libri e nastri magnetici, al Centro di dialettologia e di etnografia di Bellinzona, in Svizzera.
Ferdinando Scianna (Bagheria, 1943)
Ferdinando Scianna inizia a fotografare negli anni ’60 mentre studia lettere, filosofia e storia dell’arte all’Università di Palermo; comincia allora a fotografare sistematicamente persone in Sicilia. Il volume Feste religiose in Sicilia (1965) include anche un saggio dello scrittore Leonardo Sciascia, che costituisce la prima delle sue collaborazioni con scrittori famosi.
Scianna si trasferisce a Milano nel 1966; l’anno successivo inizia a lavorare per il settimanale L’Europeo come fotografo, e poi dal 1973 anche come giornalista. Scrive inoltre di politica su Le Monde Diplomatique e di letteratura e fotografia su La Quinzaine Littéraire.
Nel 1977 pubblica in Francia Les Siciliens e in Italia La Villa Dei Mostri.
In questo periodo incontra Henri Cartier-Bresson, e nel 1982 entra a far parte dell’agenzia Magnum Photos. A fine anni ‘80 inizia a lavorare nel campo della moda e pubblica la retrospettiva Le forme del caso (1989).
Scianna riprende ad esplorare i rituali religiosi con Viaggio a Lourdes (1995); due anni dopo pubblica la collezione di immagini Dormire Forse Sognare. I suoi ritratti dello scrittore argentino Jorge Luis Borges vengono pubblicati nel 1999; dello stesso anno è la mostra Niños del Mundo con immagini di bambini da tutto il mondo.
Al 2002 risale Quelli di Bagheria, libro dedicato alla sua città siciliana d’origine, dove cerca di ricostruire l’atmosfera del periodo della sua gioventù combinando testi e fotografie.