Fabrizio Lava – Baraggia Bessa e Burcina

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI
Via Accademia Albertina, 15, Torino, TO, Italia
Date
Dal al

10.00 - 19.00 tutti i giorni, escluso il martedì

Vernissage
23/02/2012

ore 18

Contatti
Email: Museo.mrsn@regione.piemonte.it
Biglietti

intero € 5,00 - € 2,50 ridotto

Artisti
Fabrizio Lava
Generi
fotografia, personale
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Una mostra che riunisce in un solo evento i reportage fotografici di Fabrizio Lava sui parchi biellesi. Immagini di grande impatto raccontato, scatto dopo scatto, tre realtà paesaggistiche uniche nel loro genere: la Baraggia, la Bessa e la Burcina, le immagini pubblicati sugli omonimi volumi sono state selezionate per significatività in un percorso che attraverso le stagioni illustra i diversi contesti.

Comunicato stampa

Dal 24 Febbraio al 25 Marzo il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino propone una mostra che riunisce in un solo evento i reportage fotografici di Fabrizio Lava sui parchi biellesi. Immagini di grande impatto raccontato, scatto dopo scatto, tre realtà paesaggistiche uniche nel loro genere: la Baraggia, la Bessa e la Burcina, le immagini pubblicati sugli omonimi volumi sono state selezionate per significatività in un percorso che attraverso le stagioni illustra i diversi contesti.
Descrivere, definire, caratterizzare un paesaggio, un ambiente, un contesto naturale, è compito certamente più difficile di quello che possa sembrare in apparenza, operazione quest’ultima resa ancora più problematica quando si tenta di “dar conto” della Baraggia, un territorio dalle caratteristiche davvero peculiari. Le fotografie di un “artista dell’obiettivo” quali quelle proposte da Fabrizio Lava riescono in realtà a documentare questo mondo così particolare assai più di molti trattati naturalistici, perché un paesaggio, rappresentato attraverso un supporto fotografico, oppure direttamente “vissuto”, finisce per raccontare molto di sé, anche in modo talvolta pressoché esaustivo, e senza il ricorso massiccio a guide, opuscoli, manuali. Una escursione in quella che, senza troppi timori di smentite, possiamo definire la più bella brughiera italiana e una delle più affascinanti aree planiziali del nostro martoriato “bel paese”, finisce con ogni probabilità per lasciarsi quantomeno “disorientati”.
I volumi così come la mostra che qui li riunisce, sono stati realizzati grazie al contributo e alla collaborazione della Riserva naturale orientata delle Baragge, della Riserva naturale speciale Parco Burcina “Felice Piacenza” e della Riserva naturale speciale della Bessa.

BARAGGIA Quello dedicato alla Baraggia è forse il primo reportage sui parchi, risale infatti al 1992 e pochi mesi fa è stato arricchito con nuove immagini. L’occhio del fotografo, Fabrizio Lava, è andato a caccia di nuovi scorsi e nuove letture di quel contesto naturalistico così particolare e unico nel suo genere che è la Baraggia a cui spesso affianchiamo l’immagine della savana africana, non solo per il paesaggio ma anche per il richiamo alla nostra mente di ricordi ancestrali legati a epoche in cui l’uomo doveva confrontarsi con ambienti aspri e selvatici per potersi affermare: qui la Natura, a pochi passi dalla città e dal progresso, continua ad avere il controllo sul territorio e sull’ambiente, esprimendo nel volgere delle stagioni la stessa forza primordiale.
BURCINA Le fioriture coloratissime della Burcina, che l’hanno resa uno dei simboli del nostro territorio, regina incontrastata di questa e molte altre aree del biellese. Basta poco per accorgersi che il carattere paesaggistico del Parco prevale su quello meramente naturalistico, a cominciare dalla composizione della sua flora, in larga misura esotica, che corrisponde ai canoni botanici del giardino inglese. Non è solo l’enorme varietà delle sue specie a rendere la Burcina un giardino pittoresco ed affascinante ma anche la disposizione sul terreno dei singoli elementi. Con una serie di fotografie, che seguono il corso delle stagioni, questo libro regala un compendio iconografico esauriente a chi vuole conservare una traccia sempre tangibile dell’inebriate cromia della Burcina.

BESSA In occasione di BIELLA 2009-Campionato Mondiale dei Cercatori d’Oro, sé stato realizzato un reportage in omaggio alla Bessa: un luogo speciale del territorio biellese che rappresenta un importante patrimonio naturalistico, storico, archeologico e che farà da cornice al mondiale, in quanto è stata fin dall’antichità un luogo di estrazione aurifera. Un libro fotografico e un percorso espositivo che coniuga fotografia e archeologia, si propongono come approfondimento culturale dell’evento. Alcune foto sono dedicate alle collezioni archeologiche di reperti di epoca romana legati all’attività aurifera. Difatti la romanizzazione del territorio biellese è testimoniata da materiali provenienti dall’area della Bessa e riferibili alla prima frequentazione romana legata allo sfruttamento delle miniere d’oro a cielo aperto (aurifodinae): numerose chiavi in ferro o parti di esse sono state rinvenute negli scavi delle abitazioni come indizi della presenza di porte lignee; attrezzi da lavoro tra cui asce, punte di picconi, teste di incudini, punteruoli, grappe per travi in legno e ancora indizi della produzione di degli attrezzi direttamente sul posto come lingotti di piombo e scorie di rame e ferro. Di particolare interesse è la precoce assunzione del costume romano testimoniato attraverso il rinvenimento di stampi per lucerne e di lucerne prodotte in Bessa di ceramiche locali o eporediesi a imitazione della vernice nera o delle ceramiche a imitazione delle pareti sottili. Accanto alle ceramiche che attestano i commerci con luoghi lontani e i prodotti di importazione come il vino e l’olio dal Salento spicca la presenza di un tesoretto di monete d’argento rinvenuto a Riva del Ger composto da denari e vittoriati. I romani abbandonano la Bessa a circa metà del I sec a.C., dopo averla sfruttata per quasi un secolo, perché ormai il sedimento aurifero si era quasi del tutto esaurito.

Fabrizio Lava. Nato il 21 gennaio 1959 a Biella, lavora per alcuni anni in Mauritania (Africa), per tornare intorno ai 30 anni nella sua città natale dove vive e, dal 1992, è a capo di E20Progetti, agenzia di comunicazione e allestimenti specializzata in eventi culturali e mostre, oltre che casa editrice. La sua passione per la fotografia lo porta a girare prima l’Africa e poi il resto del mondo, con una predilezione per i paesaggi più selvaggi e incontaminati, lontani dalla mondanità e dall’urbanizzazione metropolitana. La sua filosofia fotografica è espressa appieno nel volume Tierra del Fuego (Biella, Eventi & Progetti Editore, 1995) dove la natura, il soggetto che predilige, è la grande protagonista delle immagini. Le sue ricerche visive sono pubblicate in diversi libri (pubblicati con Eventi & Progetti Editore): Baraggia, Bessa, Alta Valsessera, Bocche di Bonifacio, Parco Burcina e Da Kigali al lago Kiwu. Oltre che in diversi articoli e audiovisivi e sono state presentate in alcune mostre. Appassionato di viaggi via terra in bicicletta o in barca, amante della natura, da alcuni anni si interessa del rapporto fra uomo e territorio con particolare attenzione ai temi inerenti l’ecosostenibilità. Una curiosità: vive in una casa pensata da lui stesso e interamente automa dal punto di vista energetico.
EVENTI & PROGETTI EDITORE “L’editoria ha sempre avuto un ruolo importante per la nostra agenzia – commenta Fabrizio Lava - oggi conta in catalogo titoli che spaziano in diversi ambiti: storia, arte, fotografia, design, natura, territorio, enogastronomia e narrativa. Con questo volume l’obbiettivo è di avviare la collana di editoria per bambini che nasce in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e in occasione di della prima edizione di Selvatica, festival dedicato alla natura che si svolge a Biella”.