Fabrizio Bellomo / Armando Perna – Cemento

Informazioni Evento

Luogo
VOGA ART PROJECT
Via Curzio dei Mille 58, Bari, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
18/04/2025

ore 19

Artisti
Fabrizio Bellomo, Armando Perna
Generi
arte contemporanea, doppia personale

CEMENTO, mostra bipersonale di Fabrizio Bellomo e Armando Perna che apre la programmazione 2025 dello spazio.

Comunicato stampa

VOGA Art Project è felice di invitarvi venerdì 18 aprile dalle ore 19:00 all’inaugurazione di CEMENTO, mostra bipersonale di Fabrizio Bellomo e Armando Perna che apre la programmazione 2025 dello spazio.

Nel Mediterraneo contemporaneo, il cemento resiste come rovina e promessa. È residuo di utopie moderniste, ma anche traccia viva di fragilità strutturali che accomunano sponde e aree interne: materia porosa, attraversata da tensioni, fallimenti, attese. CEMENTO è un’indagine visiva su queste architetture sospese, forme del non-finito che punteggiano il paesaggio come testimonianze concrete di un futuro mancato e mai del tutto abbandonato. Materia simbolica e viva, dispositivo ideologico, archivio di immaginari progettuali, ma anche supporto aperto, il cemento è capace di riattivarsi attraverso usi minimi, sguardi obliqui, gesti quotidiani.

Le opere in mostra – frammenti di lavori, materiali parziali e visioni in divenire – non si presentano come corpi chiusi, ma si sovrappongono, si mescolano, si rispondono. Provenienti da Albania, Calabria e Libano, tre geografie segnate da discontinuità non solo architettoniche ma anche politiche e simboliche, compongono un paesaggio in cui il cemento diventa sintomo di temporalità spezzate, promesse sistemiche non mantenute, vite sospese tra attesa e sopravvivenza. Ne nasce una narrazione stratificata e mobile, che non descrive ma scava, mette in tensione rovina e possibilità.

Dalla Calabria, estratti dei progetti Presente Infinito (dal 2015) di Perna e Nziembru (2024) di Bellomo si intrecciano nella lettura di un paesaggio dove la rovina è forma del presente. Perna guarda alla regione come a un “paesaggio interiore”: una geografia di fratture, lentezze e silenzi, in cui il cemento segna la soglia tra permanenza e sparizione. Bellomo ne amplifica la risonanza, raccontando il Sud come un corpo vivo: poroso, esposto, ancora permeabile all’uso e alla narrazione. I due lavori si incontrano sul terreno della precarietà: una materia instabile, fatta di scarti, omissioni, resistenze – eppure ancora capace di ospitare possibilità.

l dialogo prosegue più a est e più a sud, tra Albania e Libano, dove le immagini raccolte da Bellomo e Perna sembrano specchiarsi: paesaggi in cui cemento e polvere, resti e abitazioni, si fondono in una materia instabile e viva. Le architetture non separano più costruzione e rovina, ma le tengono insieme, nella stessa porzione di spazio, come se abitare e crollare fossero due facce della stessa condizione. In Twilight World (2013–2018), Perna fotografa Beirut e il campo profughi di Shatila: un’urbanità compressa, stratificata, in cui il cemento diventa pelle esposta, memoria viva di dislocamenti, precarietà, adattamenti. In Ksamil (2010), Bellomo documenta gli edifici (decretati) abusivi lungo la costa albanese, parzialmente demoliti e poi riabitati: scheletri architettonici che si offrono a nuovi usi, presenze informali, forme impreviste di permanenza. In entrambi i lavori, il cemento non crolla, muta. Assorbe le crisi, le rifrange. È superficie del fallimento, ma anche terreno per nuove, fragili, narrazioni.

CEMENTO non racconta una storia lineare: attraversa paesaggi, li mette in relazione, li fa risuonare. Tra Calabria, Albania e Libano, ciò che resta non è solo rovina, ma condizione vivente da cui ripensare — ostinatamente — il costruire, l’abitare, il tempo.