Eusebio e i suoi Vangeli. Le origini di una biblioteca
Una mostra per i 1650 dalla morte di Sant’Eusebio.
Comunicato stampa
Nel 2021 ricorrono i 1650 anni dalla morte di Eusebio, protovescovo vercellese, patrono del Piemonte, uomo di fede autentica e grande carisma. Da lui e dal cenobio creato in Vercelli nella seconda metà del IV secolo, ha avuto origine una storia lunga oltre mille anni che ha fatto della Città e del territorio un punto di riferimento religioso, politico, culturale e artistico.
La Fondazione Museo del Tesoro del Duomo e Archivio Capitolare, nell’ambito delle celebrazioni promosse dall’Arcidiocesi di Vercelli e dal Capitolo Metropolitano della Cattedrale, partecipa alla ricorrenza con una mostra temporanea dal titolo Eusebio e i suoi Vangeli. Le origini di una biblioteca. Dal 4 novembre 2020 e fino al 31 gennaio 2021 verrà eccezionalmente esposto al pubblico il manoscritto da cui la Biblioteca Capitolare vercellese trae origine: il Codex Vercellensis Evangeliorum, conosciuto come Codice A.
Attribuito dalla tradizione a Sant’Eusebio, datato alla metà del IV secolo, è una delle prime traduzioni in lingua latina dei Vangeli. La sua importanza per la Chiesa vercellese va ben oltre quella di testo della Chiesa primitiva, diventando la prova tangibile di Eusebio, della sua vita, del suo operato, del significato che ha avuto per Vercelli e la sua Chiesa.
In mostra saranno presenti alcuni manoscritti che offriranno uno spaccato della Biblioteca Capitolare a cavallo tra XII e XIII secolo e verrà data una rilettura di alcune opere del Museo del Tesoro del Duomo, in funzione della loro testimonianza eusebiana.
L’esposizione si lega, inoltre, alla mostra temporanea I segreti della Vercelli medievale, organizzata dal Comune e dall’Arcidiocesi di Vercelli presso il polo espositivo Arca, dove sono esposti alcuni manoscritti e documenti provenienti dall’Archivio e dalla Biblioteca Capitolare, tra cui il Vercelli Book.
La mostra è realizzata grazie al sostegno dell’Arcidiocesi di Vercelli e della Fondazione CRV, in rete con MUVV – Musei di Vercelli e Varallo.