Eros und Thanatos
Dalla piccola anche se meravigliosa realtà privata della gravidanza, è nato il filo sottile che terrà insieme la prossima mostra: Eros und Thanatos.
Comunicato stampa
Artisti: ceramiche, Bojana Atlija; pittura e disegni, Saturno Buttò; disegni e stampe, Ivana Ivkovic; fotografie, Sarah Saudek; stampe di Takato Yamamoto, piccola collezione Liberarti; fotografie, Sandrine Zondervan.
Dal 18 Ottobre al 14 Febbraio
Inaugurazione: 18 Ottobre 19,30 ore
Curatrice e testi: María Sánchez Puyade
Dalla piccola anche se meravigliosa realtà privata della gravidanza, è nato il filo sottile che terrà insieme la prossima mostra: Eros und Thanatos. Vita e morte, sì, ma pure, amore, erotismo, odio, vanità, pudore: le tante facce della medaglia, il negativo e il positivo di un concetto, di un'immagine.
Nessuna visione c'è sembrata più rappresentativa come quella trovata in “I quaderni di Malte Laurids Brigge”, di Rilke. Per farci capire il filo che tiene insieme i due concetti, a Rilke basta l'immagine delle mani sul grembo di una donna e il suo sorriso corroborante e assente che forse rimanda al pensiero che la pervade: il pensiero che dentro di sé due frutti stanno crescendo, un bambino e una morte.
Ognuno di noi infatti ha ricevuto -insieme alla vita- la morte. Ci vuole un corpo perché esse si manifestino, è vero, eppure un corpo non basta: ci vuole anche il linguaggio e la coscienza per renderle un vissuto, la zoé, l'esperienza. E comunque, il corpo e il suo erotismo sono centrali in questo dibattito. Il corpo sarà spesso nudo oppure appena scoperto, con tutto il suo erotismo, le sue rappresentazioni, le sue ricerche, il suo essere scenografico, lacerato, schiavizzato, sodomizzato come nelle più antiche oppure moderne tragedie: Salomé, Eva, Psiche, la sacra Famiglia, le immagini televisive e i video porno, Eloisa, Barbablù, Ophelia, Edipo, la cronaca nera, una marea di storie e di immagini che mettono in primo piano le nostre paure più recondite: la paura di amare oppure di non saper amare, la paura della vita e la paura della morte; la passione, il sangue, la croce, il teschio, il corpo nudo e martirizzato; il carnefice e la vittima dispiaciuta, la quale nell'estasi di assaggiare il tormentoso sapore del sangue può a volte anche compiacersi, essere paradossalmente respinta e attirata dal sapore della vita e della morte.
E alla fin fine, almeno a noi è venuto da chiederci se forse il mistero più grande non è, piuttosto che la morte, lo stesso amore. Cosa ci spinge ad amare? Cosa ci rende schiavi e succubi di chi ama e non ci lascia amare?
Ecco, Eros und Thanatos, nelle diverse vesti allestite per voi, per farvi fermarci un attimo a pensarci.