Equilibri
E’ la contrapposizione dialettica ordine e disordine, Apollo e Dioniso, spiritualità e materialità; tra i due istinti primordiali si situa lo struggente tentativo di raggiungere la felicità. E’ l’arte a cogliere questo attimo fuggente. Il precario equilibrio dell’arte riassume al suo interno asimmetria e disequilibrio.

Informazioni
- Luogo: ERICA RAVENNA ARTE CONTEMPORANEA
- Indirizzo: Via Margutta 17 - Roma - Lazio
- Quando: dal 06/05/2014 - al 30/09/2014
- Vernissage: 06/05/2014 ore 18.30
- Autori: Giorgio Morandi, Alice Cattaneo, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Grazia Toderi, Osvaldo Licini, Giacomo Balla, Maurizio Mochetti, Fausto Melotti, Pietro Fortuna, Alexander Calder, Simone Berti
- Curatori: Laura Cherubini
- Generi: arte contemporanea, collettiva
- Orari: lun-ven 10,30 - 13,30 / 15,30 - 19,30 sab 10,30 - 13,30 (pm su appuntamento)
- Email: artecontemporanea@ericafiorentini.it
Comunicato stampa
Nel 1992 la galleria Erica Fiorentini aveva inaugurato la sua attività con la mostra La Misura Italiana, laddove misura stava per quel senso di “innata eleganza” proprio della storia e della cultura specifiche del nostro paese. Oggi nelll’era liquida della globalizzazione, segnata dalla velocità degli accadimenti e dallo stravolgimento delle regole, torniamo a riflettere su questo tema da un’altra angolazione: l’inesauribile aspirazione all’equilibrio come condizione propria dell’esistere.
E’ la contrapposizione dialettica ordine e disordine, Apollo e Dioniso, spiritualità e materialità; tra i due istinti primordiali si situa lo struggente tentativo di raggiungere la felicità
Giovanni Anselmo, Giacomo Balla, Simone Berti, Alexander Calder, Alice Cattaneo, Pietro Fortuna, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Maurizio Mochetti, Giorgio Morandi, Grazia Toderi, Gilberto Zorio.
I Mobiles di Calder calibrati e leggeri, le esili sculture futuriste di Balla, testimoniano questa tensione, in “bilico” tra forza e precarietà, che ritroviamo nelle materie plastiche di Zorio, nelle lastre di marmo di Anselmo, nelle ceramiche plasmate dal fuoco di Melotti o ancora nelle fragili architetture di Licini.
La concezione di uno spazio aperto e delle sue proprietà scientifiche di Mochetti, quella di un universo in continuo movimento delle Orbite di Grazia Toderi, o ancora di uno spazio rarefatto nel quale sia possibile oltrepassare un confine immaginario, come nelle nature morte di Morandi,
piuttosto che i luoghi della memoria, tra la ragione e il sentimento di Pietro Fortuna, l’ambiguità delle figure di Simone Berti, le costruzioni/ decostruzioni di Alice Cattaneo, tutte sono espressione di questo conflitto permanente e profondo: l’aspirazione all’equilibrio e l’attrazione verso la sua perdita.
