Enzo Pregno – Omaggio a Pregno
La retrospettiva presenta una sessantina di opere scelte tra dipinti (autoritratti, paesaggi, nudi, nature morte), acquerelli, disegni, incisioni e collages di Enzo Pregno, nell’intento di riscoprire e rivalorizzare con nuovo approccio critico un artista di indubbio valore, a torto misconosciuto e dimenticato, a settanta anni dalla sua prima mostra e a quaranta dalla sua scomparsa.
Comunicato stampa
Dal 15 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013, nella Saletta Gonnelli della Libreria Antiquaria di Firenze, si terrà la mostra “Omaggio a Pregno”.
La retrospettiva presenta una sessantina di opere scelte tra dipinti (autoritratti, paesaggi, nudi, nature morte), acquerelli, disegni, incisioni e collages di Enzo Pregno, nell’intento di riscoprire e rivalorizzare con nuovo approccio critico un artista di indubbio valore, a torto misconosciuto e dimenticato, a settanta anni dalla sua prima mostra e a quaranta dalla sua scomparsa.
Quelle che presenta la Saletta Gonnelli, sono opere selezionate nel corso di tanti anni da autentici amatori dell’artista, quelli che hanno saputo riconoscere le cose prodotte durante il periodo ascendente della sua parabola artistica.
I lavori in mostra vanno dai primi anni del secolo appena trascorso, quando, la sua itinerante famiglia (il padre lavorava su navi da crociera e per questo nasce a Il Cairo) decide, dopo un breve periodo a Genova, di stabilirsi a Firenze. Qui il giovane Pregno sarà uno degli iscritti iniziali della prima Scuola Italiana di Incisione, diretta da Celestino Celestini a partire dal 1912, insieme ad altri illustri personaggi del panorama artistico a venire come Francesco Chiappelli, Achille Lega, Ottone Rosai, Marino Marini.
Altre opere attraversano gli anni venti, fino ad arrivare, dopo il soggiorno in Francia dal 1929 al 1934, agli anni quaranta, quando un lungimirante Aldo Gonnelli, riesce a stipulare un contratto col pittore, il quale lo ripaga con una grande amicizia e una produzione di opere di indiscusso valore artistico. Sono questi gli anni della prima mostra, nel 1942 nella Saletta Gonnelli appunto. Anni del secondo conflitto che vedrà, tra l'altro, Pregno impegnato in prima persona nella resistenza partigiana. Gappista con base al conventino di via Villani, insieme ad Aligi Barducci, il mitico “Potente”, Pregno sarà una figura partecipe e veramente importante per la liberazione di Firenze.
Gli anni quaranta saranno anche quelli della piena maturità pittorica che è rafforzata dall'acquisita consapevolezza di un valore artistico ormai solido e riconosciuto anche dai giovani avanguardisti dell’arte contemporanea, i quali, nell’immediato dopoguerra, faranno di Pregno una figura di riferimento per il loro sviluppo. Nel 1950 avvenne un fatto straordinario: la visita allo studio da parte di Oskar Kokoschka. Di questo evento ci riferisce il critico Michelangelo Masciotta che è stato il più grande estimatore di Pregno e grande amico del Maestro dell’espressionismo. Kokoschka, di passaggio a Firenze, vedendo i dipinti di Pregno in casa del critico, volle fortemente andarlo ad incontrare allo studio di via de’ Serragli. Qui, dopo aver osservato in silenzio le opere per minuti che sembravano interminabili, alla fine commentò: “…sei un pittore, un pittore vero…”. Pregno si inorgoglì di questo prestigioso giudizio, ma mai ne fece vanto.
La mostra non ha fini di lucro: le opere esposte provengono dalla collezione Gonnelli, dalla collezione Perilli e dalla collezione Pieri.