Enza Mastria – L’ego de la MER
Mostra personale
Comunicato stampa
L’ Ego de la mèr se jet dans la mer.
L’Ego della madre si getta nel mare.
Ne ritorna l’Eco.
Coinvolge l’Udito che predispone alla dimensione dell’Ascolto dell’Inconscio maremosso (mer-agitée) che si appresta ad innalzare la Grande Onda fin quasi a sommergere la fioca luce del Faro: Solo tra i Soli Viandanti alati che allontanano la Nuvola Nera Fattrice e Nutrice di Uragani per far posto al sopraggiungere di due Profumate melagrane -mammelle che si predispongono, e protendono le loro corone di “dita”
delicate, al tocco del Tatto dispensatore di piacevoli carezze.
Succose presenze-essenze che si riscoprono nella rappresentazione di rotonde e turgide palpitazioni, e frementi pulsazioni di pistilli rigonfi di polifoniche maturazioni. I prodotti della terra sono associati ai sensi del gusto e dell’odorato. Il “gusto” è nel Nettare della gaiezza di tutto l’Essere in ogni sua manifestazione. Noi compresi. Epifania dei sensi oltre che del senso.
ES – SENZA.
Senza Inconscio si è Farfalla con occhio vedente.
Si è Danzatori nell’“Autoliberazione di Psiche” dove, dalla Terra, germogliano corpi nudi
e liberi in sintonia con la Nuda e Cruda Verità.
E la terra è alimento per il seme.
Essere terra è l’essere nello STA – RE. Un Re che sta.
è il senso- sesso della Terra che s’impone ad ogni Totem - Tabù – Totem (coazione a
ripetere della storia e della malattia).
E “… non si guarisce dalla malattia regredendo al suo stato iniziale, ma oltrepassandola”,
suggerisce il filosofo Emanuele Severino.
La Terra, Danzatrice sospesa nel Cosmo, non ammette orpelli che, prima o poi, si
scrolla di dosso insieme ai “sette veli di Salomè”.
La Terra, fedele a sé stessa e allo “Sfondo che fa comparire il Mondo”, su cui l’Occhio
del suo Mare- Aperto sorveglia e testimonia lo Sguardo Infinito del proprio Essere.
L’ APPR-ODO a “Finzione mare” del profilo della testa dell’autrice dai capelli mossi
dal vento. Sempre più trasparente, via via che perde le proprie “squame”, e che, come
piccole culle-semilune-barchette-scarpette, riempiono il mare completamente.
Nell’indagare simboli e allegorie con cui ci si confronta e rappresenta come in una
vita parallela, spesso sognata, a volte desiderata per esorcizzare il proprio malessere
con appropriate sublimazioni, si apre lo sguardo oltre il Velo di Maia. Dove l’ES SMUOVE.
Il sommovimento produce altri significanti tratti dall’immaginario ed emersi dall’inconscio
che Enza Mastria ha saputo condividere con noi.
Vito Mazzotta
Enza Mastria nasce a Ugento nel 1965. Si diploma presso l’Istituto d’Arte nella sezione metalli. Successivamente si laurea in pittura con una tesi sulle connessioni tra filosofia e pittura metafisica. Dal ‘91 al ’93 insegna oreficeria all’istituto d’arte di Arezzo, lavora come modellista orafa nella ditta Peren. Dal 1996 prosegue l’attività artistica.
La mostra è composta da circa venti grandi opere realizzate con la tecnica ad olio e acrilico su tela.
Di lei scrive Salvatore Ranò: “è la vestale del tempo degli archetipi in cui si incontrano, come in un percorso di iniziazione, i modelli originali delle cose sensibili, visti con l’occhio bambino e con l’animo disilluso dell’artista maturo. […] Guardando le sue opere si esce dalla realtà e si entra in un’atmosfera onirica, estatica, e come se l’osservatore smettesse di essere tale e fosse risucchiato nelle immagini, è un viaggio astratto attraverso dimensioni e tempi che non deformano l’esperienza della realtà ma ne unificano finalmente le numerose percezioni che possiamo averne.”
Prosegue Giovanni Invitto: “c’è un progressivo trasferirsi nelle cose, nella loro ‘onestà’ e nella loro fedeltà a noi. La natura diventa onirica e materica insieme, come nei miti greci.”
Enza Mastria: Studio Via Rudiae, 5 - Lecce – www.ensamastria.net .