Emilio Isgrò – L’oro della Mirandola

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DI PALAZZO BONDONI PASTORIO
via Marconi 34, Castiglione delle Stiviere, Italia
Date
Dal al

ogni sabato e domenica, dalle 15.00 alle 19.00; tutti gli altri giorni, su prenotazione

Vernissage
07/09/2014

ore 18

Biglietti

€ 8

Patrocini

Mostra promossa da: Fondazione Palazzo Bondoni Pastorio, con il sostegno della Città di Castiglione delle Stiviere e il patrocinio della Regione Lombardia

Artisti
Emilio Isgrò
Curatori
Marco Bazzini
Generi
arte contemporanea, personale
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Su proposta di Giulio Busi, presidente della Fondazione Palazzo Bondoni Pastorio ed esperto di studi ebraici e rinascimentali, Isgrò si misura con Giovanni Pico, Conte della Mirandola (1463-1494), per la sua sapienza detto “la Fenice degli ingegni”.

Comunicato stampa

Il 6 settembre 2014 Emilio Isgrò inaugura la mostra L’oro della Mirandola. Cancellature per Giovanni Pico, nelle sale di Palazzo Bondoni Pastorio, un’antica dimora nobiliare di Castiglione delle Stiviere, a due passi dal lago di Garda.
Su proposta di Giulio Busi, presidente della Fondazione Palazzo Bondoni Pastorio ed esperto di studi ebraici e rinascimentali, Isgrò si misura con Giovanni Pico, Conte della Mirandola (1463-1494), per la sua sapienza detto “la Fenice degli ingegni”. Le Conclusiones del Conte, apparse nel 1486, sono il primo libro a stampa bruciato dall’Inquisizione. Quale materiale migliore si poteva offrire a uno dei più importanti artisti contemporanei nonchè padre indiscusso della cancellatura?
Emilio Isgrò è uno dei grandi agitatori della cultura italiana. Non una provocazione urlata, la sua, ma un’ironia assidua, che irrita gentilmente da almeno cinquant’anni. La cancellatura di Isgrò, ovvero il suo nascondere per svelare, mette a soqquadro ed esplora non solo la parola o il sistema delle arti (poesia, immagini, teatro, letteratura, ecc.), ma l’intero modo di guardare al mondo con un diverso linguaggio. Nel 2014, a cinquantennio dagli esordi a Venezia, le cancellature sono oggi più graffianti che mai e quelle dedicate a Pico concludono un annus mirabilis, in cui si sono presentate in multiformi segni, sempre diversi.
Dopo l’articolato progetto dedicato a Curzio Malaparte con una mostra, uno spettacolo teatrale e un video, promossi dal Centro Pecci di Prato, seguito dalla Grande Cancellatura per Giovanni Testori, un’opera pubblica realizzata per Piazza Gino Valle a Milano, con Giovanni Pico si conclude la isgroiana Trilogia dei censurati, omaggio a tre figure “oblique” del panorama intellettuale della nostra Penisola, scomode, creative, amate-odiate.
Simbolo, magia, esoterismo ebraico si affollano nel testo di Pico, scandaloso per i contemporanei (Innocenzo VIII ne decretò la distruzione), enigmatico per noi, foriero di dubbi e di ansia di conoscenza. L’Orazione sulla dignità dell’uomo, scritta dal filosofo per difendere la propria opera, è divenuta il manifesto dell’Umanesimo italiano, e pure, a più di cinque secoli di distanza, il mistero delle Conclusiones turba i sonni della ragione occidentale.

La mostra, ospitata a Palazzo Bondoni Pastorio, si snoda in locali pieni di storia - anche quella dei Pico, con Caterina, sorella di Giovanni, che probabilmente fu ospite dell’antica dimora -, mentre le cancellature di Isgrò parlano di un Rinascimento negato e della possibilità di farlo rivivere attraverso la china e l’oro. L’oro della Mirandola, l’oro della conoscenza, l’oro di Isgrò.

In occasione della mostra uscirà un catalogo a cura di Marco Bazzini e Silvana Greco, che documenterà l’intera Trilogia dei censurati, con testi di Marco Bazzini, Giulio Busi, Raphael Ebgi, Silvana Greco.

Costituita nel 2008, grazie alla passione e alla generosità di Maria Simonetta Bondoni Pastorio (1954-2012), storica dell’arte e gallerista, la Fondazione Palazzo Bondoni Pastorio si è rapidamente imposta come punto di riferimento per attività culturali di assoluto rilievo, tanto a livello locale quanto sul piano nazionale e internazionale. Dal 2009 la Fondazione ha aperto e gestisce il Museo di Palazzo Bondoni Pastorio, antica dimora patrizia, in possesso della famiglia da oltre sei secoli. Il Palazzo, di fondazione quattrocentesca, abbellito nel Settecento, contiene importanti testimonianze artistiche e le memorie dei personaggi illustri che ne furono ospiti, tra cui il Cardinale Carlo Borromeo e Henry Dunant, che, nei giorni successivi alla battaglia di Solferino, proprio qui concepì l’idea della Croce Rossa. Nel Salone Aureo, usato come teatro già nel secolo XVII, la Fondazione organizza concerti di musica da camera e un acclamato festival pianistico.
La Fondazione è ente di ricerca riconosciuto dal MIUR, partecipa a progetti scientifici nazionali e internazionali, organizza convegni e conduce attività didattica, rivolta all’Università e al mondo della scuola. Aree di ricerca principali sono la sociologia della salute, gli studi umanistici e l’ebraismo.