Emergency-Ecology

Informazioni Evento

Luogo
ART ON STAGE
Via Oberdan 11 , Vigevano, Italia
Date
Dal al

SABATO E DOMENICA DALLE 15 ALLE 19

Vernissage
27/05/2012

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Curatori
Gaia Rotango, Chiara Milesi
Generi
arte contemporanea, collettiva
Loading…

Lo scorso anno ART on STAGE ha iniziato una riflessione sul tema dell’ecologia con la mostra Emergency-Ecology, che ha coinvolto giovani artisti sul tema dell’emergenza ambientale dovuta alla crescita e al consumo delle città moderne con un conseguente allontanamento dalla natura. Quest’anno ci siamo concentrati sull’aspetto dei rifiuti, del riuso e del riciclo, con una mostra.

Comunicato stampa

Emergency-Ecology_”Riduci,Riusa, Ricicla”

Progetto a cura di Gaia Rotango e Chiara Milesi

Lo scorso anno ART on STAGE ha iniziato una riflessione sul tema dell’ecologia con la mostra Emergency-Ecology, che ha coinvolto giovani artisti sul tema dell’emergenza ambientale dovuta alla crescita e al consumo delle città moderne con un conseguente allontanamento dalla natura.
Quest’anno ci siamo concentrati sull’aspetto dei rifiuti, del riuso e del riciclo, con una mostra dal 27 maggio al 10 giugno 2012, nella galleria di via Oberdan 11, patrocinata dal Parco del Ticino.
Significativo ci sembra il motto degli ambientalisti: “riduci – riusa – ricicla”, che diventa titolo del progetto.
La crescente urbanizzazione delle città del XXI secolo ha portato ad un punto di svolta per l’umanità: le città detengono il potenziale positivo e i mezzi per un futuro sostenibile, ma sono anche la causa dei maggiori problemi ambientali. Un problema sempre più sentito dalle comunità è quello dei rifiuti.
La vita moderna produce, consuma e scarta a ritmi insostenibili; questo processo unidirezionale non può durare all’infinito, uno stile di vita sostenibile dovrebbe impiegare un metabolismo ciclico, come quello della natura.
Tutte le forme di vita presenti sulla Madre-Terra sono connesse tra loro, ma solo gli esseri umani sfruttano e trasformano ogni cosa danneggiando le altre forme di vita e l’ambiente naturale.
L’arte è un’esperienza sociale, soprattutto l’arte contemporanea, ha il vantaggio di avere la libertà di muoversi tra le discipline e coinvolgere più campi nelle sue indagini.
Recenti pratiche artistiche sono critiche verso i temi ambientali: denunciano l’uso indiscriminato delle terre (Mark Dion), indagano il processo dello smaltimento dei rifiuti (Mierle Laderman Ukeles), la perdita di biodiversità (Rirkrit Tiravanija). Alcuni artisti comprendono, cosa significa pensare e agire ecologicamente, per se stessi e per gli altri (Joseph Beyus). Credo che l’arte sia un mezzo di cambiamento, un cambiamento che parte da una trasformazione mentale, l’uomo dovrebbe essere più consapevole e sensibile su ciò che consuma e scarta.
L’immagine simbolo della mostra fa parte della serie fotografica di Gaia Rotango, Il tempo di un caffè, ispirata dalla forma a spirale, simbolo per eccellenza della rinascita, della rigenerazione, il tempo si perde nell’eterno ritorno alla vita.
Questa forma è stata ripresa, come simbolo del riciclaggio, anche da Massimiliano Lo Russo che utilizza carta di sacchetti, da pacchi per fare installazioni con pesci fantasiosi che ironizzano sul riciclo e su come sia ancora controcorrente occuparsi di differenziata. Il suo stile quasi fumettistico mette in scena personaggi che attraverso l’ironia portano a una alla condizione di vivere. Questa condizione è un’immagine globale che descrive le contraddizioni del nostro tempo. I materiali di scarto sono rimpiegati da Futurboba, che usa finta pelle come supporto alla pittura, l’opera nasce da quello che trova e prende forma e colore da sé. Artestò si pone tra un artigiano del recupero e dell’assemblamento e un’ artista che crea totem innalzati all’arte dei rifiuti. Delle maschere-sculture con oggetti in disuso prendono nuova forma e vita per acquisire nuovo valore, in una società consumistica dove il vecchio perde funzione qui assume un valore spirituale e mistico. L’arte che crea da oggetti di scarto, dai rifiuti, non ha solo fini estetici ma si propone di indagare una storia sociale e di portare un messaggio di sensibilizzazione verso un’azione ecologica collettiva.
L’artista performer Grazia Simeone presenta il progetto Trash dance e il giardino delle anime: un video ambientato in una discarica di Torino, un luogo esso stesso rifiuto, sito di una ex fabbrica ora occupata da zingari, e in un cimitero dove tutto va a morire. In questi luoghi come una sibilla va in cerca della vita, vi trova il feticcio del busto di plastica che diventa simbolo dell’anima e portatore di un messaggio di salvezza per il mondo. Attraverso la danza riconcilia il senso di abbandono e di dismesso con la promessa di nuova vita, di una rigenerazione.