Egitto ritrovato. La Collezione Valsè Pantellini
Il meglio dei circa 500 reperti della Collezione Egizia dell’Accademia dei Concordi, sarà in mostra al Roncale, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con l’Accademia dei Concordi e il Comune.
Comunicato stampa
Il meglio di
500 reperti in mostra al Roncale,
intorno a Meryt e Baby
Il meglio dei circa 500 reperti della Collezione Egizia dell’Accademia dei Concordi, sarà in mostra al Roncale, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con l’Accademia dei Concordi e il Comune.
Dal 14 aprile al primo luglio, accanto ai preziosi reperti egizi, i visitatori avranno il privilegio, davvero unico, di osservare Cinzia Oliva, tra i massimi esperti in Italia del settore, attiva presso il Museo Egizio di Torino, all’azione su Meryt e Baby, le “Mummie di Rovigo”, per assicurare loro un futuro, oltre al plurimillenario passato.
Notevole l’interesse dell’esposizione, sia pure per “campioni”, della magnifica e praticamente sconosciuta Collezione Egizia patrimonio della Accademia dei Concordi.
Questa annovera circa 600 pezzi, la maggior parte dei quali furono raccolti dal Comm. Giuseppe Valsè Pantellini (1826-1890), rodigino che visse in Egitto nella seconda metà dell’ Ottocento.
I reperti coprono un arco di tempo compreso tra il Protodinastico/Epoca Tinita e l’Età Tolemaico-Romana.
Da questo tesoro, gli esperti hanno attinto una precisa selezione, calibrata sugli spazi abbastanza ristretti di Palazzo Roncale.
Oltre alle Mummie, tra i pezzi forti della Collezione va segnalato il celebre cofanetto ligneo per ushabti in forma di sarcofago appartenuto al principe Iahmes Sapair, figlio del faraone della XVII Dinastia Seqenera-Djehuty-Aa. Di rilievo anche il sigillo cilindrico, databile alle prime dinastie, due stipiti di falsa porta in calcare bianco con figure a bassorilievo e due frammenti di stipiti con iscrizioni in calcare bianco, provenienti da una mastaba della V Dinastia, una stele familiare databile al tardo Medio Regno, due frammenti di una grande stele d’Età Ramesside, una serie di bronzetti votivi di divinità e numerose statuine funerarie, tra le quali dodici esemplari databili alla XXV Dinastia o all’Età Napatea.
Nella Collezione si ammirano inoltre numerosi amuleti risalenti principalmente all’Età Tarda, una notevole maschera di sarcofago in legno dipinto, due frammenti di cartonnage di mummia, una statua lignea che raffigura Anubi in forma di sciacallo seduto, una stele policroma lignea di Epoca Tolemaica, una statuetta lignea che raffigura Ptah-Soqar-Wsir e un fragile contenitore per cosmesi a forma di donna.
Testimonianze scelte di una Collezione di tutto rispetto e di certo la maggiore presente, per numero di reperti e per il loro intesse, in territorio veneto.
Davvero curiosa anche la sua storia. A inviarli dall’Egitto a Rovigo provvide un personaggio all’epoca famoso: Giuseppe Valsè Pantellini (Rovigo 1826 – Fiesole 1890). Questo rodigino, in esilio a causa della partecipazione ai moti d’insurrezione del Polesine nel 1848, trovò rifugio al Cairo. Qui prese in gestione, e poi in possesso, il Grand Hotel. La struttura, rinominata New Hotel, diventa, per la posizione strategica e per le doti organizzative di Valsè Pantellini , un punto di riferimento per i viaggiatori del tempo, nobili, agenti dei consolati e ricchi provenienti da tutto il mondo. Al Grand Hotel del Cairo si aggiunge presto l’elegante Hotel d’Europe, altra meta fondamentale per i viaggiatori in arrivo o transito e, soprattutto, per alcuni egittologi di grande fama, quali Auguste-Édouard Mariette e Gaston Camille Charles Maspero.
In occasione dei festeggiamenti per l’apertura del Canale di Suez, Valsè Pantellini viene scelto dal Vicerè d’Egitto per alloggiare e assistere gli illustri ospiti internazionali.
Era tale la fama dell’imprenditore, che, nel 1877, l’allora Presidente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, Lorenzoni, si rivolse, al talentuoso concittadino nel tentativo di realizzare un museo egizio nella città natale.
Appello accolto dal Pantellini che, tra il 1878 e il 1879, riunì e inviò a Rovigo i preziosi reperti tanto ambiti, che oggi si possono ammirare esposti, con Meryt e Baby, in Palazzo Roncale.