Duilio Cambellotti – Dal Palatino al Parnaso

Informazioni Evento

Luogo
SPERONE WESTWATER
Via Nassa 42 Ch 6900 , Lugano, Switzerland
Date
Dal al

ma – sa: 14.00 – 18.00

Vernissage
11/12/2013

dalle 18.00 alle 20.00

Artisti
Duilio Cambellotti
Curatori
Francesco Parisi
Generi
arte contemporanea, personale
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Esponente di spicco della vita artistica romana di inizio del Novecento, Duilio Cambellotti fu un artista poliedrico: designer, grafico, scenografo, decoratore, pittore, scultore.

Comunicato stampa

Mercoledì 11 dicembre la Galleria Sperone Westwater di Lugano in collaborazione con Aleandri Arte Moderna di Roma inaugura la mostra Duilio Cambellotti. Dal Palatino al Parnaso, esposizione monografica dedicata all’artista romano in cui sono presentate alcune fra le sue opere più significative: le celebri tempere delle Leggende Romane con i relativi studi preparatori, le tempere originali per i manifesti del Teatro Greco di Siracusa e le sillogi eschilee di chine acquerellate per i Sette contro Tebe e per I persiani.

Figura fondamentale nella Roma di inizio del Novecento, amico e sodale dei fondatori dell’avanguardia futurista italiana – Giacomo Balla, Mario Sironi e Umberto Boccioni, che vedeva in lui una delle figure più luminose attive a Roma attorno al 1908, come scrive in una celebre pagina del suo diario in cui ricorda come «in quel naufragio non vedo ora galleggiare che Cambellotti e... forse e forse... Balla» – Cambellotti fu attento interprete di importanti istanze europee (gli studi più recenti hanno rilevato le tangenze del suo lavoro con alcuni protagonisti della cultura europea del XX secolo, da Kathe Kollwitz a Ivan Mestrovich, da Fritz Erler a Franz Metzner e Jan Toorop).

Personalità poliedrica - l’artista ebbe un ruolo di rilievo sia nel rinnovamento della pratica delle arti decorative, punto qualificante della sua attività, sia nelle innovative ricerche sulla decorazione del libro e delle arti grafiche più in generale del Novecento - Cambellotti si dedicò al ciclo delle Leggende Romane per tutta la sua carriera, dalle prime tempere datate 1910 fino all’ultima tavola incisa nel 1957, mentre la collaborazione con il Teatro Greco fu di durata trentennale.
Immagini complesse e ricche di spunti iconografici le Leggende Romane e i bozzetti per i manifesti di Siracusa costituiscono dunque uno degli aspetti più rappresentativi della sua ricca produzione e testimoniano il profondo interesse dell’artista per il mondo antico greco e romano arcaico.

Il saggio in catalogo, a cura di Francesco Parisi, approfondisce proprio questo aspetto della genesi delle opere, rapportandolo ai legami che Cambellotti aveva con il mondo archeologico romano e, in particolare, con la profonda amicizia con Giacomo Boni che incise in maniera determinante sulla trasposizione iconografica dei miti arcaici del Lazio nei soggetti prescelti: «la memoria e la nostalgia per il Latium Vetus, circonfuso da un nimbo di sacralità, disponevano l’artista al culto degli eroi dell’antichità, ad una nuova dannunziana «coscienza della romanità» rinnovata dall’augurio di Boni per una custodia di «quel luogo sacro alla virtù, all'onore ed alla reduce Fortuna; i lauri ed i mirti di valle Murcia ripetano: la Dea Roma qui dorme», trasfigurando la moderna vita contadina in quella degli antichi abitanti della valle del Tevere, etruschi, sabini e latini, nei quali l’artista ravvisa gli stessi volti immaginati per gli eroi cui attribuisce «il merito di aver edificato Roma sotto le insegne del dio Marte (la lancia e l’aratro della xilografia Mamors) e di Vesta (nella tempera Fuoco Sacro la capanna diviene tempio e le contadine guardiane dei Pignora Arcana della città)» (F. Parisi).