Doni di pace
Per la prima volta dopo più di cent’anni, torna in museo, perfettamente restaurato, il servizio in argento Tiffany donato dagli Stati Uniti a Federico Sclopis nel 1873, come segno di ringraziamento per l’opera politico-diplomatica da lui prestata nella questione nota come “Alabama Claims”.
Comunicato stampa
Per la prima volta dopo più di cent’anni, torna in museo, perfettamente restaurato, il servizio in argento Tiffany donato dagli Stati Uniti a Federico Sclopis nel 1873, come segno di ringraziamento per l’opera politico-diplomatica da lui prestata nella questione nota come “Alabama Claims”.
Intervengono:
Edoardo Greppi
Università degli Studi di Torino
Gianni Franzone
Wolfsoniana, Genova
Simonetta Castronovo
Palazzo Madama- Museo Civico d’Arte Antica
La presentazione degli argenti Tiffany inaugura la nuova rassegna di Palazzo Madama intitolata “Opere in primo piano”, un’iniziativa dedicata a singole opere delle collezioni, o a piccoli gruppi di opere come in questo caso, protagoniste di un restauro importante o di studi approfonditi. In questa occasione verranno esposti, dopo un’assenza di più di cento anni, gli argenti donati dagli Stati Uniti a Federico Sclopis di Salerano, giurista e senatore torinese, nominato da Vittorio Emanuele II delegato del Regno d’Italia per il Tribunale arbitrale di Ginevra, chiamato nel 1872 a risolvere un’importante questione politica che contrapponeva Gran Bretagna e Stati Uniti. L’abilità diplomatica di Sclopis, che portò alla soluzione di un contenzioso legato al comportamento contraddittorio della Gran Bretagna durante la guerra di secessione americana, gli valse due importanti riconoscimenti ufficiali: il servizio Tiffany, opera di Eugène Soligny, dono del governo americano, e la fioriera degli argentieri londinesi Garrard, dono della regina Vittoria. Le opere giunsero in Italia nel 1873 e nello stesso anno vennero richieste per l’Esposizione Universale di Vienna; rimasero quindi a Torino nel palazzo di famiglia fino al 1883, quando Isabella Sclopis decise di offrire tutti i preziosi argenti al Museo Civico di Torino. Esposti per pochi anni, dal 1883 al 1890, vennero poi ritirati a deposito negli anni della direzione Avondo.
I cinque magnifici pezzi, che saranno esposti a partire dal 17 marzo in Sala Ceramiche al secondo piano, sono testimonianza del gusto delle Grandi Esposizioni di fine Ottocento per le oreficerie di grandi dimensioni, decorate da figure tridimensionali, in stile revivalista e accademico. La scelta di valorizzarli oggi, attraverso un nuovo intervento di pulitura e l’esposizione al secondo piano di Palazzo Madama, ha tanti significati: raccontare una storia torinese, legata all’operato in ambito internazionale di Federico Sclopis, protagonista della vita politica cittadina nella seconda metà dell’Ottocento; arricchire il percorso espositivo legato alle arti decorative; e soprattutto sottolineare l’orientamento attuale del museo, che dal 2008 è impegnato a studiare, esporre ed acquisire anche le opere di arte decorativa del XIX e XX secolo.
Il servizio Tiffany comprende un grande centrotavola o coppa da punch con l’interno rivestito in oro e ai lati due teste di satiri con foglie di vite e grappoli d’uva tra i capelli; due candelabri con figura femminile abbigliata all’antica (Arianna, figlia di Minosse re di Creta, già compagna di Teseo, poi sposa di Diòniso) che regge i dodici lumi dei candelabri, tutti decorati da viticci. Infine, una coppia di rinfrescatoi per bottiglia con la raffigurazione, sulle due facce, di figure allegoriche che rappresentano l’Agricoltura e il Commercio. La coppa presenta un’iscrizione in inglese, incisa frontalmente, che tradotta recita: “gli Stati Uniti al conte Federico Sclopis arbitro nominato da Sua Maestà il Re d’Italia conformemente all’art. 1 del Trattato tra gli Stati Uniti e Sua Maestà Britannica, conclusosi a Washington l’8 maggio 1871, come segno della loro stima per la dignità, dottrina, abilità e imparzialità con cui eseguì a Ginevra i suoi ardui incarichi”. L’intero servizio può attribuirsi a Eugene Julius Soligny - orafo e designer francese attivo per Tiffany dal 1858 - sulla base della firma presente sul lato sinistro dei candelieri (“EJ” e “S”). Lo stile dei pezzi, come in molte creazioni dell’artista, è classicheggiante e neorinascimentale, anche se nelle figure dell’ Agricoltura e del Commercio, cominciano già a ravvisarsi spunti dell’Art Nouveau.
La donazione di Isabella Sclopis comprende anche una grande coppa in argento cesellato e dorato, da interpretare come fioriera della ditta londinese “R. & S. Garrard”, argentieri e orafi che si distinsero nella seconda metà del XIX secolo come fornitori abituali della corte, specializzati nella produzione di argenti ricchi di rimandi ai principali stili storici in voga nell’Ottocento. La coppa presenta la raffigurazione delle armi d’Inghilterra nella parte centrale, due protomi leonine alle estremità e piedi in forma di zampe leonine. Il museo conserva anche la cassa originale dell’opera, utilizzata nel 1873 per farla viaggiare da Londra a Torino.
Il restauro degli argenti Tiffany è stato possibile grazie al generoso contributo della ditta MUSY PADRE E FIGLI Gioielleria e Argenteria in Torino.